L'Agenzia delle Entrate non può più usare gli Isa per accertamenti fiscali automatici dei ricavi dichiarati: cosa ha stabilito la Corte di Giustizia Tributaria di Padova
L’attuale panorama del controllo fiscale in Italia pone al centro della verifica dei redditi dei titolari di partita IVA gli Indici sintetici di affidabilità, strumenti alla base delle valutazioni dell’Agenzia delle Entrate. Il sistema attribuisce un punteggio, spesso denominato “pagella fiscale”, che incide su semplificazioni, controlli e rischi per il contribuente. Ora le novità derivano dalla recente pronuncia della Corte di Giustizia Tributaria di Padova.
Gli ISA sono strumenti di misurazione della performance fiscale dei titolari di partita IVA. Ogni anno, in fase di dichiarazione dei redditi, il contribuente deve compilare un apposito modulo in cui indica una serie di dati economici e contabili.
L’Agenzia delle Entrate, tramite un software dedicato, elabora tali dati combinandoli con quelli storici in suo possesso, riferiti anche a sette anni precedenti. Il risultato finale è un punteggio che riflette sia indicatori di affidabilità sia eventuali indicatori di anomalia:
| Punteggio ISA | Implicazioni |
| Da 1 a 6 | Maggiore rischio di controlli |
| 6–8 | Neutralità fiscale |
| 8–10 | Accesso a benefici premiali |
Una corretta compilazione dei dati è essenziale: la normativa precisa che eventuali errori comportano la perdita dei benefici e il recupero delle somme indebitamente compensate, oltre all’applicazione di sanzioni.
La cosiddetta “pagella fiscale” determina una serie di vantaggi in relazione al livello di affidabilità raggiunto, nonché rischi in caso di punteggio modesto. I benefici vengono aggiornati annualmente dall’Agenzia delle Entrate tramite specifico provvedimento, tenendo conto delle evoluzioni normative (vedi i provvedimenti dell’11 aprile 2025 per l’anno in corso):
| Vantaggio | Punteggio Richiesto |
| Esonero visto compensazione IVA | 8+ (fino a 50.000 euro), 9 (fino a 70.000 euro) |
| Esclusione società di comodo | 9 |
| Riduzione termini accertamento | 8 |
| Esclusione accertamenti presuntivi | 8,5–9 |
Il sistema, dunque, incentiva comportamenti virtuosi e una trasparente compilazione dei dati. Il mancato raggiungimento delle soglie impatta negativamente non solo sull’accesso alle agevolazioni, ma anche sul rischio di contestazioni future e frequenti verifiche fiscali.
La pronuncia n. 425/2025 della Corte di Giustizia Tributaria di Padova ha fornito una lettura essenziale sui limiti dell’impiego automatico degli ISA per scopi accertativi. Il giudice ha chiarito come le risultanze del “voto” attribuito dall’Agenzia siano sì uno strumento utile per valutare genericamente la posizione del contribuente, ma non possono rappresentare da sole base certa per accertamenti fiscali automatici dei ricavi dichiarati.
In particolare, la sentenza ha sottolineato l’importanza del contesto economico in cui l’impresa si trova a operare. Situazioni oggettive quali crisi di settore successive alla pandemia o l’intensificarsi della concorrenza sul territorio locale possono giustificare ricavi inferiori rispetto alla media statistica di riferimento.
Ciò significa che, anche in presenza di un punteggio ISA ritenuto basso, il giudice tributario dovrà valutare se il contribuente abbia fornito giustificazioni solide e documentate delle sue performance economiche: