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Come avere esenzione Imu prima casa tra marito e moglie e conviventi grazie residenza anagrafica diversa per Cassazione

di Chiara Compagnucci pubblicato il
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Come ottenere l’esenzione IMU sulla prima casa tra coniugi o conviventi con residenza anagrafica diversa. Spiegazioni e chiarimenti

L'Imu rappresenta un tributo che grava sui proprietari di immobili in Italia, benché esistano specifiche esenzioni e agevolazioni. La Corte di Cassazione ha chiarito alcune situazioni in cui, anche quando marito e moglie o conviventi possiedono due abitazioni diverse, è possibile beneficiare dell'esenzione dal pagamento dell'imposta municipale. Approfondiamo insieme i dettagli di questa importante opportunità fiscale.

Requisiti per ottenere l'esenzione Imu tra coniugi e conviventi

Secondo la normativa in vigore, la prima casa gode di un'agevolazione sull'Imu, che riduce l'imposta al minimo. Per beneficiare di questo trattamento fiscale favorevole, l'immobile deve essere utilizzato come abitazione principale del contribuente e non essere locato a terzi. Esistono tuttavia casi particolari in cui, pur possedendo due immobili, i coniugi o i conviventi possono evitare il pagamento dell'Imu su entrambe le proprietà.

La Corte di Cassazione, con le sue pronunce, ha stabilito che se marito e moglie possiedono due abitazioni e una di queste viene utilizzata come abitazione principale da uno dei coniugi, l'altro immobile può essere considerato come prima casa se anche l'altro coniuge ha i requisiti per la medesima agevolazione. Questo implica che, se entrambe le case sono utilizzate come abitazione principale dai rispettivi coniugi, esse possono essere esentate dall'Imu, a condizione che nessuna delle due sia affittata o destinata ad altro utilizzo.

Condizioni necessarie per l'applicazione dell'esenzione su due abitazioni

Per poter applicare l'esenzione Imu su due abitazioni distinte, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici:

  • Entrambi gli immobili devono essere utilizzati come abitazione principale da ciascun coniuge o convivente. Non è sufficiente che solo uno dei due immobili sia adibito a residenza principale.
  • I coniugi o conviventi devono avere la residenza anagrafica nelle rispettive abitazioni.
  • L'uso delle case come abitazione principale deve essere formalizzato presso i registri anagrafici comunali.
  • Gli immobili non devono essere locati a terzi. Se una delle due case è affittata, non può godere dell'esenzione.
L'ordinanza della Corte di Cassazione n. 19684 ha ulteriormente chiarito che, nel caso in cui i coniugi o le persone unite civilmente abbiano fissato residenza e dimora abituale in luoghi diversi, entrambi possono usufruire dell'esenzione Imu, purché la residenza anagrafica di ognuno sia fissata presso le abitazioni per cui il beneficio è richiesto.

Differenza tra residenza e domicilio ai fini dell'esenzione

Un elemento chiave per comprendere l'applicazione dell'esenzione Imu è la distinzione tra residenza e domicilio, concetti che vengono spesso confusi ma che hanno significati giuridici ben distinti.

Secondo l'articolo 43 del Codice Civile:

  • La residenza è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale. La residenza anagrafica è quella fissata con l'iscrizione presso l'anagrafe di un comune in cui si decide di dimorare abitualmente.
  • Il domicilio è il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi, sia materiali che morali e affettivi.
Ai fini dell'esenzione Imu, è fondamentale la residenza anagrafica, non il domicilio. La Suprema Corte ha ribadito che per godere dell'esenzione è necessario che il possessore abbia sia la dimora abituale sia la residenza anagrafica nell'immobile per cui richiede l'agevolazione.

Procedura per ottenere l'esenzione Imu secondo la Cassazione

Per ottenere l'esenzione Imu secondo le disposizioni della Corte di Cassazione, è necessario seguire alcuni passaggi essenziali:

  1. Registrare correttamente la residenza anagrafica presso i comuni di competenza.
  2. Presentare una dichiarazione Imu al Comune in cui si trovano gli immobili, specificando che entrambe le abitazioni sono utilizzate come abitazioni principali.
  3. Fornire prove della proprietà e dell'uso abitativo delle abitazioni, come certificati di residenza e documentazione attestante la proprietà.
L'esenzione Imu si applica annualmente e deve essere dichiarata entro la scadenza stabilita per il pagamento dell'imposta, con rate semestrali generalmente previste a giugno e dicembre. Le autorità fiscali comunali possono richiedere documentazione aggiuntiva per verificare il diritto all'esenzione.

Casi pratici di esenzione dell'Imu tra coniugi e conviventi

Per comprendere meglio come applicare le sentenze della Corte di Cassazione, esaminiamo alcuni scenari concreti:

Coniugi con residenze in comuni diversi

Marito e moglie possiedono due abitazioni in comuni diversi e ciascuno vive nella propria casa come abitazione principale, con regolare residenza anagrafica. In questo caso, entrambe le abitazioni possono essere esentate dall'Imu, dato che ciascuno dei coniugi utilizza la propria casa come principale e vi ha stabilito la residenza anagrafica.

Un immobile principale e uno locato

Se uno dei coniugi vive in una delle due case come abitazione principale e l'altra casa è affittata, solo l'immobile in cui si vive può beneficiare dell'agevolazione Imu come prima casa. L'altro immobile sarà soggetto a tassazione piena come seconda casa.

Un immobile abitativo e uno a uso ufficio

Se una casa è utilizzata come abitazione principale e l'altra come ufficio, l'immobile destinato a ufficio non può beneficiare dell'esenzione Imu come prima casa. Solo l'immobile abitativo potrà godere dell'agevolazione.

La sentenza della Corte Costituzionale e i suoi effetti

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209, ha dichiarato l'incostituzionalità dell'articolo 13, comma 2, quarto periodo, del Decreto Legge n. 201/2011, escludendo che la nozione di abitazione principale presupponga la dimora abituale e la residenza anagrafica dell'intero nucleo familiare del possessore.

Questa importante sentenza ha chiarito che, salvo l'accertamento di comportamenti elusivi, l'esenzione Imu per l'abitazione principale spetta al possessore dell'immobile in cui quest'ultimo dimora abitualmente e risiede anagraficamente, anche nel caso in cui il coniuge o il convivente abbia la residenza anagrafica in un altro comune.

In sintesi, a differenza dell'ipotesi di "seconda casa" (per cui non spetta l'esenzione), nel caso di residenze diverse l'agevolazione può essere riconosciuta a entrambi i componenti del nucleo familiare, purché questi abbiano fissato la propria residenza anagrafica ciascuno presso la propria abitazione principale.

Conviventi di fatto e unioni civili, come si applica l'esenzione

La legge Cirinnà (n. 76) ha definito come convivenza quella condizione di "due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da unione civile". Ma come si applica l'esenzione Imu ai conviventi di fatto?

Per i conviventi di fatto regolarmente registrati all'anagrafe comunale, le regole per l'esenzione Imu sono analoghe a quelle previste per i coniugi. La Corte di Cassazione ha confermato che anche i conviventi possono beneficiare dell'esenzione Imu su entrambe le abitazioni principali, purché siano rispettati i requisiti di residenza anagrafica e dimora abituale presso gli immobili in questione.

Per formalizzare una convivenza di fatto, è necessario presentarsi presso l'Ufficio Anagrafe del proprio Comune per compilare e sottoscrivere un modulo in cui si dichiarano i requisiti previsti dalla legge. Tale dichiarazione deve essere sottoscritta da entrambi i conviventi.

 

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