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Tfr o fondi pensione? Chi rende di più? I risultati del 2023 e le aspettative per i prossimi anni

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Chi rende di più?

I rendimenti dei fondi pensione negoziali hanno evidenziato incrementi superiori al 10%, mentre quelli dei fondi aperti sono cresciuti del +20%.

I fondi pensione stanno continuando il processo di recupero dei rendimenti, in seguito alle perdite del 2022, registrando un'accelerazione verso la fine dell'anno grazie al rimbalzo dei mercati da novembre in poi. L'analisi condotta da Milano Finanza, che ha ottenuto in anteprima i risultati dell'intero anno 2023, evidenzia che i comparti negoziali hanno raggiunto una performance media del 6,5%, rispetto al +2,2% registrato nei primi nove mesi dell'anno. Approfondiamo in questo articolo anche il rapporto con il Tfr ed esattamente:

  • Rende di più il Tfr o i fondi pensione?
  • Le aspettative su Tfr e fondi pensione

Rende di più il Tfr o i fondi pensione?

I fondi pensione aperti sul mercato, con oltre 300 unità (dati forniti da Fida), hanno conseguito una performance media del 7% (3% nei primi nove mesi). In entrambi i casi, nel corso del 2023, entrambe le categorie hanno superato la rivalutazione del Trattamento di fine rapporto, considerato il parametro di confronto principale.

L'iscrizione ai fondi comporta il trasferimento delle quote di liquidazione, altrimenti trattenute in azienda, e il Tfr viene rivalutato in base all'indice Istat dei prezzi, calcolando il 75% della variazione dell'inflazione rispetto all'ultimo mese dell'anno precedente e sommando l'1,5% fisso annuo.

Sulla base dei dati preliminari sull'inflazione di dicembre, il Tfr ha registrato un apprezzamento netto dell'1,6% nel 2023, evidenziando una significativa frenata rispetto al +8,3% del 2022, quando l'inflazione aveva subito un notevole aumento prima di iniziare a diminuire.

Nel periodo successivo al rally di azioni e obbligazioni nella fase conclusiva del 2023, i rendimenti dei fondi pensione negoziali hanno evidenziato incrementi superiori al 10%, mentre quelli dei fondi aperti sono cresciuti del +20%. Questi fondi mantengono un margine di vantaggio rispetto alle liquidazioni, nonostante il peso fiscale aggiuntivo dovuto all'aliquota fiscale del 20% sui rendimenti dei fondi pensione rispetto al 17% sulla rivalutazione del Tfr.

Nonostante questi dati positivi, le perdite del 2022, causate dalla flessione di azioni e obbligazioni, non sono state completamente recuperate: i fondi negoziali hanno registrato una performance media negativa del -9,8% nel 2022, mentre i fondi aperti hanno subito una perdita media del -10,7%, oltre al -11% dei piani individuali pensionistici.

Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più allineati con l'investimento previdenziale, secondo i calcoli della Covip, ovvero dal 2013 alla fine dei primi nove mesi del 2023, i rendimenti medi annui composti delle linee con maggiore esposizione azionaria si attestano intorno al 5%, per tutte le tipologie. Nello stesso periodo, la rivalutazione del Tfr è stata del 2,4%.

Per le linee bilanciate, i risultati variano dal 2 al 3%. Al contrario, le linee garantite e obbligazionarie mostrano rendimenti medi prossimi allo zero. Con l'ascesa dei tassi, i portafogli obbligazionari stanno tornando alla redditività, e soprattutto le linee garantite hanno maggiori possibilità di rispettare gli impegni.

Nonostante il panorama economico, il numero di iscritti continua a crescere: secondo gli ultimi dati Covip, a fine settembre 2023, gli iscritti sono aumentati del 3% rispetto alla fine del 2022, raggiungendo i 10,6 milioni, e il patrimonio è salito a 215 miliardi di euro da 205 miliardi nel 2022. Tuttavia, persiste il problema degli iscritti che non contribuiscono in modo continuativo alle proprie posizioni previdenziali.

Nel contesto dei risultati dei singoli fondi, tra i migliori fondi pensione negoziali si distinguono quelli a prevalente contenuto azionario. Ad esempio, il Bilanciato Azionario di Fopen (dipendenti Enel) ha registrato un incremento del +11,6%, seguito dalla linea Crescita di Fondapi (lavoratori delle pmi) con un +11%.

Altri comparti azionari hanno superato il 10%, tra cui Cometa (+10,67%), Fondaereo (+10,66%), Mediafond (+10,64%), Fonchim (+10,6%), Eurofer (+10,52%) e Solidarietà Veneto (+10,43%). Per quanto riguarda i fondi aperti, il miglior risultato del 2023 è stato ottenuto dal Fideuram Millennials (+25,6%), un fondo azionario focalizzato sui temi di consumo della generazione omonima, seguito dal Bim Vita Equity (+20,2%) e Allianz Insieme Linea Azionaria (+15,2%). Sia per i fondi negoziali che aperti, nessun fondo ha registrato performance negative nel 2023.

Le aspettative su Tfr e fondi pensione

La conclusione dell'anno ha registrato un'euforia che ha stimolato i rendimenti, attribuibile alla costante crescita dei listini azionari per nove settimane consecutive. In aggiunta, si è verificato un notevole calo dei tassi d'interesse, consentendo ai prezzi delle obbligazioni di chiudere l'anno con rialzi significativi. I mercati dimostrano una crescente convinzione che il rallentamento delle economie sarà modesto e che l'incremento dei tassi abbia raggiunto il suo apice. Sono le parole di Paolo Stefan, direttore di Solidarietà Veneto, che rilancia sulle aspettative su Tfr e fondi pensione per i prossimo anni. Le aspettative per il 2024 sono quindi positivi per via dei tassi di interesse soddisfacenti garantiti dai titoli in pancia.

A suo dire, la notizia più interessante per i risparmiatori è la moderazione dell'inflazione che caratterizzerà l'immediato futuro. Di conseguenza i buoni rendimenti di quest'anno conservano un valore reale e sono attesi anche nei prossimi tempi. Un altro elemento positivo è l'attesa maggiore redditività dei bond. Questo conferisce nuovo impulso ai comparti in cui le obbligazioni hanno un peso preponderante, con particolare riferimento ai garantiti. Riguardo al 2024, Stefan esorta comunque alla prudenza per una ragione: la volatilità potrebbe originare dall'instabilità geopolitica.

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