Una nuova subdola truffa che sfrutta il Qr Code dei parchimetri dei parcheggi si sta diffondendo in Italia e in Europa rubando sia soldi che dati personali. Come rinoscerla e come difendersi. O cosa fare se, purtroppo, ci si è cascati e si è vittima
Negli ultimi mesi, una nuova tecnica di frode digitale sta prendendo di mira gli automobilisti italiani. Si tratta dello schema di phishing con QR code nei parcheggi, un fenomeno segnalato da diverse forze dell’ordine e che ha colpito diverse città sia in Italia sia all’estero.
Il meccanismo è insidioso: sfrutta la fretta, l’abitudine e la fiducia che molti ripongono nei sistemi digitali di pagamento dei parcheggi.
L’obiettivo è rubare dati bancari e personali, svuotando conti correnti e causando danni economici significativi.
I QR code (Quick Response Code) sono codici a barre bidimensionali, facilmente leggibili dalla fotocamera degli smartphone, che permettono di collegare rapidamente a pagine web, app o servizi digitali.
Nei parcheggi urbani, la loro diffusione è dovuta alla semplicità e velocità di utilizzo: un solo gesto consente di scaricare l’applicazione per la sosta, pagare senza contanti o prolungare la durata del parcheggio da remoto.
La presenza dei QR code sui parcometri e sulle colonnine permette di accedere a tutte le funzionalità del servizio senza bisogno di monete o bancomat. Tuttavia, proprio questa facilità espone a vulnerabilità impreviste, sfruttate dai truffatori per orchestrare attività fraudolente.
La truffa QR Code nei parcheggi si basa sull’applicazione di adesivi con codici QR contraffatti sopra quelli originali.
Gli automobilisti, ingannati dall’apparente normalità del codice, scansionano il QR code e vengono reindirizzati su pagine web create ad hoc, graficamente identiche ai portali ufficiali dei gestori parcheggi o di app note come EasyPark.
Nella convinzione di effettuare un pagamento regolare, la vittima inserisce i dati della propria carta di pagamento, che vengono immediatamente acquisiti dai criminali.
Talvolta, il sito fraudolento invita anche a scaricare finti aggiornamenti di app o a fornire ulteriori dati personali. L’intera operazione si svolge in pochi minuti, rendendo difficile accorgersi subito dell’inganno.
Le categorie più vulnerabili a questo schema di phishing parcheggi sono soprattutto persone anziane e utenti poco digitalizzati. Numerose segnalazioni delle forze di polizia evidenziano come chi è meno familiare con tecnologie digitali fatichi a distinguere un QR code autentico da uno fasullo.
Casi documentati a Verona, nel canton Vaud e ad Hannover hanno mostrato un aumento dei tentativi di frode anche sulle colonnine di ricarica elettrica, bancomat e cartelli stradali.
In un episodio in Inghilterra, una signora di 71 anni ha subito una perdita superiore a 15.000 euro dopo aver inavvertitamente inserito i dati su un sito contraffatto, dimostrando la pericolosità reale del fenomeno.
Il termine quishing identifica il phishing tramite QR code. In questa variante, il cui nome deriva dalla fusione delle parole QR e phishing, il codice rimanda a un sito ingannevole dove vengono richiesti dati personali, bancari o dove si invita a scaricare file malevoli.
Differisce dai metodi tradizionali per la capacità di mascherare con facilità la fonte e l’identità del mittente digitale, sfruttando la fiducia riposta in strumenti tangibili come i codici sui parcometri.
Le associazioni di consumatori e la Polizia Postale hanno evidenziato come questa tecnica sia stata utilizzata anche tramite e-mail o SMS contenenti codici associati a presunte multe o servizi urgenti, amplificando i rischi per i cittadini.
Questo sistema rende praticamente impossibile apporre adesivi fasulli senza una evidente manomissione, aumentando il livello di sicurezza dei dispositivi pubblici. Altre innovazioni includono sistemi di autenticazione aggiuntiva, controlli periodici ai parcometri e software gestiti da autorità cittadine per la verifica dell’integrità dei QR code. Tali soluzioni, se diffuse capillarmente, possono diminuire sensibilmente il rischio di frodi tramite contraffazione.
Passaggio | Descrizione |
1. Contattare la banca | Bloccare immediatamente la carta o il metodo di pagamento utilizzato. Gli istituti di credito possono fornire indicazioni sulle misure da adottare e sulle pratiche di rimborso. |
2. Sporgere denuncia | Recarsi presso le autorità di pubblica sicurezza e presentare una denuncia formale. In alternativa, utilizzare servizi online come quelli della Polizia Postale Italiana. |
3. Segnalare il QR code sospetto | Informare l’ente gestore del parcheggio o la polizia locale per verifiche e azioni tempestive. |
4. Monitorare i movimenti bancari | Verificare l’assenza di transazioni sospette e richiedere assistenza per eventuali movimenti non autorizzati. |