Uno dei sistemi più utilizzati per eliminare i Pfas dall'acqua potabile è la filtrazione a carbone attivo, una tecnologia consolidata e accessibile.
Le sostanze perfluoroalchiliche, meglio conosciute come Pfas, sonoutilizzati in numerosi settori industriali per le loro proprietà idrorepellenti e oleorepellenti. Si accumulano nell'ambiente e nel nostro organismo e aumentano il rischio di patologie croniche. A causa della loro persistenza, eliminarli dall'acqua che beviamo è molto complicato, ma esistono diverse soluzioni che permettono di ridurre la loro presenza. Tra i modi più efficaci troviamo i filtri a carbone attivo, la distillazione dell'acqua, l'osmosi inversa, le resine a scambio ionico e altri sistemi innovativi che stanno emergendo sul mercato:
I filtri a carbone attivo possono essere installati sia a livello domestico, sotto il lavello della cucina o direttamente sui rubinetti, sia nei grandi impianti di trattamento dell'acqua. La loro efficienza dipende dalla qualità del carbone utilizzato e dalla frequenza con cui vengono sostituiti i filtri. Se non cambiati regolarmente, possono perdere la loro capacità di trattenere i contaminanti e non eliminano completamente altri agenti inquinanti come metalli pesanti e batteri.
Un altro metodo è l'osmosi inversa, un sistema di purificazione che utilizza una membrana semipermeabile per separare l'acqua dalle sostanze indesiderate. Questo processo è in grado di eliminare oltre il 90% dei Pfas, tra cui quelli a catena corta, che i filtri a carbone attivo non riescono a trattenere con la stessa efficacia.
L'osmosi inversa è una delle soluzioni più avanzate disponibili sul mercato, ma presenta anche alcuni svantaggi. Il processo è lento e può generare un'elevata quantità di acqua di scarto, fino a 4 litri per ogni litro di acqua purificata. Oltre ai Pfas, rimuove anche minerali essenziali come calcio e magnesio, rendendo necessaria una remineralizzazione per mantenere un corretto equilibrio nell'acqua potabile. Infine, i sistemi di osmosi inversa hanno un costo maggiore rispetto ad altre soluzioni e richiedono una manutenzione regolare per garantire un funzionamento ottimale.
La distillazione è un processo naturale che sfrutta l'evaporazione dell'acqua per separarla dalle impurità. Questo metodo rimuove i Pfas poiché le sostanze chimiche nocive non evaporano insieme all'acqua, ma rimangono nel residuo liquido.
Il vantaggio della distillazione è che non solo elimina i Pfas, ma anche metalli pesanti, batteri e altre sostanze nocive e garantisce un'acqua pura. Presenta però alcuni limiti. Il processo è molto lento e richiede grandi quantità di energia, poco sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Come l'osmosi inversa, la distillazione rimuove anche i minerali essenziali, alterando il gusto e le proprietà nutrizionali dell'acqua.
Le resine a scambio ionico sono una tecnologia emergente per la rimozione dei Pfas dall'acqua potabile. Questo metodo si basa sulla sostituzione degli ioni contaminanti con altri ioni innocui presenti nella resina, intrappolando così le sostanze dannose.
A differenza dei filtri a carbone attivo, le resine a scambio ionico sono efficaci sia per i Pfas a catena lunga che per quelli a catena corta. Questo sistema necessita di una rigenerazione periodica, che richiede l'uso di prodotti chimici specifici. Alcune resine possono introdurre sodio nell'acqua, rendendola meno adatta per chi segue diete iposodiche. Anche i costi di installazione e manutenzione possono essere elevati.