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Su cosa stanno avendo successo le aziende cinesi in Italia e in quali settori oltre al mercato dell'auto?

di Marianna Quatraro pubblicato il
Mercato dell'auto

Le aziende cinesi stanno ridefinendo la loro presenza in Italia: dalla crescita nell'automotive a settori come energia, infrastrutture, agroalimentare, moda, e-commerce, tra opportunità e alleanze.

Negli ultimi anni la presenza delle imprese asiatiche in Italia sta assumendo nuove forme, andando oltre il tradizionale comparto automobilistico. Fenomeni come innovazione tecnologica, digitalizzazione e internazionalizzazione incidono su strategie e geografie degli investimenti.

Alla ricerca di maggiore qualità e sostenibilità, le aziende di matrice cinese stanno consolidando la propria presenza in molteplici ambiti, dimostrando capacità di adattamento rispetto alla crescente selettività normativa europea e alle nuove esigenze del mercato locale. Questo scenario offre spunti di riflessione sull'integrazione fra modelli diversi di business, sulle opportunità industriali e sulle sfide regolamentari.

La nuova strategia degli investimenti cinesi in Italia: dalla quantità alla qualità

L'evoluzione degli investimenti diretti cinesi in Italia, anche nel settore delle auto, evidenzia un passaggio dalla rapida espansione alla ricerca della sostenibilità e valore aggiunto. Dopo il picco pre-pandemico del 2015, pari a circa 7,5 miliardi di euro, i flussi hanno subito un ridimensionamento, attestandosi su livelli più contenuti: nel 2024, ad esempio, sono scesi a 32,9 milioni di euro distribuiti su 416 operazioni - prevalentemente di piccola o media entità. Questa nuova fase si caratterizza per una maggiore selettività e una stretta focalizzazione su settori industriali ad alto contenuto tecnologico e a basso rischio.

La logica quantitativa ha lasciato spazio alla qualità: si privilegiano partnership strategiche in ambiti come il green tech, l'ICT applicato alla sostenibilità, la manifattura avanzata e i macchinari industriali. L'Italia, dotata di un solido quadro normativo e fiscale, attrae investitori che adottano strutture societarie conformi e trasparenti, valorizzando strumenti come la holding italiana per ottimizzare la governance e rafforzare le strategie di crescita a lungo termine.

La transizione verso investimenti più solidi è guidata anche dalle riforme regolatorie in UE, come il Regolamento 2019/452 e la relativa proposta di riforma ora in corso, pensate per bilanciare apertura agli investimenti e protezione della sovranità tecnologica. Questo nuovo modello si traduce in benefit reciproci, dove l'innovazione e la creazione di filiere integrate rappresentano una risorsa chiave sia per lo sviluppo industriale italiano che per la modernizzazione promossa da Pechino attraverso i più recenti piani quinquennali.

Oltre l'auto: i settori dove le aziende cinesi crescono in Italia

L'espansione delle società cinesi non si limita al comparto automotive; negli ultimi anni la presenza nei settori strategici italiani si è diversificata, interessando energia, infrastrutture, manifattura avanzata, agroalimentare, moda e beni di consumo. L'adattamento del modello d'affari alle peculiarità del contesto locale e la valorizzazione delle sinergie intersettoriali hanno favorito il radicamento di investimenti stabili e ad elevato impatto tecnologico.

I dati del 2025 evidenziano una prevalenza di operazioni di fusione e acquisizione nei comparti dei materiali di base e della manifattura tecnica, a conferma dell'interesse per l'eccellenza tecnologica italiana. Si assiste inoltre a un incremento di iniziative nel segmento dei servizi avanzati e delle piattaforme distributive. La presenza cinese nella moda, nell'agroalimentare e nei nuovi canali distributivi digitali contribuisce a rinnovare settori storici tramite innovazione di prodotto, apertura ai mercati globali e cooperazioni industriali di nuova generazione.

Energia, infrastrutture e manifattura: acquisizioni e partecipazioni strategiche

L'attenzione degli investitori asiatici si concentra particolarmente su comparti strategici:

  • Energia: quote partecipative in gruppi come Ansaldo Energia e influenze crescenti in società attive nella produzione e gestione di energia sono esempi di come la presenza cinese sia decisiva nella transizione energetica e nello sviluppo delle rinnovabili.
  • Infrastrutture: partecipazioni in poli logistici e reti critiche, come nel caso di Cdp Reti (partecipata da State Grid Corporation of China), testimoniano un approccio strategico mirato alla gestione di asset essenziali per la filiera produttiva nazionale ed europea.
  • Manifattura: l'acquisizione di realtà come Cifa nel comparto dei macchinari per edilizia e la presenza crescente nelle filiere industriali integrate segnano la centralità assegnata alle competenze italiane nel settore tecnologico. Interessante osservare come queste operazioni siano spesso accompagnate da trasferimenti di know-how e collaborazione nella ricerca e nello sviluppo.
La tabella seguente sintetizza alcune delle principali operazioni degli ultimi anni:

Azienda Italiana

Settore

Parner Cinese

Anno

Ansaldo Energia

Energia

Shanghai Electric

2014

Cifa

Manifattura

Zoomlion

2008

Cdp Reti

Infrastrutture Energetiche

State Grid China

2014-oggi

Queste operazioni riflettono una strategia integrata orientata a favorire eccellenza, modernizzazione e crescita sostenibile, bilanciando gli equilibri geopolitici e il rispetto delle normative su sicurezza e trasparenza.

Agroalimentare, moda e beni di consumo: nuove sinergie e innovazione

Il dinamismo delle imprese cinesi si manifesta anche nel settore agroalimentare, con investimenti in storiche aziende italiane e sinergie volte all'espansione nei mercati asiatici. La presenza nel capitale di realtà come Riso Scotti e Salov testimonia una strategia basata su:

  • adozione di prodotti italiani alle preferenze locali (es. riso integrale e oli di qualità in Cina);
  • promozione della dieta mediterranea e valorizzazione dei brand attraverso canali distributivi innovativi;
  • collaborazione con chef e opinion leader per aumentare la brand awareness nel mercato asiatico.
Nel comparto moda, acquisizioni di marchi storici come Krizia e partnership commerciali hanno permesso il rilancio di brand italiani sulle passerelle internazionali, tramite una sapiente integrazione di heritage e modernità stilistica. L'innovazione riguarda anche il prodotto: campagne digitali, piattaforme di e-commerce e collaborazione su design e materiali offrono nuove prospettive di crescita.

Infine, la strategia orientata al consumatore si è rafforzata con l'espansione dei beni di consumo e degli elettrodomestici, come dimostra l'integrazione tra Haier e Candy, che ha favorito non solo il rafforzamento nei segmenti smart appliances, ma anche la localizzazione di linee produttive e centri di ricerca in Italia.

Il successo dei marchi cinesi nel mercato automobilistico italiano

Negli ultimi quattro anni l'industria automobilistica cinese ha conquistato porzioni crescenti del mercato nazionale, passando da una presenza quasi impercettibile a rappresentare oggi il 5,8% delle nuove immatricolazioni. Marchi come MG, BYD, EVO, EMC e Omoda hanno visto un'espansione notevole grazie a una combinazione di prezzi competitivi, design contemporaneo e forte orientamento all'elettrificazione.

L'offerta proposta riguarda principalmente SUV elettrici e ibridi dalle dotazioni tecnologiche avanzate, in linea con la normativa europea sulla mobilità sostenibile e le richieste dei consumatori italiani. I numeri evidenziano come la presenza cinese sia cresciuta nei segmenti medi e premium, spinta anche da collaborazioni con reti di concessionarie storiche che hanno diversificato il portafoglio prodotti per rispondere a un pubblico più giovane e attento all'innovazione.

  • MG: brand britannico controllato da SAIC, leader fra i nuovi operatori grazie a SUV e crossover plug-in;
  • BYD: riferimento globale nei veicoli elettrici, ora impegnato anche in grandi partnership industriali italiane;
  • EVO ed EMC: marca emergente con ottimi risultati su modelli di fascia media e city car.
Questa espansione si accompagna a una rete distributiva più capillare rispetto a quella europea tradizionale e a politiche di marketing orientate alla trasparenza, anche se permangono interrogativi sull'affidabilità post-vendita e sul valore residuo nei prossimi anni.

La filiera italiana della componentistica e le partnership industriali con la Cina

Il coinvolgimento delle imprese italiane nella filiera delle auto si sta approfondendo grazie alla richiesta di fornitura di componentistica di qualità per impianti europei. Esempio lampante è BYD, che durante supplier meeting a Torino ha incontrato centinaia di aziende interessate alla partnership nel segno dell'elettrificazione e delle tecnologie digitali.

Questo indirizzo conferisce all'Italia un posizionamento di rilievo nella supply chain europea per la mobilità del futuro: la qualità, il know-how e la flessibilità del tessuto manifatturiero nazionale sono riconosciuti a livello globale come fattori abilitanti, soprattutto durante la transizione verso l'auto elettrica e il rafforzamento degli impianti produttivi in Europa.

Il ruolo crescente di piattaforme e-commerce come Temu e Shein: moda, accessori e beyond

Accanto all'industria tradizionale, il panorama digitale vede la crescita di realtà come Temu e Shein - piattaforme globali che propongono una vasta gamma di prodotti, dalla moda agli accessori, fino agli oggetti per la casa. Questi portali e-commerce hanno rivoluzionato le abitudini d'acquisto italiane puntando su:

  • ampiezza del catalogo,
  • prezzi contenuti,
  • tempi di consegna ridotti,
  • strategia di marketing digitale iper mirata alle esigenze locali.
Il successo di queste piattaforme è favorito dalle campagne social, dalla rapidità nel recepire i trend e dalla capacità di adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori, aprendo opportunità ai piccoli fornitori italiani in chiave internazionale ma anche intensificando la concorrenza verso gli operatori locali tradizionali.

Sfide, regolamentazione e prospettive future della presenza cinese in Italia

L'attuale fase vede l'Italia impegnata nel rafforzamento degli strumenti di controllo sulle partecipazioni straniere, con particolare attenzione ai settori chiave: energia, trasporti, infrastrutture critiche e tecnologia. Il cosiddetto golden power e il coordinamento con le linee guida europee (Regolamento UE e Libro bianco sugli investimenti) sono adottati per conciliare attrazione di capitali e tutela degli interessi strategici nazionali.

I casi recenti coinvolgono aziende come Pirelli, Cdp Reti e Ansaldo Energia, dove la presenza cinese è oggetto di valutazione per garantire sicurezza economica integrata, prevenendo la fuga di tecnologie o l'indebolimento delle filiere critiche. Le stesse autorità cinesi sottolineano l'importanza di promuovere cooperazioni equilibrate, nel rispetto della reciprocità e della trasparenza, condizione ormai imprescindibile nello scenario europeo attuale.