Dal 2026 il settore del lavoro domestico in Italia vivrà un cambiamento significativo in seguito al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) per colf e badanti. Le nuove regole, previste dall’intesa tra sindacati e associazioni datoriali, introducono correzioni sui trattamenti retributivi, sulle tutele normative e sulle opportunità di formazione.
Per le famiglie che si avvalgono di assistenti a domicilio e per chi opera come badante, questi provvedimenti riguardano diversi aspetti: incrementi di stipendio, nuove agevolazioni fiscali, accesso ampliato ai permessi per la cura di familiari e un rafforzamento della professionalità del settore.
Il nuovo CCNL: decorrenza, durata e cosa cambia per il lavoro domestico
Il Ccnl del lavoro delle badanti è stato rinnovato il 28 ottobre 2025. La decorrenza è fissata al 1° novembre 2025 e la validità è triennale, cioè fino al 31 ottobre 2028, con possibilità di rinnovo automatico salvo disdetta preventiva di almeno tre mesi tra le parti via PEC o raccomandata.
Il nuovo assetto introduce novità essenziali sia per i collaboratori domestici che per le famiglie datrici di lavoro. L’applicabilità si estende a tutte le assunzioni domestiche, inclusi rapporti part-time e saltuari. L’obiettivo centrale è adeguare le retribuzioni al costo della vita, rafforzare le tutele e riconoscere la dimensione professionale di chi opera nell’assistenza familiare e domiciliare. Sono, nel dettaglio, previsti:
- Introduzione di aumenti retributivi strutturali e programmati
- Maggiori diritti su permessi e genitorialità, anche per casi complessi come genitori intenzionali
- Potenziamento dei percorsi di formazione e indennità legate alla certificazione professionale
- Automatismo nell’aggiornamento delle tabelle retributive con maggiore aderenza all’inflazione (passaggio dall’80% al 90% di copertura rispetto all'ISTAT)
- Nuova festività nazionale retribuita: 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi.
Aumenti degli stipendi per le badanti: importi, scadenze e rivalutazione
Il principale cambiamento per il 2026 è rappresentato dagli incrementi salariali previsti per colf, badanti e baby-sitter. L’intesa sindacale stabilisce aumenti progressivi, parametrati soprattutto sul livello "BS", tra i più rappresentativi del settore:
- 40 euro lordi mensili dal 1° gennaio 2026
- 30 euro lordi mensili dal 1° gennaio 2027
- 15 euro lordi mensili dal 1° gennaio 2028
- 15 euro lordi mensili dal 1° settembre 2028
Questi aumenti saranno integrati dalla
rivalutazione annuale dei minimi salariali all’indice Istat. Dal 2026, la percentuale di adeguamento salirà al
90% dell’indice rilevato a novembre, contro l’80% del regime precedente, offrendo
maggiore tutela contro la perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione.
| Tranche |
Data decorrenza |
Aumento lordo mensile |
| Prima |
1 gennaio 2026 |
+40 € |
| Seconda |
1 gennaio 2027 |
+30 € |
| Terza |
1 gennaio 2028 |
+15 € |
| Quarta |
1 settembre 2028 |
+15 € |
Alla componente strutturale si aggiunge il recupero di 135,75 euro per adeguamento al costo della vita nel periodo 2021-2025. In totale, la retribuzione minima potrà crescere di oltre 230 euro lordi al mese per i livelli medi.
Come cambiano i costi per le famiglie: simulazioni e impatto economico
Le famiglie che impiegano assistenti familiari dovranno considerare una spesa più elevata. Oltre all’incremento diretto dei minimi retributivi e all’aumento ISTAT, occorre aggiungere i maggiori oneri contributivi annuali.
Secondo le simulazioni elaborate su base CCNL e dati di Assindatcolf, l’impatto economico annuo per le famiglie atteso per profilo è il seguente:
| Profilo |
Ore/settimana |
Aumento mensile dal 2026 (€) |
Aumento annuo stimato (€) |
| Badante convivente |
54 |
~75 |
~850-900 |
| Baby-sitter livello BS |
40 |
~83 |
~900-1.000 |
| Colf livello B |
25 |
~53 |
~600 |
L’aumento complessivo a regime può superare i 230 euro mensili per i livelli medi BS, considerando:
- Incrementi contrattuali (100 euro mensili complessivi)
- Rivalutazione 2021–2025 (+135,75 euro)
- Adeguamenti ISTAT annuali
- Oneri previdenziali e contributivi aggiornati.
L’impatto finale varierà secondo il tipo di rapporto:
- Convivente o non convivente
- Numero di ore settimanali
- Livello d’inquadramento
- Eventuale riconoscimento di indennità (mansioni specializzate, sostituzioni, formazione certificata)
Questa
maggiore spesa rappresenta comunque un investimento nella qualità e nella regolarità dei rapporti di lavoro domestico, con l’obiettivo di ridurre situazioni di irregolarità che troppo spesso caratterizzano il comparto.
Nuove regole su permessi, congedi parentali e tutele per la genitorialità
Le novità del Ccnl riguardano anche i diritti sociali perle badanti, con specifiche misure a tutela di maternità, paternità e genitorialità. Le principali innovazioni sono:
- Congedo parentale non retribuito fino a 4 mesi, spettante sia alla madre che al padre lavoratore
- Permessi non retribuiti fino a 16 ore annue (ridotte a 12 per casi specifici) per lavoratori conviventi, 12 ore per non conviventi con almeno 30 ore settimanali
- Nuovo diritto a permessi per assistenza a familiari disabili certificati (introduzione della tutela della Legge 104/92 anche nel settore domestico per la prima volta)
- Rafforzamento del divieto di licenziamento durante periodi protetti e possibilità di congedo per genitori intenzionali
- Estensione delle tutele anche ai caregivers per famiglie omogenitoriali e ricostituite.
Formazione professionale e nuove indennità: cosa cambia dal 2026
Dal 2026 acquisisce nuova rilevanza la
formazione professionale nel settore domestico. Il contratto aggiorna i criteri per accedere all’indennità EBINCOLF:
- Indennità mensile per certificazione professionale aumentata a 30 euro per chi conclude percorsi di formazione accreditati
- Più ampio accesso a corsi e aggiornamenti certificati secondo la UNI 11766:2019
- Rilevanza nella valutazione dell’inquadramento e nei percorsi di carriera del comparto domestico
La
valorizzazione delle competenze e delle qualifiche rappresenta un passo importante verso una professionalizzazione riconosciuta, con impatti sul piano salariale e sulla qualità delle prestazioni erogate.
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