Le aziende cinesi stanno ridefinendo la loro presenza in Italia: dalla crescita nell'automotive a settori come energia, infrastrutture, agroalimentare, moda, e-commerce, tra opportunità e alleanze.
Negli ultimi anni la presenza delle imprese asiatiche in Italia sta assumendo nuove forme, andando oltre il tradizionale comparto automobilistico. Fenomeni come innovazione tecnologica, digitalizzazione e internazionalizzazione incidono su strategie e geografie degli investimenti.
Alla ricerca di maggiore qualità e sostenibilità, le aziende di matrice cinese stanno consolidando la propria presenza in molteplici ambiti, dimostrando capacità di adattamento rispetto alla crescente selettività normativa europea e alle nuove esigenze del mercato locale. Questo scenario offre spunti di riflessione sull'integrazione fra modelli diversi di business, sulle opportunità industriali e sulle sfide regolamentari.
L'evoluzione degli investimenti diretti cinesi in Italia, anche nel settore delle auto, evidenzia un passaggio dalla rapida espansione alla ricerca della sostenibilità e valore aggiunto. Dopo il picco pre-pandemico del 2015, pari a circa 7,5 miliardi di euro, i flussi hanno subito un ridimensionamento, attestandosi su livelli più contenuti: nel 2024, ad esempio, sono scesi a 32,9 milioni di euro distribuiti su 416 operazioni - prevalentemente di piccola o media entità. Questa nuova fase si caratterizza per una maggiore selettività e una stretta focalizzazione su settori industriali ad alto contenuto tecnologico e a basso rischio.
La logica quantitativa ha lasciato spazio alla qualità: si privilegiano partnership strategiche in ambiti come il green tech, l'ICT applicato alla sostenibilità, la manifattura avanzata e i macchinari industriali. L'Italia, dotata di un solido quadro normativo e fiscale, attrae investitori che adottano strutture societarie conformi e trasparenti, valorizzando strumenti come la holding italiana per ottimizzare la governance e rafforzare le strategie di crescita a lungo termine.
La transizione verso investimenti più solidi è guidata anche dalle riforme regolatorie in UE, come il Regolamento 2019/452 e la relativa proposta di riforma ora in corso, pensate per bilanciare apertura agli investimenti e protezione della sovranità tecnologica. Questo nuovo modello si traduce in benefit reciproci, dove l'innovazione e la creazione di filiere integrate rappresentano una risorsa chiave sia per lo sviluppo industriale italiano che per la modernizzazione promossa da Pechino attraverso i più recenti piani quinquennali.
L'espansione delle società cinesi non si limita al comparto automotive; negli ultimi anni la presenza nei settori strategici italiani si è diversificata, interessando energia, infrastrutture, manifattura avanzata, agroalimentare, moda e beni di consumo. L'adattamento del modello d'affari alle peculiarità del contesto locale e la valorizzazione delle sinergie intersettoriali hanno favorito il radicamento di investimenti stabili e ad elevato impatto tecnologico.
I dati del 2025 evidenziano una prevalenza di operazioni di fusione e acquisizione nei comparti dei materiali di base e della manifattura tecnica, a conferma dell'interesse per l'eccellenza tecnologica italiana. Si assiste inoltre a un incremento di iniziative nel segmento dei servizi avanzati e delle piattaforme distributive. La presenza cinese nella moda, nell'agroalimentare e nei nuovi canali distributivi digitali contribuisce a rinnovare settori storici tramite innovazione di prodotto, apertura ai mercati globali e cooperazioni industriali di nuova generazione.
L'attenzione degli investitori asiatici si concentra particolarmente su comparti strategici:
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Azienda Italiana |
Settore |
Parner Cinese |
Anno |
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Ansaldo Energia |
Energia |
Shanghai Electric |
2014 |
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Cifa |
Manifattura |
Zoomlion |
2008 |
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Cdp Reti |
Infrastrutture Energetiche |
State Grid China |
2014-oggi |
Queste operazioni riflettono una strategia integrata orientata a favorire eccellenza, modernizzazione e crescita sostenibile, bilanciando gli equilibri geopolitici e il rispetto delle normative su sicurezza e trasparenza.
Il dinamismo delle imprese cinesi si manifesta anche nel settore agroalimentare, con investimenti in storiche aziende italiane e sinergie volte all'espansione nei mercati asiatici. La presenza nel capitale di realtà come Riso Scotti e Salov testimonia una strategia basata su:
Infine, la strategia orientata al consumatore si è rafforzata con l'espansione dei beni di consumo e degli elettrodomestici, come dimostra l'integrazione tra Haier e Candy, che ha favorito non solo il rafforzamento nei segmenti smart appliances, ma anche la localizzazione di linee produttive e centri di ricerca in Italia.
Negli ultimi quattro anni l'industria automobilistica cinese ha conquistato porzioni crescenti del mercato nazionale, passando da una presenza quasi impercettibile a rappresentare oggi il 5,8% delle nuove immatricolazioni. Marchi come MG, BYD, EVO, EMC e Omoda hanno visto un'espansione notevole grazie a una combinazione di prezzi competitivi, design contemporaneo e forte orientamento all'elettrificazione.
L'offerta proposta riguarda principalmente SUV elettrici e ibridi dalle dotazioni tecnologiche avanzate, in linea con la normativa europea sulla mobilità sostenibile e le richieste dei consumatori italiani. I numeri evidenziano come la presenza cinese sia cresciuta nei segmenti medi e premium, spinta anche da collaborazioni con reti di concessionarie storiche che hanno diversificato il portafoglio prodotti per rispondere a un pubblico più giovane e attento all'innovazione.
Il coinvolgimento delle imprese italiane nella filiera delle auto si sta approfondendo grazie alla richiesta di fornitura di componentistica di qualità per impianti europei. Esempio lampante è BYD, che durante supplier meeting a Torino ha incontrato centinaia di aziende interessate alla partnership nel segno dell'elettrificazione e delle tecnologie digitali.
Questo indirizzo conferisce all'Italia un posizionamento di rilievo nella supply chain europea per la mobilità del futuro: la qualità, il know-how e la flessibilità del tessuto manifatturiero nazionale sono riconosciuti a livello globale come fattori abilitanti, soprattutto durante la transizione verso l'auto elettrica e il rafforzamento degli impianti produttivi in Europa.
Accanto all'industria tradizionale, il panorama digitale vede la crescita di realtà come Temu e Shein - piattaforme globali che propongono una vasta gamma di prodotti, dalla moda agli accessori, fino agli oggetti per la casa. Questi portali e-commerce hanno rivoluzionato le abitudini d'acquisto italiane puntando su:
L'attuale fase vede l'Italia impegnata nel rafforzamento degli strumenti di controllo sulle partecipazioni straniere, con particolare attenzione ai settori chiave: energia, trasporti, infrastrutture critiche e tecnologia. Il cosiddetto golden power e il coordinamento con le linee guida europee (Regolamento UE e Libro bianco sugli investimenti) sono adottati per conciliare attrazione di capitali e tutela degli interessi strategici nazionali.
I casi recenti coinvolgono aziende come Pirelli, Cdp Reti e Ansaldo Energia, dove la presenza cinese è oggetto di valutazione per garantire sicurezza economica integrata, prevenendo la fuga di tecnologie o l'indebolimento delle filiere critiche. Le stesse autorità cinesi sottolineano l'importanza di promuovere cooperazioni equilibrate, nel rispetto della reciprocità e della trasparenza, condizione ormai imprescindibile nello scenario europeo attuale.