La manovra finanziaria 2026 introduce un aumento della tassazione sugli affitti brevi, con novità su cedolare secca, regole per privati e società, nuovi obblighi, e chiari effetti sui proprietari di case che sceglievano di offrirle in locazione con questo sistema
L’affitto breve rappresenta una formula di locazione di immobili abitativi per periodi inferiori a 30 giorni consecutivi, sempre più diffusa nelle principali città italiane, in particolare nei centri turistici e nelle aree urbane ad alta domanda.
Dal 2026 il quadro relativo alla tassazione delle locazioni brevi sarà oggetto di un importante aggiornamento, con un incremento dell'imposizione sui redditi derivanti da questa attività.
Per le locazioni di breve durata, la disciplina fiscale di riferimento è quella prevista dall’art. 4 del Decreto Legge n. 50/2017), che introduce la cosiddetta "cedolare secca". Si tratta di un'imposta sostitutiva che consente di applicare un'aliquota fissa sui canoni percepiti, in alternativa alla tassazione ordinaria IRPEF e alle relative addizionali regionali e comunali.
Questa opzione era concepita inizialmente per i privati che assegnavano fino a quattro unità immobiliari alla locazione breve, così da agevolare chi non svolge attività imprenditoriale ma intende sfruttare immobili non abitati. Oltre tale numero, l’attività è assimilata a esercizio d’impresa, con conseguente obbligo di apertura di partita IVA e uscita dal regime della cedolare.
In sintesi:
La nuova regolamentazione coinvolge sia i privati che gli intermediari e le piattaforme operanti nel settore, come Airbnb e Booking.com, chiamati a operare come sostituti d’imposta – raccogliere le imposte dovute e versarle direttamente all’erario. In sintesi:
Restano esclusi dal provvedimento i contratti di locazione di durata superiore a 30 giorni e gli affitti con finalità diverse da quella abitativa residenziale. Anche le locazioni che superano il limite delle quattro unità continuano a essere assoggettate a regime ordinario con obbligo di partita IVA.
L’innalzamento della tassazione produrrà effetti immediati sulla redditività degli immobili dati in affitto breve. L’aumento della cedolare secca comporterà una riduzione del margine netto per i proprietari, con particolare impatto su coloro che basavano la loro strategia su immobili secondari e inattivi.
Anno | Aliquota su Affitti Brevi |
2025 | 21% (primo immobile); 26% (dal secondo) |
2026 | 26% su tutti gli immobili |
Gli operatori tradizionali del settore turistico, come alberghi e B&B, potrebbero beneficiare indirettamente dalla nuova impostazione, mentre per i proprietari di appartamenti dati in locazione breve la sostenibilità economica dell'attività potrebbe ridursi, specie in aree dove la domanda non compensa i maggiori costi fiscali.
Analizzare alcuni esempi pratici agevola la valutazione dell’impatto della nuova aliquota fiscale:
Tipologia proprietario | Aliquota 2025 | Aliquota 2026 |
Privato (1 sola unità) | 21% | 26% |
Privato (>1 unità) | 26% | 26% |
Società/Intermediario | 21-26% | 26% |