La certificazione di malattia per assenza dal lavoro rappresenta uno degli ambiti oggetto di maggiore rinnovamento: la possibilità di ottenere il certificato malattia a distanza tramite strumenti di telemedicina risponde al crescente bisogno di efficienza e sicurezza sia per i lavoratori che per il personale medico.
Fino a poco tempo fa la normativa imponeva il rilascio di questa attestazione esclusivamente a seguito di visita in presenza, determinando tempi e modalità spesso poco compatibili con le esigenze odierne. La recente approvazione del Ddl Semplificazioni segna un nuovo capitolo, aprendo formalmente all'impiego di piattaforme digitali certificate e alla possibilità di consulti da remoto. Tuttavia, la digitalizzazione integrale della procedura non è stata attuata immediatamente: saranno necessari specifici decreti attuativi e chiarimenti sulle modalità operative.
Cosa prevede oggi la legge sulla certificazione di malattia per il lavoro
Secondo il quadro normativo attuale, disciplinato dall'articolo 55-quinquies del D.Lgs. 165/2001, il certificato di malattia può essere rilasciato solo a seguito di accertamento diretto da parte del medico:
-
La visita clinica in presenza resta la modalità principale per il rilascio della certificazione.
-
Il certificato, redatto dal curante dopo aver verificato le condizioni di salute, viene inviato in via telematica all'INPS e, per privacy, un attestato viene inoltrato al datore di lavoro.
-
Solo in casi particolari è ammessa una video-valutazione remota, ma solo se il professionista conosce già il paziente, la situazione clinica è compatibile e si utilizzano piattaforme ufficiali di telemedicina.
Il rispetto della procedura è obbligatorio: un rilascio improprio, senza verifica attendibile, può comportare gravi sanzioni come la sospensione, la radiazione dall'albo o la risoluzione del rapporto con il Servizio Sanitario Nazionale. I passaggi chiave quindi restano:
-
Controllo clinico diretto
-
Trasmissione digitale sicura del certificato
-
Tracciamento tramite il Protocollo Unico Certificato (PUC)
L'introduzione graduale della telemedicina deve garantire sempre il rispetto degli obblighi previsti, soprattutto la tracciabilità e la conservazione digitale dei documenti sanitari in conformità agli standard richiesti dalle autorità competenti.
Certificato medico a distanza: cosa cambia con il Ddl Semplificazioni e da quando sarà possibile
L'approvazione del Ddl Semplificazioni da parte del Senato rappresenta una svolta nell'ambito della gestione delle assenze per malattia. Il nuovo testo, modificando l'art. 55-quinquies, rende possibile l'equiparazione della certificazione telematica rilasciata a distanza a quella tradizionale eseguita in studio. Il legislatore intende così valorizzare le potenzialità della telemedicina, consentendo visite e rilascio dei certificati malattia da remoto - ma solo in condizioni rigidamente regolamentate.
Nella sua impostazione iniziale, questa novità riguarderà principalmente i dipendenti del settore pubblico, in attesa di eventuali estensioni future agli impiegati privati. La piena operatività della procedura resta però subordinata a un accordo ulteriore in Conferenza Stato-Regioni, necessario per definire nel dettaglio:
-
I casi clinici idonei alla telecertificazione
-
Le modalità di identificazione del paziente
-
Le piattaforme tecnologiche certificate
-
Le linee guida per la valutazione remota
Solo con l'adozione di queste regole tecniche la telemedicina diventerà prassi abituale per il rilascio del certificato di malattia a distanza. Fino a quel momento, resta in vigore l'obbligo di visita in presenza. L'impostazione italiana segue le migliori esperienze internazionali, ma si distingue per la forte enfasi su sicurezza dei dati, validità documentale e tutela dei soggetti coinvolti. Questo percorso evidenzia come, anche nell'ambito della digitalizzazione, sia indispensabile una regolamentazione chiara e condivisa tra tutti gli attori istituzionali.
Requisiti, procedure e piattaforme: le regole per la telemedicina valida ai fini del certificato
Le modalità operative per il conferimento della certificazione di malattia tramite telemedicina saranno dettagliate da un decreto attuativo emanato dal Ministero della Salute e condiviso in sede di Conferenza Stato-Regioni. Gli elementi indispensabili perché la televisita possa produrre un certificato malattia a distanza valido sono:
-
Conoscenza pregressa del paziente: il contatto deve avvenire tra medico e assistito già seguiti nel tempo dalla stessa figura professionale.
-
Validità clinica della visita a distanza: solo condizioni che consentono un adeguato giudizio clinico tramite osservazione remota sono ammissibili.
-
Piattaforme di telemedicina certificate: sono escluse videochiamate con sistemi non certificati (come WhatsApp); vanno utilizzate piattaforme che garantiscono sicurezza, tracciabilità e protezione dei dati sanitari, ad esempio quelle dell'Agenas.
-
Tracciabilità dell'evento: ogni consulto deve lasciare evidenza digitale sicura, inclusi identificazione univoca del paziente e conservazione dei dati.
La visita, nella pratica, potrà svolgersi attraverso:
-
Colloquio video certificato con il paziente
-
Analisi di referti digitali o immagini inviate attraverso canali protetti
-
Utilizzo di dispositivi digitali per la rilevazione di parametri clinici (es. saturimetri collegati online)
Al termine della valutazione, il medico - solo se in possesso dei requisiti formali e se la situazione clinica lo consente - potrà inviare
il certificato malattia a distanza tramite i soliti canali digitali all'INPS ed eventualmente all'azienda, come previsto dall'attuale sistema di trasmissione telematica. Per i lavoratori pubblici, si conferma l'esclusione dei comparti Difesa-Sicurezza-Vigili del Fuoco.
Responsabilità del medico, sanzioni e tutele per lavoratori e datori di lavoro
La digitalizzazione della procedura non riduce il carico di responsabilità legale e deontologica a carico del sanitario. Restano infatti in vigore le medesime regole di responsabilità previste dalla normativa già vigente. In particolare:
-
Il medico deve sempre attestare in modo veritiero lo stato di salute e l'effettiva impossibilità al lavoro
-
La certificazione rilasciata, anche a distanza, deve essere basata su dati oggettivi e accertamenti attendibili, pena le gravi sanzioni previste dal decreto legislativo (dalla sospensione alla radiazione dall'albo; risoluzione del contratto; decadenza da convenzioni)
Per i lavoratori, la riforma tutela il diritto all'assenza giustificata anche quando la certificazione avviene in modalità remota, purché siano rispettati i criteri previsti dalla legge. Le aziende, dal canto loro, continuano ad avere la possibilità di verificare la veridicità dell'assenza attraverso le consuete procedure di controllo (visite fiscali, consultazione della documentazione tramite portali ufficiali, richiesta del PUC).
La massima attenzione resta affidata all'etica, alla trasparenza e alla corretta gestione dei dati sanitari, fondamentali sia per la tutela individuale che per evitare abusi o contenziosi potenzialmente dannosi:
Responsabile
|
Sanzione
|
Medico
|
Sospensione, radiazione dall'albo, decadenza convenzione
|
Lavoratore
|
Perdita indennità INPS, sanzioni disciplinari
|
Datore di lavoro
|
Poteri di controllo invariati
|
Dubbi aperti e questioni ancora da chiarire: limiti, vantaggi, criticità e scenari futuri
Nonostante i passi avanti, diverse questioni restano in sospeso. L'applicazione della nuova disciplina del certificato malattia a distanza pone numerosi interrogativi sia di natura clinica sia organizzativa. Alcuni punti critici ancora da definire riguardano:
-
La definizione dei casi clinici davvero idonei alla valutazione da remoto
-
La soluzione tecnica per l'identificazione certa e sicura dei pazienti
-
Le modalità per la conservazione digitale dei certificati secondo gli standard di integrità e autenticità richiesti
-
L'integrazione della telecertificazione con le specificità dei diversi sistemi regionali
Un ulteriore elemento di discussione riguarda la possibile estensione futura della misura ai lavoratori del settore privato e la valutazione, già proposta a livello europeo, di forme di auto-attestazione per periodi brevi di malattia, che assicurerebbero snellimento della procedura e riduzione degli oneri burocratici.
Nel medio periodo, l'efficace attuazione dipenderà dall'aggiornamento costante delle regole tecniche, dal monitoraggio delle piattaforme utilizzate e dal consolidamento delle competenze digitali del personale sanitario. Solo una gestione condivisa e affidabile potrà bilanciare vantaggi di innovazione e tutele, garantendo nuovi standard di sicurezza e accessibilità.
Leggi anche