Come, quanto e per chi aumentano buste paga e stipendi con nuove misure e bonus: rischi possibili a seguito di controlli e verifiche Inps
Come saranno riverificati aumenti buste paga di 40-200 euro e 350 euro di bonus e a rischio nel 2023? Ricevere aumenti in busta paga per effetto delle ultime novità approvate tra Decreto Aiuti bis e Decreto Aiuti Ter con la possibilità di restituire i soldi ricevuti è il rischio che in tanti potrebbero correre.
Per poter, infatti, usufruire degli aumenti degli stipendi per la decontribuzione al 2% e relativi arretrati, detassazione welfare e bonus una tantum di 200 euro di luglio e di 150 euro di novembre, i lavoratori devono soddisfare specifici requisiti, soprattutto reddituali, e se tali requisiti non vengono effettivamente soddisfatti, potrebbero esserci conseguenze.
Gli aumenti in busta paga per la decontribuzione al 2% saranno, dunque, solo di qualche decina di euro in più fino alla fine dell’anno e solo per chi ha un reddito annuo riferito al 2021 entro i 35mila euro, ciò significa per chi prende stipendi mensili entro i 2.692 euro, mentre non ci sarà alcun aumento in busta paga per chi percepisce stipendi mensili dai 2.700 euro in poi.
Per fare un esempio di calcolo di aumenti degli stipendi per la decontribuzione, chi ha uno stipendio di mille euro avrà 20 euro al mese di aumento da ottobre a dicembre per un totale di 60 euro a cui aggiungere ulteriori 60 euro da luglio a settembre per un importo complessivo di 120 euro in più.
Chi prende uno stipendio 1.200 euro al mese avrà, invece, un aumento di 24 euro per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, per un aumento complessivo di 72 euro fino a dicembre per la decontribuzione, aggiungerà ulteriori 72 euro per i tre mesi di arretrati di luglio, agosto e settembre, mentre per uno stipendio medio di 1.300 euro, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre l’aumento sarà di 26 euro al mese, per un aumento complessivo di 78 euro fino a dicembre a cui aggiungere ulteriori 78 euro di arretrati da luglio, per un totale di 156 euro.
Chi percepisce, invece, uno stipendio di 1.800 euro al mese avrà un aumento complessivo per la decontribuzione compresi gli arretrati di 216, mentre chi prende uno stipendio di 2mila euro da ottobre avrà 40 euro in più in busta paga per un totale di 120 euro fino a dicembre a cui aggiungere un aumento di ulteriori 120 euro di arretrati da luglio ad ottobre e così via fino a raggiungere i 2.692 euro di stipendi per cui valgono gli aumenti per decontribuzione e detassazione sugli stipendi.
Ma non solo: a contribuire ad aumentare le buste paga fino a dicembre anche i 350 euro di bonus una tantum. Si tratta della somma tra i 200 euro di bonus una tantum di luglio, che la maggior parte di persone ha già percepito, mentre altre categorie di persone ancora nel attendono il pagamento, e del nuovo bonus di 150 euro una tantum di novembre, ancora da pagare a tutti i beneficiari individuati dalla legge.
Il meccanismo di pagamento del bonus una tantum nuovo di 150 euro sarà lo stesso previsto per il pagamento del bonus di 200 euro di luglio, per cui alcuni hanno ricevuto il pagamento in automatico, altri hanno dovuto presentarvi apposita domanda, altri attendono ancora di presentarla per avere i 200 euro.
Il bonus 200 euro è stato erogato, e lo sarà alle categorie ancora in attesa di riceverlo, in automatico a chi spetta, sia direttamente e sia su presentazione di relativa domanda, riservandosi però il diritto a procedere con controlli per verificare l’effettiva sussistenza dei requisiti per avere il bonus da parte dei richiedenti.
Per la conferma del bonus di 200 euro erogato dall’Inps, i lavoratori dipendenti devono avere avuto un reddito annuo entro i 35mila euro nel 2021 e usufruito dell’esonero contributivo dello 0,80% entro il 23 giugno e se dai controlli dovessero emergere problemi, per esempio, se il richiedente ha superato il limite reddituale dei 35mila euro nel 2021, allora il bonus ricevuto è a rischio e deve essere interamente restituito.
Stesso discorso vale per il pagamento dei 150 euro di nuovo bonus una tantum di novembre: anche chi lo avrà direttamente, sarà successivamente oggetto di verifiche per la conferma del beneficio o la restituzione dello stesso.
Considerando i tempi di pagamento ancora del bonus di 200 euro, che potrebbero allungarsi per titolari di Partita Iva fino a dicembre e addirittura al prossimo gennaio 2023, e del nuovo bonus di 150 euro che, secondo le stime, dovrebbe iniziare ad essere pagato a novembre per arrivare anche a pagamenti fino a gennaio-febbraio 2023, il rischio di dover restituire i 350 euro di bonus totali potrebbe allungarsi ancora nel 2023.
Precisiamo che misure per aumentare gli stipendi e bonus una tantum, di luglio e novembre appunto, non ci saranno nel 2023 secondo quanto al momento stabilito ma probabilmente sostituiti da ulteriori misure per aumentare gli stipendi e continuare a garantire ai lavoratori maggiore potere di acquisto contro l'elevata inflazione.