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Quando conviene rimanere a lavorare con il bonus Maroni potenziato nel 2025? I pro e contro con simulazioni, calcoli ed esempi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i casi in cui il bonus Maroni risulta vantaggioso per i lavoratori che restano a lavoro e quando invece penalizzante

Quando conviene rimanere a lavorare con il bonus Maroni potenziato nel 2025? Il bonus Maroni permette di aumentare l’importo dello stipendio a chi, pur in possesso dei requisiti per andare in pensione anticipata, decide di rimanere al lavoro. 

L’aumento della retribuzione dipende dallo sgravio contributivo applicato che si traduce nella disponibilità direttamente in busta paga della quota di contributi a carico del lavoratore (9,19%). 

  • Cosa prevede il bonus Maroni 2025 potenziato e per chi
  • Quali sono i casi in cui conviene restare a lavoro con il bonus Maroni 2025 e calcoli ed esempi 

Cosa prevede il bonus Maroni 2025 potenziato e per chi

Il bonus Maroni nel 2025 viene potenziato, perché riconosciuto in forma detassata, e ampliato. Se, infatti, in una prima fase ha interessato (e fino a fine 2024 interesserà) solo coloro che raggiungono la quota 103 ma decidono di restare a lavoro, nel 2025 si amplierà a comprendere anche chi matura i requisiti per la pensione anticipata ordinaria.

Ciò significa che gli uomini che raggiungeranno i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e le donne che matureranno 41 anni e 10 mesi di contributi ma continueranno a lavorare potranno usufruire dello sgravio per aumentare il proprio stipendio, fino al pensionamento finale. 

Quali sono i casi in cui conviene restare a lavoro con il bonus Maroni 2025 e calcoli ed esempi 

Volendo capire a chi conviene restare a lavoro per avere il bonus Maroni, possiamo dire che la misura è certamente conveniente per i dipendenti che hanno un reddito annuo superiore ai 40mila euro, perché, ricordiamo, che al di sotto di tale soglia si applica il taglio del cuneo fiscale, con le diverse detrazioni progressive previste dalla nuova Manovra.

Da una simulazione dell’Upb (ufficio parlamentare di bilancio) è emerso che per un lavoratore di 62 anni con 40mila euro di reddito che decide di restare a lavoro fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni, il bonus è conveniente in una fase iniziale ma su un orizzonte più lungo, no, perchè rischia di ridurre la pensione futura, considerando che il bonus consiste in uno sgravio contributivo. 

L’Upb ha, infatti, sottolineato come, normalmente, a minori contributi previdenziali versati corrispondono trattamenti finali inferiori. Ciò significa che se all’inizio il bonus permette di ricevere aumenti in busta paga, per cui risulta vantaggioso, sul lungo periodo risulta penalizzante. 


 

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