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Conviene comprare un bond o una obbligazione perpetua? I pro e contro da considerare

di Marcello Tansini pubblicato il
Rendimenti attesi, regole e tassazione

Scegliere tra bond tradizionali e obbligazioni perpetue implica valutare caratteristiche, rischi e opportunitŕ specifiche. Tipologie, vantaggi, svantaggi, rischi tecnici e criteri utili.

Il mondo degli investimenti obbligazionari offre una varietà di strumenti, tra cui i titoli di debito tradizionali e le obbligazioni perpetue. Scegliere tra questi strumenti implica valutare diversi aspetti, come l'orizzonte temporale, la struttura dei flussi cedolari e il profilo di rischio associato. I bond tradizionali rappresentano uno dei metodi più consolidati per finanziare enti pubblici o imprese, offrendo agli investitori una remunerazione periodica e il rimborso del capitale alla scadenza. Al contrario, le obbligazioni perpetue, strumenti più complessi e meno diffusi, si distinguono per l'assenza di una data di scadenza e la promessa di flussi cedolari illimitati nel tempo.

Entrambi gli approcci offrono opportunità interessanti e presentano specifici rischi che devono essere compresi a fondo prima di prendere decisioni finanziarie. Prima di procedere con un acquisto, è essenziale chiarire quali siano le proprie esigenze di liquidità, il livello di rischio accettabile e la comprensione delle eventuali clausole contrattuali. Solo così sarà possibile stabilire se conviene comprarle rispetto ad altre alternative di investimento.

Tipologie di obbligazioni tradizionali e perpetue: caratteristiche a confronto

Le obbligazioni presentano una struttura di base comune: si tratta di titoli di debito che prevedono il rimborso del capitale investito e la corresponsione di interessi (cedole). La variegata tipologia degli strumenti obbligazionari dipende soprattutto dalla natura dell'emittente, dalla durata e dalla modalità di remunerazione:

  • Titoli di Stato: emessi da governi nazionali con finalità di finanziare spese pubbliche. Esemplari italiani sono BOT, BTP, CCT, CTZ, spesso caratterizzati da tassi fissi o variabili.
  • Corporate bond: titoli emessi da società private per sostenere crescita, acquisizioni o rifinanziamenti.
  • Obbligazioni indicizzate: il rendimento può essere legato all'inflazione o a tassi di interesse di riferimento come Euribor o BCE, permettendo una protezione rispetto alla perdita di potere d'acquisto.
  • Obbligazioni zero coupon: non prevedono cedole, ma il guadagno è rappresentato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore di rimborso a scadenza.
  • Obbligazioni strutturate e dual-currency: integrano componenti derivate o presentano valute diverse per il rimborso, aumentando la complessità e i rischi.
In questo ampio spettro troviamo anche le obbligazioni perpetue (o perpetual bond), la cui peculiarità è l'assenza di data di scadenza e la possibilità di percepire cedole a tempo indeterminato. Questi titoli si avvicinano per alcuni aspetti alle azioni, ma differiscono nella struttura dei pagamenti e nel grado di subordinazione in caso di crisi dell'emittente. Nel confronto tra le varie categorie, è indispensabile analizzare attentamente le condizioni contrattuali e la solidità dell'ente emittente per valutare quanto sia conveniente scegliere una forma rispetto all'altra.

I principali segmenti obbligazionari includono titoli a tasso fisso, variabile, subordinati e convertibili. Le obbligazioni perpetue occupano un posto distintivo in quanto strumenti ibridi, risultando più rischiose ma anche potenzialmente più redditizie, con una funzione di diversificazione soprattutto nei portafogli di investitori sofisticati.

Pro e contro delle obbligazioni tradizionali: rischio, rendimento e durata

L'acquisto di bond tradizionali presenta caratteristiche ben note e generalmente più accessibili:

  • Vantaggi: prevedibilità dei flussi cedolari e restituzione del capitale a scadenza, ampia scelta in termini di durata e rischio, liquidità mediamente elevata per le emissioni governative e corporate di grandi dimensioni. Permettono un'integrazione efficace all'interno di portafogli orientati alla conservazione del capitale o alla generazione di reddito regolare.
  • Svantaggi: esposizione al rischio di tasso di interesse (le quotazioni tendono a scendere se i tassi salgono), rischio di credito dell'emittente e rischio di inflazione laddove le cedole siano fisse. La mancanza di flessibilità all'aumentare dei tassi può penalizzare il valore di mercato, mentre per le emissioni a lunga scadenza la duration accentua la volatilità dei prezzi.
Il rendimento effettivo dipende dalla qualità dell'emittente e dal contesto macroeconomico. Il vantaggio fiscale in Italia (12,5% per i titoli di Stato) può rappresentare un ulteriore elemento di valutazione, così come la presenza di meccanismi di call o opzioni anticipation sul rimborso, che possono limitare i guadagni in determinati scenari. Infine, l'ampia diffusione e la chiarezza delle condizioni dei bond tradizionali li rendono particolarmente adatti a risparmiatori con minor propensione al rischio rispetto ai titoli subordinati o perpetui.

Pro e contro delle obbligazioni perpetue: opportunità, rischi specifici e peculiarità del mercato

I perpetual bond offrono un panorama ricco di sfaccettature:

  • Opportunità: cedole più elevate rispetto ai tradizionali bond di simile rating, incentivo dovuto al maggior rischio associato alla mancanza di scadenza. Consentono di diversificare il portafoglio e rappresentano una fonte di cash flow sostenuta per investitori che ricercano reddito nel lungo periodo.
  • Rischi: elevata volatilità sui mercati secondari causata dalle oscillazioni dei tassi di interesse, dalla percezione del rischio emittente e dalla subordinazione. In caso di difficoltà finanziarie dell'emittente (come dettagliato nei regolamenti degli strumenti AT1), è possibile la sospensione del pagamento delle cedole o addirittura la perdita del capitale investito. Il rischio di call anticipato, esercitabile a discrezione dell'emittente in determinate finestre temporali, limita il potenziale di apprezzamento del prezzo del titolo in caso di calo dei tassi.
Questi strumenti sono regolati da documentazioni articolate ed è essenziale leggerle attentamente. Il mercato secondario presenta una liquidità inferiore rispetto ai bond tradizionali, e alcuni strumenti perpetui, soprattutto nel comparto bancario e assicurativo, sono stati oggetto di episodi di write-down o conversione in capitale azionario in situazioni di stress, in linea con il quadro normativo di Basilea e della direttiva europea CRD IV. Gli investitori con orizzonte temporale molto lungo e propensione al rischio possono valutare la convenienza di questi titoli, mentre per chi privilegia la sicurezza, la scelta risulta meno idonea.

Caratteristiche tecniche e fattori di rischio delle perpetual bond

Le principali peculiarità dei bond perpetui includono:

  • Assenza di scadenza e possibilità di ricevere cedole a durata indefinita
  • In genere subordinazione rispetto ad altri creditori
  • Presenza di clausole call che rendono la perpetuità teorica
  • Possibili meccanismi di sospensione cedola e forte dipendenza dal rischio di credito dell'emittente
L'elevata duration finanziaria espone l'investitore a movimenti amplificati in caso di variazione dei tassi d'interesse, rendendo strategica la scelta del momento di ingresso.

Il rischio tassi d'interesse, call e volatilità sul mercato secondario

I perpetual bond risultano estremamente sensibili alle variazioni dei tassi di mercato. Un piccolo aumento dei tassi comporta una marcata riduzione del prezzo. Il rischio di call favorisce l'emittente, che può rimborsare il capitale in modo anticipato appena le condizioni di mercato diventano favorevoli. Questa incertezza si traduce in forte volatilità nelle fasi di mutamento macroeconomico, rendendo la liquidabilità meno prevedibile rispetto ai bond ordinari.

Focus sulle obbligazioni subordinate e Additional Tier 1 (AT1)

Le emissioni AT1, principalmente da parte di banche, sono esempi tipici di strumenti perpetui subordinati. Questi bond rappresentano capitale ibrido, con elevata subordinazione e possibilità di write-down o conversione in azioni in caso di crisi. Offrono rendimenti generosi ma sono rivolti a investitori esperti che conoscono dettagliatamente le clausole e hanno bassa avversione al rischio.

Guida pratica: criteri di valutazione e domande chiave per chi vuole investire

Prima di acquistare un obbligazione tradizionale o perpetua è consigliabile porsi alcune domande, tra cui:

  • Qual è l'orizzonte temporale desiderato e la tolleranza al rischio?
  • La struttura cedolare e la liquidità del titolo sono coerenti con le proprie necessità di reddito e flessibilità?
  • Vi sono specifiche clausole di call, conversione o write-down che potenzialmente incidono sui rendimenti attesi?
  • Il grado di subordinazione e la qualità dell'emittente sono sufficientemente valutati (rating, stabilità finanziaria, settore)?
  • Qual è l'impatto fiscale dei rendimenti?
Una verifica approfondita delle condizioni di mercato, delle caratteristiche regolamentari e della trasparenza dell'emittente è la premessa indispensabile per realizzare investimenti consapevoli in ottica di una corretta diversificazione del portafoglio.


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