Quali sono le novità al via da settembre per gli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani e cosa potrebbe cambiare ancora: chiarimenti
Quali sono le novità per gli stipendi attese a Settembre e non solo per modifica in busta paga? Dopo l’aumento degli stipendi già calcolato a luglio con l’ulteriore taglio del cuneo fiscale aumentato dal 3% al 7% per redditi annui entro i 25mila euro e dal 2% al 6% per redditi annui tra i 25mila e i 35mila euro, si va verso ulteriori modifiche per gli stipendi a settembre. Vediamo quali saranno.
Dal primo settembre scatta il riconoscimento della soglia esentasse fino a 3mila euro dei fringe benefit da parte dei datori di lavoro ma solo ai lavoratori dipendenti con figli minori.
I fringe benefit sono somme relative all’uso di beni e servizi che si aggiungono alla retribuzione principale del lavoratore dipendente e da settembre cambiano ufficialmente i limiti per la non imponibilità dell’agevolazione che può essere concessa ai lavoratori dai datori di lavoro.
L’Agenzia delle Entrate ha specificato che rientrano tra i bonus che non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche di energia elettrica, acqua e gas.
Rientrano nei fringe benefit con soglia esentasse entro i 3mila euro, tra gli altri, buoni pasto, buoni cellulari aziendali, buoni computer aziendali, auto aziendali, borse di studio, alloggi dati in uso ai dipendenti, prestiti agevolati, polizze assicurative extraprofessionali.
A settembre entrano anche in vigore le nuove regole di detassazione per lavoro notturno e festivo per lavoratori del comparto turistico e il riconoscimento ai lavoratori del settore del turismo, compresi gli stabilimenti termali, con un reddito fino a 40.000 euro, di una somma a titolo di trattamento integrativo speciale pari al 15% delle retribuzioni lorde per lavoro notturno e lavoro straordinario.
Al di là delle novità per gli stipendi ufficialmente in vigore da settembre, proprio nello stesso mese sono attese ulteriori possibili modifiche in merito che potrebbero arrivare con il nuovo Decreto Lavoro, che potrebbe essere presentato proprio tra fine settembre e inizio ottobre.
Stando alle anticipazioni, la misura principale del nuovo Decreto Lavoro dovrebbe essere l’ulteriore taglio del cuneo fiscale deciso dal governo con il Decreto Lavoro di maggio da rendere strutturale. Il governo ha, infatti, aumentato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023 portandolo dal 3% al 7% per redditi fino a 25mila e dal 2% al 6% per lavoratori con redditi fino a 35mila euro, ma in via temporanea fino a fine anno.
L’obiettivo del governo è quello di prorogare la misura, rendendola strutturale, ma in mancanza di tale possibilità quanto meno prorogarla almeno per i primi sei mesi del nuovo anno.
Altre misure attese con il nuovo Decreto Lavoro di settembre sarebbero:
Dopo settembre, dopo cioè la presentazione della Nadef, nota di aggiornamento al Def, in base alle risorse economiche disponibili effettivamente, si potrebbero iniziare a definire già per la prossima Manovra alcune misure della delega fiscale, come un inizio della revisione dell’Irpef ma partendo dai redditi più bassi, altrimenti la misura costerebbe troppo, o la revisione della tassazione tfr, nonché prevedere nuova detassazione della tredicesima o nuovo bonus una tantum 150-200 euro.