Quali sono i casi in cui si possono recuperare i soldi donati in vita dal defunto per il calcolo del valore complessivo dell’eredità: cosa prevede la legge in vigore Quando i soldi dati in vita dal defunto si possono recuperare al momento dell'eredità e come fare ad ottenerli
Quando i soldi dati in vita dal defunto si possono recuperare al momento dell'eredità? Le leggi sulle donazioni e sulla successione dell’eredità in Italia sono molto chiare e disciplinano ogni aspetto della trasmissione di beni patrimoniali, mobili e immobili, di un defunto ai suoi eredi.
Tuttavia, ci sono delle situazioni che possono creare problemi tra gli eredi stessi che, però, la stessa legge risolve con le sue norme. Analizziamo di seguito in particolare il caso di una donazione di soldi fatta in vita dal defunto.
Si tratta delle percentuali del patrimonio di un defunto che devono essere, per legge, riconosciute agli eredi legittimi del de cuius e in maniera differente a seconda del legame familiare esistente tra defunto e parente superstite.
Se il donante in vita, dando soldi ad un figlio o altro familiare, non rispetta le quote legittime, al suo decesso gli altri eredi potrebbero richiedere i soldi donati impugnando la donazione già fatto per calcolare tutti i soldi dati nell’eredità complessiva.
Precisiamo, però, che a partire dal primo gennaio 2025 sono cambiate le procedure per le donazioni tra genitori e figli ma anche per le successioni.
E’ stato, infatti, del tutto cancellato il coacervo successorio, per cui le donazioni fatte in vita dal de cuius non rientrano più nell’asse ereditario.
Ciò significa che un figlio che ha ricevuto un bene in donazione dai propri genitori quando ancora vita, al momento del loro decesso, non deve ridare i beni per la costituzione complessiva dell’eredità, ma si tratta restano a lui e basta.
Per recuperare i soldi dati in vita da un defunto si deve impugnare la donazione in modo che la cifra torni disponibile nel valore complessivo dell’eredità da dividere tra tutti gli eredi legittimi secondo le disposizioni di legge.
Precisiamo che possono chiaramente impugnare una donazione solo gli eredi della persona donante e non può mai essere impugnata dagli eredi del donante fino a quando quest'ultimo è in vita.
La donazione di soldi rappresenta un anticipo sull'eredità che il donante decide di dare ad un familiare, magari un figlio, un nipote, prima della sua scomparsa, ma si tratta di un bene che rientrerebbe nella successione dell’eredità che deve essere divisa nelle modalità e misure previste dalla legge tra tutti gli eredi legittimi.
La donazione si può impugnare anche quando si dimostra una violenza, che può essere sia fisica che psichica, attuata dal donatario per farsi cedere il bene; o quando si dimostra che al momento della stipula dell’atto il donante era incapace di intendere e di volere; o quando la donazione è avvenuta in forma non riconosciuta dalla legge, e cioè con atto pubblico e in presenza di almeno due testimoni.
Precisiamo che una donazione per recuperare i soldi dati in donazione in vita dal defunto può essere impugnata entro 5 anni dalla stipula dell'atto.