La peculiarità del Btp Più va cercata nella sua durata complessiva di otto anni, con la possibilità di ottenere il rimborso integrale del capitale investito dopo quattro anni.
Il Btp Più, in arrivo il 17 febbraio 2025, è l’ultima evoluzione delle emissioni dedicate ai piccoli risparmiatori. A differenza dei tradizionali Btp, offre una maggiore flessibilità grazie all’opzione put, che permette di richiedere il rimborso del capitale dopo quattro anni, senza subire le oscillazioni del mercato secondario. Presenta una struttura a cedole crescenti (step-up), il che lo rende interessante per chi intende mantenerlo fino alla scadenza nel 2033. Ma quanto permetterà concretamente di guadagnare? Quali sono i rendimenti attesi e i possibili vantaggi rispetto ad altri strumenti di investimento? Vediamolo nel dettaglio:
L’elemento centrale di questo strumento è la struttura delle cedole a tasso crescente. Secondo le prime simulazioni degli analisti, in attesa di conoscere venerdì i dati reale - nei primi quattro anni il tasso potrebbe attestarsi attorno al 2,80%, mentre negli ultimi quattro anni potrebbe salire fino al 3,30% o oltre. In pratica chi manterrà il titolo fino alla scadenza completa riceverà un rendimento medio annuo superiore rispetto a un Btp tradizionale a otto anni. Chi sceglierà di incassare il capitale dopo quattro anni rinuncerà alle cedole più alte previste per il secondo periodo di vita del titolo.
La strategia adottata dal Tesoro con questa emissione è chiara: incentivare la permanenza degli investitori fino alla scadenza finale, garantendo un rendimento aggiuntivo per chi non esercita l’opzione put. Questo meccanismo potrebbe contribuire a ridurre la volatilità del titolo sul mercato secondario, mantenendone elevata la domanda anche dopo il collocamento iniziale.
Uno dei vantaggi del Btp Più rispetto ai titoli tradizionali è la possibilità di uscire anticipatamente dall’investimento senza rischi di perdita sul capitale. I normali Btp possono essere venduti in qualsiasi momento, ma il loro prezzo di mercato può essere influenzato dall’andamento dei tassi di interesse. Se i tassi salgono, il valore dei titoli già emessi tende a diminuire, comportando una perdita per chi decide di liquidare l’investimento prima della scadenza.
Con il Btp Più chi esercita l’opzione di rimborso anticipato recupera il 100% del capitale investito, a patto che il titolo sia stato acquistato durante il periodo di emissione iniziale e mantenuto fino al termine del quarto anno.
Dal punto di vista dei rendimenti, rispetto a un Btp ordinario a quattro anni (che offre circa il 2,60%), il Btp Più garantirebbe un premio di rendimento di circa 0,20 punti percentuali, con una cedola più elevata per chi resta investito fino alla fine del ciclo di otto anni. Rispetto a un Btp tradizionale a otto anni, il rendimento atteso potrebbe essere inferiore, ma con il vantaggio della maggiore flessibilità garantita dall’opzione di rimborso anticipato.
Un altro elemento da considerare è il regime fiscale agevolato di cui gode il Btp Più. Come tutti i titoli di Stato italiani, anche questo strumento beneficia di un’imposta sostitutiva del 12,5% sui rendimenti, un trattamento fiscale favorevole rispetto ai conti deposito o alle obbligazioni societarie, che sono tassate al 26%. Il Btp Più è esente dall’imposta di successione, un fattore da non sottovalutare per chi pianifica investimenti di lungo periodo in ottica di passaggio generazionale.
I titoli di Stato fino a 50.000 euro di investimento sono esclusi dal calcolo dell'Isee e un aspetto che potrebbe influenzare la decisione di sottoscrivere il Btp Più è il valore dell’opzione put. Secondo le prime stime, il valore teorico di questa opzione si aggira intorno al 2,75%, il che significa che il Tesoro italiano potrebbe trasferire il costo dell’opzione sui sottoscrittori, riducendo i rendimenti rispetto a un Btp di pari durata.