La definizione di povertà non è, in realtà, assoluta e uguale per tutti. Secondo quanto riportato dalla normativa vigente, infatti, per ogni tipologia di persona o famiglia esiste una diversa soglia di povertà.
Quando si viene definiti poveri in Italia? Si sente spesso parlare negli ultimi tempi di un aumento diffuso della povertà in Italia. Per tanti, dopo la pandemia a causa del Covid, certamente le condizioni economiche di vita sono peggiorate, per altri sono decisamente precipitate. Cerchiamo di capire di seguito quando si viene considerati e cosa si può avere.
La definizione di povertà non è, in realtà, assoluta e uguale per tutti.
Secondo quanto riportato dalla normativa vigente, infatti, per ogni tipologia di persona o famiglia esiste una diversa soglia di povertà.
Si tratta dello specifico parametro che stabilisce il reddito al di sotto del quale una famiglia o un singolo soggetto possono essere considerati poveri.
Per esempio, una famiglia composta da una persona è considerata relativamente povera se ha un reddito medio inferiore a 640 euro al mese, mentre una famiglia con un figlio a carico è considerata relativamente povera se ha un reddito medio netto mensile inferiore ai 1.400 euro.
Secondo l'Istat, è aumentata la povertà negli ultimi due anni ed è stato il risultato dell’andamento dell'inflazione che ha raggiunto livelli altissimi.
Tra il 2022 e il 2023, la percentuale di famiglie in condizione di povertà assoluta è, infatti, cresciuta, raggiungendo l’8,3%, in aumento rispetto al 7,7% del 2021. Questo si traduce in 2,18 milioni di famiglie e oltre 5,6 milioni di individui.
Sono tanti e diversi gli aiuti che possono ottenere coloro che risultano poveri.
Tra i principali vi sono:
Ognuno di tali aiuti riportati prevede condizioni e regole specifiche di accesso.
La maggior parte di essi deve essere appositamente richiesto, all’Inps o al Comune di residenza, presentando un’apposita domanda e secondo le relative procedure indicate.