Proseguire l’attività lavorativa dopo aver acquisito il diritto alla pensione comporta l’obbligo di continuare a versare i contributi previdenziali, sia come dipendenti che come lavoratori autonomi. Tali versamenti non vengono persi e possono essere valorizzati attraverso specifici strumenti previsti dalla normativa italiana.
La legge offre, infatti, ai pensionati la possibilità di ottenere un incremento della pensione già percepita, attraverso il supplemento di pensione o la pensione supplementare. Si tratta di meccanismi differenti ma che comunque permettono di riconoscere, dopo il pensionamento, i periodi contributivi maturati grazie a ulteriori lavori.
Chi può continuare a versare contributi dopo la pensione e in quali casi
Il sistema previdenziale italiano contempla diverse situazioni lavorative post-pensionamento:
- Pensionati che riprendono o continuano un’attività lavorativa: Questa categoria include chi, dopo la decorrenza della pensione, decide di rientrare nel mondo del lavoro o prosegue un’attività già in essere. Si applica sia ai lavoratori dipendenti che agli autonomi, come artigiani, commercianti e liberi professionisti.
- Contribuenti soggetti a versamenti obbligatori o volontari: Oltre all’attività lavorativa effettiva, anche i contributi figurativi accreditati successivamente al pensionamento – ad esempio per riscatto o ricongiunzione – sono rilevanti per la valorizzazione previdenziale.
- Gestione previdenziale: Possono continuare a versare contributi gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), sia dipendenti sia autonomi, nonché alla Gestione Separata, ex ENPALS (spettacolo e sport), Fondo Volo e Fondo Autoferrotranvieri soppressi, nel rispetto delle norme vigenti.
Per ogni situazione, la normativa consente di valorizzare i nuovi periodi contributivi tramite il supplemento di pensione, purché siano rispettati precisi intervalli temporali tra la decorrenza del trattamento pensionistico e la domanda di supplemento:
- Nelle gestioni dipendenti e autonome: Richiesta possibile in genere dopo almeno cinque anni, o dopo due se si raggiunge l’età pensionabile nella gestione di riferimento. Per i lavoratori autonomi il primo supplemento è concessibile già dopo due anni se sussiste il requisito anagrafico.
- Nella Gestione Separata: Prima richiesta dopo due anni dalla decorrenza della pensione; ulteriori richieste possibili a intervalli quinquennali.
Sono esclusi dalla possibilità di ottenere supplementi, con alcune eccezioni, i pensionati di fondi speciali soppressi (Elettrici, Telefonici), ad eccezione degli assegni ordinari di invalidità.
Supplemento di pensione: cos’è, requisiti e funzionamento
Il supplemento di pensione nasce dall’esigenza di valorizzare i contributi aggiuntivi versati dopo il pensionamento, evitando che vengano persi. L’istituto, valido per i dipendenti iscritti all'Inps e gli autonomi della Gestione Separata, consiste in un aumento permanente dell’importo della pensione esistente, calcolato tenendo conto della nuova contribuzione maturata post-pensionamento. Tale beneficio:
- È riconosciuto su domanda dell’interessato e non è automatico;
- Grava sulla stessa gestione previdenziale di appartenenza, secondo regole specifiche di ciascun fondo;
- È cumulabile: si possono chiedere ulteriori supplementi ogni volta che vengono maturati nuovi periodi contributivi previsti dalla legge.
L’accesso richiede determinate condizioni, tra cui:
- Decorrere un intervallo minimo di tempo dal trattamento pensionistico o dal precedente supplemento (di norma cinque anni, due anni se si è raggiunta l’età pensionabile nella gestione interessata);
- L’iscrizione a una delle gestioni abilitate all’erogazione dei supplementi;
- Solo i contributi versati dopo la decorrenza della pensione possono essere computati. I periodi già utilizzati per il calcolo del trattamento originario o precedenti a cumuli/totalizzazioni non sono considerati.
Il supplemento di pensione decorre dal primo giorno del mese successivo alla richiesta, se sussistono i requisiti normativi a quella data. In caso di assorbimento da parte dell’integrazione al minimo, la prestazione può risultare, in tutto o in parte, non liquidata.
Come presentare la domanda, tempi di liquidazione e importi
La richiesta di supplemento può essere presentata dal soggetto interessato direttamente sul sito INPS (utilizzando SPID, CIE o CNS), o tramite patronato o Contact Center. I termini di lavorazione sono generalmente di 30 giorni, ma per alcune gestioni possono essere superiori, fino a un massimo di circa 120 giorni a seconda della complessità della posizione assicurativa.
Il calcolo del supplemento si basa sulle regole vigenti per la pensione originaria:
- Contributivo: Per anzianità successive al primo gennaio 1996 o al 2012 a seconda della gestione, il supplemento si calcola con il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione in base all’età anagrafica al momento della domanda.
- Retributivo/Misto: Per periodi anteriori, si applica il sistema adottato per la pensione in corso, con aliquota di rendimento e anzianità maturata nel periodo successivo al pensionamento.
Per fare un esempio: se un pensionato versa 10.000 euro di contributi in 3 anni, l’importo del supplemento dipenderà dall’età al momento della richiesta, dall’aliquota e dal montante, fornendo una rendita aggiuntiva rivalutata in relazione ai parametri previdenziali aggiornati.
Pensione supplementare: definizione, soggetti e differenze rispetto al supplemento
La pensione supplementare è diversa supplemento: viene liquidata a soggetti che hanno maturato contributi, spesso in altre gestioni, non cumulabili con quelli già utilizzati per la pensione principale e che non sono sufficienti a maturare il diritto a un trattamento autonomo completo. In questo caso, viene erogata una prestazione aggiuntiva a quella principale.
Hanno diritto alla pensione supplementare:
- Coloro che sono già titolari di una prestazione principale e vantano contribuzione residua insufficiente per autonomo diritto in una seconda gestione;
- I superstiti di titolari di pensione, qualora risultino versamenti in ulteriori gestioni non utilizzati;
- Soggetti per cui la contribuzione aggiuntiva non può essere valorizzata tramite totalizzazione o cumulo dei periodi previdenziali.
Le differenze principali tra supplemento e pensione supplementare riguardano:
Aspetto |
Supplemento di pensione |
Pensione supplementare |
Oggetto |
Incremento della pensione per nuovi contributi versati dopo la decorrenza |
Nuova prestazione per contributi residui non cumulabili |
Titolarità |
Stessa gestione previdenziale |
Gestione diversa rispetto a quella principale |
Modalità di accesso |
Domanda su iniziativa del pensionato |
Domanda successiva all’accertamento della contribuzione insufficiente per diritto autonomo |
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