Cosa cambia per le buste paga dei lavoratori dipendenti con il nuovo bonus Giorgetti calcolato per chi decide di rimanere a lavoro invece di andare in pensione anticipata
Nel 2025 tra le agevolazioni retributive c'è il cosiddetto Bonus Giorgetti, ex Bonus Maroni, per i lavoratori dipendenti che scelgono di restare in servizio nonostante la maturazione dei requisiti pensionistici, con conseguenti aumenti in busta paga.
Il bonus spetta ai lavoratori dipendenti che raggiungono entro fine 2025 i requisiti per andare in pensione con la Quota 103, vale a dire a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, in pensione anticipata, cioè almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, in entrambe i casi indipendentemente dal requisito anagrafico, ma decidono di restare al lavoro.
In questo caso possono chiedere al proprio datore di lavoro di ricevere in busta paga i contributi previdenziali a proprio carico, con l’effetto immediato di aumentare la retribuzione netta percepita.
Il lavoratore riceve, dunque, in busta paga la quota di contributi Ivs a suo carico, che non sarà imponibile ai fini fiscali, ma resta fermo l’obbligo di versamento contributivo della quota Iva a carico del datore di lavoro.
Il beneficio vale per i lavoratori dipendenti iscritti all’Ago o a forme sostitutive ed esclusive della medesima.
La misura ricalca il precedente meccanismo Maroni, ma vede un aggiornamento nelle fasce reddituali e nelle percentuali applicate.
Il calcolo dell’aumento riconosciuto con il bonus Giorgetti si articola in più fasce e con diverse modalità:
Fascia di reddito | Percentuale/Detrazione |
≤8.500 € | 7,1% cash |
8.501–15.000 € | 5,3% cash |
15.001–20.000 € | 4,8% cash |
20.001–32.000 € | 1.000 € detrazione fissa |
32.001–40.000 € | Detrazione decrescente |
Le simulazioni disponibili permettono di stimare l’impatto effettivo: con un reddito di 17.000 euro si può ottenere un aumento in busta paga di circa 816 euro all’anno. Su stipendi di 20.000 euro la quota netta arriva a circa 960 euro annui. Nella fascia 25.000–32.000 euro la detrazione si traduce in un incremento netto di 1.000 euro l’anno. Dal 32.000 al 40.000 euro, per esempio con 37.000 euro di reddito complessivo, la detrazione varia secondo formula e può arrivare a qualche centinaio di euro prima di annullarsi. Gli aumenti sono automatici e visibili in busta paga mensile, tenendo conto però di eventuali altri redditi che potrebbero ridurre o eliminare il beneficio.
Rispetto al vecchio bonus Maroni, la misura aggiornata introduce variazioni sostanziali: