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Accertamento automatico in base agli ISA (Pagella fiscale) dell'Agenzia delle Entrate non è sempre valido per Cassazione

di Marianna Quatraro pubblicato il
Accertamento automatico ISA Cassazione

L'Agenzia delle Entrate non può più usare gli Isa per accertamenti fiscali automatici dei ricavi dichiarati: cosa ha stabilito la Corte di Giustizia Tributaria di Padova

L’attuale panorama del controllo fiscale in Italia pone al centro della verifica dei redditi dei titolari di partita IVA gli Indici sintetici di affidabilità, strumenti alla base delle valutazioni dell’Agenzia delle Entrate. Il sistema attribuisce un punteggio, spesso denominato “pagella fiscale”, che incide su semplificazioni, controlli e rischi per il contribuente. Ora le novità derivano dalla recente pronuncia della Corte di Giustizia Tributaria di Padova. 

Come funzionano gli accertamenti fiscali ISA dell’Agenzia delle Entrate

Gli ISA sono strumenti di misurazione della performance fiscale dei titolari di partita IVA. Ogni anno, in fase di dichiarazione dei redditi, il contribuente deve compilare un apposito modulo in cui indica una serie di dati economici e contabili.

L’Agenzia delle Entrate, tramite un software dedicato, elabora tali dati combinandoli con quelli storici in suo possesso, riferiti anche a sette anni precedenti. Il risultato finale è un punteggio che riflette sia indicatori di affidabilità sia eventuali indicatori di anomalia:

  • Affidabilità: elementi come rapporto tra ricavi e addetti, redditività, coerenza tra dati dichiarati e risultanze di altri modelli o banche dati;
  • Anomalia: segnali che possono indicare scostamenti significativi rispetto ai parametri statistici di riferimento o rispetto al comportamento medio della categoria omogenea.
Il punteggio ottenuto si muove su una scala da 1 a 10. Soglie superiori a 8 comportano accesso diretto a benefici premiali, mentre valori sotto la sufficienza generano maggiori probabilità di accertamenti. È previsto anche un meccanismo di miglioramento volontario del voto tramite l’inserimento di ulteriori componenti positivi, da assoggettare a imposta.
Punteggio ISA Implicazioni
Da 1 a 6 Maggiore rischio di controlli
6–8 Neutralità fiscale
8–10 Accesso a benefici premiali

Una corretta compilazione dei dati è essenziale: la normativa precisa che eventuali errori comportano la perdita dei benefici e il recupero delle somme indebitamente compensate, oltre all’applicazione di sanzioni.

Benefici premiali e rischi: la pagella fiscale e le conseguenze del punteggio ISA

La cosiddetta “pagella fiscale” determina una serie di vantaggi in relazione al livello di affidabilità raggiunto, nonché rischi in caso di punteggio modesto. I benefici vengono aggiornati annualmente dall’Agenzia delle Entrate tramite specifico provvedimento, tenendo conto delle evoluzioni normative (vedi i provvedimenti dell’11 aprile 2025 per l’anno in corso):

  • Esonero dal visto di conformità per compensazioni di crediti IVA fino a 70.000 euro e di imposte dirette fino a 50.000 euro (per punteggi almeno pari a 9);
  • Esclusione dall’applicazione delle norme sulle società non operative quando il voto medio degli ultimi due esercizi è almeno 9;
  • Esclusione degli accertamenti basati su semplici presunzioni, con punteggi superiori a 8,5;
  • Riduzione dei termini di decadenza per l’accertamento di un anno per chi raggiunge almeno 8 punti;
  • Rimborso IVA senza necessità di visto o garanzia fino alle soglie indicate per punteggi di 8 o 9.
Di contro, soglie di affidabilità inferiori aumentano esponenzialmente la probabilità di inserimento nelle liste selettive per eventuali controlli. Inoltre, la dichiarazione di dati non corretti, anche se presentata tardivamente (entro 90 giorni), può portare al recupero dei crediti indebitamente compensati e a sanzioni severe.
Vantaggio Punteggio Richiesto
Esonero visto compensazione IVA 8+ (fino a 50.000 euro), 9 (fino a 70.000 euro)
Esclusione società di comodo 9
Riduzione termini accertamento 8
Esclusione accertamenti presuntivi 8,5–9

Il sistema, dunque, incentiva comportamenti virtuosi e una trasparente compilazione dei dati. Il mancato raggiungimento delle soglie impatta negativamente non solo sull’accesso alle agevolazioni, ma anche sul rischio di contestazioni future e frequenti verifiche fiscali.

La sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Padova e i limiti dell’accertamento automatico ISA

La pronuncia n. 425/2025 della Corte di Giustizia Tributaria di Padova ha fornito una lettura essenziale sui limiti dell’impiego automatico degli ISA per scopi accertativi. Il giudice ha chiarito come le risultanze del “voto” attribuito dall’Agenzia siano sì uno strumento utile per valutare genericamente la posizione del contribuente, ma non possono rappresentare da sole base certa per accertamenti fiscali automatici dei ricavi dichiarati.

In particolare, la sentenza ha sottolineato l’importanza del contesto economico in cui l’impresa si trova a operare. Situazioni oggettive quali crisi di settore successive alla pandemia o l’intensificarsi della concorrenza sul territorio locale possono giustificare ricavi inferiori rispetto alla media statistica di riferimento.

Ciò significa che, anche in presenza di un punteggio ISA ritenuto basso, il giudice tributario dovrà valutare se il contribuente abbia fornito giustificazioni solide e documentate delle sue performance economiche:

  • L’Agenzia delle Entrate non può procedere a recuperi automatici fondando l’intero accertamento solo sull’esito ISA;
  • Il contraddittorio e l’analisi della documentazione presentata dal contribuente restano pilastri necessari nel procedimento;
  • Eventuali difficoltà economiche oggettive (post-pandemia, crisi settoriali, nuova concorrenza) devono essere doverosamente considerate dall’amministrazione.
La pronuncia amplia le garanzie per chi, pur presentando un punteggio insufficiente, può dimostrare che il livello dei propri ricavi o compensi è frutto di situazioni eccezionali o di cambiamenti strutturali del mercato piuttosto che di un intento evasivo.

 



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