Gestire il conto corrente dal cellulare offre praticità e innovazione, ma espone a rischi come truffe digitali e violazioni dei dati.
La gestione delle operazioni bancarie tramite dispositivi mobili, come iPhone o smartphone Android, rappresenta ormai la normalità per milioni di utenti in Italia. Grazie alle tecnologie digitali, il controllo del conto corrente e l'esecuzione di pagamenti sono diventati pratici e accessibili in ogni momento e luogo. Tuttavia, se da un lato le app bancarie e i servizi di home banking offrono innegabili vantaggi in termini di comodità, dall'altro pongono interrogativi sulla sicurezza dei dati e delle transazioni effettuate. Gli utenti si trovano di fronte a minacce informatiche sempre più sofisticate.
L'home banking tramite smartphone o tablet si declina in servizi che permettono l'accesso diretto e costante al proprio conto. Attraverso applicazioni dedicate e sistemi di autenticazione avanzati, l'utente può:
La sicurezza nell'impiego di dispositivi mobili per la gestione del conto corrente si fonda su diversi livelli di protezione digitale e normativa. Secondo il Rapporto della Banca d'Italia, nel 2024 il tasso di frodi sui bonifici elettronici in Italia è estremamente basso: circa una su 100.000 operazioni. Per le carte i tentativi di frode sono leggermente superiori (10 su 100.000), ma si tratta comunque di una minoranza rispetto al volume totale.
Le banche applicano la Strong Customer Authentication (SCA), ovvero l'obbligo di autenticazione forte tramite almeno due elementi tra password, dispositivi personali (ad esempio, il cellulare) e dati biometrici. Inoltre, la cifratura delle comunicazioni e il monitoraggio costante delle transazioni riducono sensibilmente il rischio che dati sensibili possano essere intercettati e utilizzati da soggetti non autorizzati.
Tuttavia, sebbene le tecnologie di sicurezza abbiano raggiunto elevati standard, persistono rischi legati prevalentemente a errori umani, come l'uso improprio di credenziali o la mancata attenzione a messaggi sospetti. I bonifici, pur con tassi di frode minimi, implicano spesso importi medi più alti (in media 3.500 euro per singola operazione) e, in caso di attacco riuscito, il danno finanziario può essere rilevante. È quindi richiesto un elevato livello di consapevolezza nell'adozione di tutte le cautele suggerite dagli istituti bancari e dall'Autorità Garante.
L'incremento dell'utilizzo di dispositivi mobili ha portato allo sviluppo di truffe digitali che sfruttano canali diversi ma convergono verso il furto di credenziali e dati bancari. Le principali tipologie sono:
Il vishing agisce tramite chiamate in cui il malintenzionato si finge dipendente di banca o delle Forze dell'Ordine. Spesso viene utilizzato il caller ID spoofing, che fa apparire sul display numeri ufficiali, ingannando l'utente sulla reale identità del chiamante. L'interlocutore induce la vittima a fornire credenziali, password, o effettuare bonifici con la scusa di un'emergenza (ad es. bloccare una transazione fraudolenta). Il successo di questa truffa si basa sulla creazione di ansia e senso di urgenza, stimolando decisioni impulsive e poca verifica dei fatti.
Nel smishing, la truffa arriva via SMS o app di messaggistica, con testi che sembrano ufficiali (spesso inseriti nella cronologia dei messaggi reali della banca). Il cliente trova messaggi che comunicano problemi imprevisti o richiedono la verifica urgente di dati. Cliccando sui link proposti si rischia di fornire direttamente credenziali a pagine contraffatte, o di installare malware nel proprio dispositivo, garantendo così accesso remoto al conto corrente ai truffatori.
Il phishing arriva tramite email apparentemente autentiche: grafiche curate, loghi della banca e urgenza nell'eseguire operazioni (ad es. verifica dati o risoluzione di blocchi temporanei al conto). L'utente, ingannato dalla somiglianza dei messaggi con le comunicazioni reali, può immettere credenziali o dati sensibili in moduli che inoltrano le informazioni ai truffatori. Anche semplici allegati o link possono attivare infezioni informatiche o reindirizzare a siti-fotocopia.
Per proteggersi dalle minacce online nel banking digitale è importante riconoscere gli schemi ricorrenti dei tentativi di truffa:
Statistiche recenti segnalano che, in caso di bonifici oggetto di manipolazione psicologica della vittima, la banca rimborsa solo nel 10% dei casi, mentre la percentuale sale al 60% per le carte dove predominano le frodi tecniche. È rilevante che la segnalazione di operazioni sospette debba avvenire immediatamente e comunque entro 13 mesi dalla data dell'addebito: rapidità nella comunicazione aumenta le possibilità di rimborso.
L'utente ha inoltre l'obbligo di custodire attentamente i propri dispositivi, PIN e password come previsto dalla legge e dai fogli informativi dei servizi bancari. La mancata diligenza può comportare la perdita del diritto al rimborso.
Adottare precise abitudini e strumenti è il modo più efficace per rafforzare la sicurezza nelle operazioni digitali: