Ogni postazione di autovelox deve rispettare rigorosi criteri di legittimità, inclusi i requisiti di segnaletica e distanza, per essere considerata valida.
Le nuove disposizioni relative al posizionamento e all'uso dei misuratori gli autovelox, stabilite dal decreto ministeriale Infrastrutture-Interno dell'11 aprile 2024, sono entrate in vigore dopo 14 anni di attesa. Con l'inizio dell'estate 2024, è il momento di chiarire come queste norme influenzeranno gli automobilisti:
I controlli su strade extraurbane sono consentiti solo su tratti dove il limite di velocità è almeno 20 km/h superiore a quello generale stabilito dall'articolo 142 del Codice della strada. Per esempio, il limite è di 130 km/h sulle autostrade, 110 km/h sulle strade extraurbane principali e 90 km/h sulle altre strade extraurbane. In presenza di particolari condizioni del tracciato che richiedano limiti più bassi, questi devono essere segnalati adeguatamente e validi per distanze specifiche: almeno 2 km per le autostrade, 1,5 km per le strade extraurbane principali, 500 metri per le altre extraurbane e 250 metri per gli itinerari ciclopedonali.
Tra il segnale di limite e la postazione di controllo deve esserci almeno un chilometro di distanza. Tra due postazioni devono esserci distanze minime: 4 km in autostrada, 3 km sulle extraurbane principali e 1 km per le altre strade.
Sulle strade urbane di scorrimento, dove la velocità consentita può arrivare fino a 70 km/h, il limite non può essere inferiore a 50 km/h, salvo particolari criticità del tracciato. In questi casi, i limiti inferiori devono essere validi per almeno 400 metri. Sulle strade urbane di quartiere e locali, le postazioni mobili possono essere collocate solo se il limite è 50 km/h, senza deroghe. Sulle strade urbane ciclabili, il limite è di 30 km/h, e sugli itinerari ciclopedonali deve essere valido per almeno 250 metri.
Il segnale di limite deve essere posizionato ad almeno 200 metri dalla postazione sulle strade urbane di scorrimento e 75 metri per le altre strade urbane. Tra due postazioni, incluse quelle fisse, deve esserci una distanza minima di 1 km per le strade di scorrimento e 500 metri per le altre.
I rilevatori fissi possono essere utilizzati solo su strade extraurbane dove il limite locale non è inferiore di oltre 20 km/h a quello generale. Sono previste eccezioni per criticità di tracciato, con limiti validi per almeno 2.000 metri in autostrada, 1.500 metri sulle extraurbane principali, 500 metri per le altre extraurbane e 250 metri sugli itinerari ciclopedonali.
I controlli della velocità media sono consentiti solo su tratti con limite uniforme e senza diramazioni. La lunghezza del tratto sotto controllo non può essere inferiore a 1.000 metri.
Per la legittimità delle postazioni occorre una segnaletica di preavviso dei controlli. Deve esserci una segnaletica di preavviso a monte della postazione di controllo, sia essa fissa o mobile. Le distanze di posizionamento dei preavvisi sono di 250 metri per le autostrade e le strade extraurbane principali, 150 metri per le strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento, e 80 metri sulle altre strade.
Le nuove norme sugli autovelox hanno introdotto una serie di regole complesse e dettagliate che potrebbero dare adito a numerosi ricorsi legali. La complessità delle disposizioni e i margini di interpretazione lasciano spazio a diverse controversie.
La questione principale riguarda la regolarità dei verbali di violazione quando non tutte le condizioni previste dalle nuove norme vengono rispettate. Ogni singola inosservanza delle regole può infatti influire sulla validità dei verbali emessi. Questa incertezza apre la strada a un potenziale aumento dei ricorsi da parte degli automobilisti. Un punto di contesa riguarda l'omologazione degli apparecchi di rilevazione.
La Cassazione ha stabilito che ogni dispositivo di misurazione deve essere omologato. Fino a ora, il Ministero delle Infrastrutture ha rilasciato solo semplici approvazioni, non omologazioni. Questa discrepanza potrebbe essere un terreno fertile per ulteriori controversie legali.
La natura delicata, controversa e complessa della materia, unita all'alto tasso di litigiosità già esistente, fa prevedere un aumento dei contenziosi legali. Le differenti interpretazioni delle norme e le decisioni dei vari tribunali contribuiranno a delineare i futuri orientamenti giuridici in materia di misurazione della velocità e relative sanzioni.