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Quale è una buona cifra da avere come liquidità su conto corrente e investita in Italia attualmente?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Conto corrente e liquidità

Uno degli aspetti della gestione finanziaria personale è stabilire quanta liquidità mantenere disponibile sul proprio conto corrente.

Gestire in modo ottimale il proprio patrimonio significa trovare il giusto equilibrio tra liquidità disponibile sul conto corrente e capitale investito. Mantenere un eccesso di liquidità può portare a una perdita di valore a causa dell'inflazione mentre un capitale interamente investito potrebbe risultare poco flessibile in caso di emergenze. Per questo motivo, gli esperti di finanza personale consigliano una strategia bilanciata che permetta di affrontare imprevisti senza rinunciare alle opportunità di rendimento offerte dagli investimenti. Vediamo meglio:

  • Quanta liquidità è opportuno avere sul conto corrente
  • Come distribuire il patrimonio tra liquidità e investimenti

Quanta liquidità è opportuno avere sul conto corrente

Uno degli aspetti della gestione finanziaria personale è stabilire quanta liquidità mantenere disponibile sul proprio conto corrente. Secondo gli esperti, una buona regola è quella di mantenere una somma equivalente a tre-sei mesi di spese fisse. Questo fondo di emergenza consente di coprire eventuali imprevisti senza dover ricorrere alla vendita di asset finanziari o a prestiti costosi.

Ad esempio, se una persona ha spese mensili di 1.500 euro, dovrebbe avere tra 4.500 e 9.000 euro disponibili in liquidità immediata. Per le famiglie, questa cifra può variare in base al numero di componenti e al tenore di vita: una famiglia con spese mensili di 3.000 euro dovrebbe avere tra 9.000 e 18.000 euro di riserva.

Ma mantenere somme eccessive sul conto corrente può essere una scelta poco vantaggiosa. L'inflazione riduce il valore reale della liquidità ed erode il potere d'acquisto del denaro fermo in banca. Superare una giacenza media di 5.000 euro su un conto corrente comporta il pagamento dell'imposta di bollo di 34,20 euro annui, un costo che può essere evitato mantenendo la liquidità su strumenti più efficienti.

Per evitare di lasciare troppa liquidità improduttiva sul conto corrente, è utile adottare alcune strategie di ottimizzazione. Come i conti deposito remunerati che permettono di ottenere un rendimento superiore rispetto ai conti correnti tradizionali, pur mantenendo una certa liquidità disponibile. Oppure le obbligazioni e titoli di Stato a breve termine che offrono una protezione contro l'inflazione e una redditività garantita senza vincolare il capitale per periodi troppo lunghi.

Ci sono i piani di investimento programmati che consentono di investire in modo graduale e costante, riducendo il rischio di entrare nei mercati in momenti sfavorevoli. E anche gli Etf e fondi bilanciati con cui diversificare gli investimenti e ottenere un buon equilibrio tra rendimento e rischio.

Come distribuire il patrimonio tra liquidità e investimenti

Oltre alla liquidità per le spese quotidiane e il fondo di emergenza, è strategico destinare una parte del proprio patrimonio a investimenti che permettano di proteggere e accrescere il capitale nel tempo. Secondo un'analisi del Censis, gli italiani hanno una preferenza per strumenti a basso rischio, con una quota della loro ricchezza immobilizzata in conti deposito, obbligazioni e titoli di Stato.

Un buon equilibrio finanziario dovrebbe prevedere una suddivisione razionale del capitale in diverse classi di investimento, tenendo conto del proprio profilo di rischio e dell'orizzonte temporale. Gli esperti suggeriscono una ripartizione del patrimonio tra:

  • 10-15% di liquidità immediata per le spese e il fondo di emergenza
  • 30-40% in strumenti a basso rischio come conti deposito, obbligazioni o titoli di Stato
  • 20-30% in investimenti azionari attraverso Etf, fondi comuni o azioni dirette
  • 10-20% in investimenti alternativi come immobili, materie prime o criptovalute per diversificare il portafoglio
L'obiettivo è proteggere il capitale dall'inflazione, garantire una crescita stabile nel lungo periodo e mantenere la flessibilità necessaria per far fronte a eventuali esigenze future.
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