Come cambia busta paga Settembre-Dicembre con aumento stipendi, arretrati, rimborsi, premi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come e di quanto cambiano gli stipendi in busta paga da settembre a dicembre per i lavoratori italiani: attese, simulazioni e cosa aspettarsi

All’indomani delle misure approvate dal governo Draghi con il Decreto Aiuti bis, tra decontribuzione e detassazione welfare, ancora attesa del pagamento del bonus di 200 euro una tantum di luglio a specifiche categorie di persone, molti lavoratori italiani aspettano aumenti e novità nelle prossime buste paga da settembre a dicembre. Vediamo di seguito allora come cambia la busta paga da Settembre-Dicembre con aumento stipendi, arretrati, rimborsi, detassazione welfare?

  • Busta paga lavoratori e aumenti stipendi con rimborsi
  • Aumento stipendi buste paga da settembre a dicembre cosa cambia con arretrati e detassazione welfare

Busta paga lavoratori e aumenti stipendi con rimborsi

Le buste paga dei lavoratori italiani cambiano da settembre a dicembre innanzitutto e sicuramente per effetto del riconoscimento dei rimborsi derivanti da dichiarazione dei redditi.

Chi ha, infatti, maturato un credito, pagando più imposte del dovuto e ha diritto al rimborso di un determinato importo, lo riceve in busta paga in mensilità differenti a seconda di quando è stata presentata la stessa dichiarazione dei redditi.

Il calendario dei rimborsi da effettuare in base a crediti derivanti da dichiarazione dei redditi con 730 riporta le seguenti date:

  • il 19 agosto per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi a giugno;
  • il 23 settembre per le dichiarazioni presentate dal 21 giugno al 15 luglio,
  • il 15 ottobre per le dichiarazioni presentate dal 16 luglio al 31 agosto,
  • il 30 novembre per le dichiarazioni presentate dal 1 al 30 settembre.
Dunque, gli stipendi di settembre saranno più alti certamente per chi ha diritto a ricevere rimborsi 730 e in misura variabile per ognuno. 

Aumento stipendi buste paga da settembre a dicembre cosa cambia con arretrati e detassazione welfare

Bisogna, invece, aspettare la busta paga di ottobre per vedere gli effetti della decontribuzione al 2%, decisa dal Decreto Aiuti bis per aumentare gli stipendi dei lavoratori contro l’inflazione galoppante, e che, secondo alcune simulazioni, dovrebbe prevedere aumenti di 18-30 euro circa in più al mese che possono aumentare fino a 125 euro circa complessivi per chi percepisce stipendi fino a 2.600, con risultati di aumenti maggiori per chi percepisce stipendi più alti e aumenti minori per chi percepisce stipendi di importi inferiori.

Gli aumenti degli stipendi per effetto della decontribuzione, secondo quanto stabilito dal Decreto Aiuti bis, saranno dal primo ottobre al 31 dicembre e poi la misura cesserà i suoi effetti. Saranno, però, riconosciuti anche arretrati, dal mese di settembre, per ulteriori aumenti degli stipendi seppur solo di qualche decina di euro. 

Quando si parla di arretrati per aumenti degli stipendi non si fa riferimento solo a circa 15-50 euro della mensilità di settembre per possibile effetto retroattivo della decontribuzione al 2% ma anche eventuali arretrati che devono corrisposti ai lavoratori per rinnovi in ritardo dei rispettivi Ccnl e in questi casi si tratta di importi variabili che dipenderanno da quanto previsto dal rinnovo del Ccnl, tipologia di Ccnl, ecc.

A decontribuzione e arretrati, per le buste paga da ottobre a dicembre si prevedono aumenti anche per effetto della detassazione welfare, con raddoppio della soglia esentasse per i fringe benefit aziendali, detassati da 258 a 516 euro, permettendo, dunque, ai lavoratori dipendenti di risparmiare fino a quasi 600 euro sullo stipendio, nei casi in cui, specifichiamo, vengono riconosciuti ai lavoratori benefit aziendali da detassare.

Senza dimenticare che la busta paga di ottobre per alcuni lavoratori sarà ‘più ricca’ di 200 euro, considerando che vi sono alcune categorie di persone che aspettano ancora di avere il bonus di 200 euro una tantum di luglio.

L’aumento dei 200 euro per il bonus di 200 euro di luglio ancora atteso spetta infatti a:

  • lavoratori domestici;
  • co.co.co, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • collaboratori e lavoratori stagionali; 
  • lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo;
  • lavoratori autonomi privi di partita Iva non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
  • precari della scuola; 
  • collaboratori sportivi;
  • lavoratori che non hanno usufruito dello sgravio contributivo entro i primi sei mesi dell’anno perché magari interessati da eventi coperti da contributivi figurativi Inps, per esempio nei casi di maternità o di lavoratori in cassa integrazione.