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Come va l'agrivoltaico in Italia? Imprese, occupazione, ricavi e fatturati. Dati e statistiche e previsioni future

di Marianna Quatraro pubblicato il
Agrivoltaico in Italia

L'agrivoltaico in Italia si configura come un settore in forte crescita tra innovazione tecnologica e sostenibilità. Modelli, benefici economici e ambientali, dati e previsioni.

L'agrivoltaico sta riscrivendo le regole della sostenibilità nel settore primario italiano. Il connubio tra agricoltura e produzione di energia rinnovabile solare dimostra la capacità del Paese di innovare senza tralasciare la protezione delle risorse naturali. La doppia funzione produttiva dei terreni si integra con strategie di resilienza climatica e transizione energetica, rispondendo alle domande di competitività e tutela ambientale.

I dati più recenti fotografano un comparto in rapida espansione, sostenuto da importanti investimenti pubblici e privati, e in grado di apportare vantaggi tanto agli imprenditori agricoli quanto all'intera filiera produttiva. Tuttavia, permangono sfide significative: dai limiti normativi alle complessità autorizzative, passando per la necessità di una maggiore uniformità nelle regole regionali e nazionali. L'Italia si trova di fronte all'opportunità di trasformare le difficoltà in occasioni di crescita, massimizzando i benefici di una soluzione che combina efficienza, innovazione e coesione territoriale.

Che cos'è e come funziona l'agrivoltaico: modelli, tecnologie e applicazioni italiane

L'agrivoltaico rappresenta una sinergia avanzata tra sistemi di coltivazione e produzione di energia solare. A differenza dei tradizionali impianti fotovoltaici a terra, questa soluzione prevede l'installazione di pannelli solari su strutture elevate o integrate tra le file delle colture. L'altezza e la configurazione dei moduli consentono il normale svolgimento delle operazioni agricole e zootecniche, garantendo il passaggio dei macchinari e la coesistenza di attività produttive, limitando così il consumo di suolo agrario.

In Italia sono diffusi due principali modelli applicativi:

  • Impianti elevati da terra, con moduli posizionati a 2,2-5 metri dal suolo, permettendo coltivazioni intensive e il pascolo.
  • Sistemi interfilari, con pannelli alternati alle colture, per massimizzare la superficie agricola attiva.
Le tecnologie includono tracker biassiali, pannelli bifacciali, sensori per il monitoraggio microclimatico, e soluzioni di regolazione dinamica dell'inclinazione dei moduli. In ambito nazionale si segnalano progetti come i frutteti solari in Puglia, impianti agrovoltaici su vigneti in Sicilia e campi misti in Sardegna, che valorizzano la peculiarità dei prodotti italiani di qualità con l'integrazione energetica.

I benefici dell'agrivoltaico: produttività agricola, risparmio idrico e tutela ambientale

L'evidenza sperimentale dimostra un impatto eccellente sulle rese agricole: per la vite si registrano incrementi produttivi del 15-30%, orticole e insalate toccano un +10%, le colture foraggere salgono fino al 40%. Le simulazioni effettuate su mais, sorgo e soia rilevano rese equiparabili o superiori rispetto alla piena esposizione solare, soprattutto durante periodi siccitosi.

Tra i vantaggi primari per la gestione idrica spiccano:

  • Diminuzione del consumo d'acqua fino al 65% per il pomodoro coltivato sotto i moduli
  • Aumento dell'efficienza nell'uso dell'acqua del 15% in media per diverse colture
  • Riduzione dei giorni di stress idrico fino al 60%
Questi risultati sono resi possibili dall'ombreggiamento parziale dei pannelli, che limita l'evaporazione e modera gli effetti climatici estremi, tutelando biodiversità ed equilibrio microclimatico. La sinergia tra innovazione tecnologica e pratiche agro-ecologiche contribuisce altresì alla protezione del suolo, alla riduzione della carbon footprint e all'utilizzo proficuo di aree marginali o soggette ad abbandono.

I benefici ambientali si accompagnano a ricadute competitive per le aziende agricole, grazie alla possibilità di diversificare il reddito e incrementare la resilienza alle crisi idriche e climatiche. L'approccio multifunzionale offre, infine, opportunità di occupazione qualificata e di coinvolgimento per i giovani, specialmente nelle aree rurali.

Imprese, occupazione e ricadute economiche della filiera agrivoltaica in Italia

Secondo uno studio commissionato dall'Associazione italiana agrivoltaico sostenibile e realizzato da Althesys, il valore economico generato per l'Italia dall'agrivoltaico viene stimato in 11,8 miliardi di euro sull'arco di vita degli impianti (2025-2059). Tale cifra comprende il valore aggiunto di 6,6 miliardi, benefici trasversali per l'economia nazionale (2,9 miliardi) e impatti ambientali valutati in 2,3 miliardi di euro.

Gli effetti sull'occupazione sono altrettanto significativi. Lo stesso studio stima oltre 19.000 posti di lavoro stabili nelle attività legate alla progettazione, installazione e gestione degli impianti, con ricadute anche nell'indotto delle filiere tecnologiche e agricole. La possibilità di integrare il reddito attraverso la vendita dell'energia o mediante l'affitto dei terreni rappresenta per molte aziende una leva per aumentare la competitività e gli investimenti produttivi.

La catena di valore coinvolge numerosi stakeholder: imprese agricole, aziende tecnologiche, ingegneri, agronomi, fornitori di servizi energetici e istituti finanziari. Di particolare rilievo è la capacità di generare valore condiviso tra i territori, facilitando la collaborazione tra diversi soggetti e stimolando l'innovazione nelle attività agricole tradizionali.

Dati, statistiche e andamento delle autorizzazioni degli impianti agrivoltaici

Le statistiche raccolte negli ultimi anni indicano un netto incremento delle autorizzazioni rilasciate per i progetti agrivoltaici. Nel 2024 la Commissione PNRR PNIEC del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha espresso 304 pareri di Valutazione di Impatto Ambientale, di cui 153 riguardavano impianti agrivoltaici – più del 50% del totale – e il 78% ha ricevuto riscontri positivi.

La tabella mostra la distribuzione dei pareri VIA per le principali tecnologie:

Tecnologia

Numero Pareri VIA

% Positivi

Agrivoltaico

153

78%

Fotovoltaico a terra

76

n.d.

Eolico

46

n.d.

L'interesse degli operatori è stato confermato anche dal bando PNRR. Nel 2024 sono state presentate 643 richieste di finanziamento per una potenza complessiva superiore a 1,7 GW, prevalentemente da Sud e Isole. I fondi disponibili, pari a 1,1 miliardi di euro, sono finalizzati a installare almeno 1,04 GW di capacità entro giugno 2026, con una produzione attesa di almeno 1.300 GWh/anno.

Nel frattempo cresce anche il numero e la potenza dei progetti sviluppati: nei primi nove mesi del 2025 sono stati raggiunti 11,5 GW di progetti agrivoltaici – di cui 1,4 GW elevati – confermando il dinamismo e la capacità d'innovazione del settore. Tra i modelli più diffusi spiccano le configurazioni interfilari, che rappresentano circa il 90% delle nuove installazioni autorizzate.

Normativa, incentivi e ostacoli allo sviluppo dell'agrivoltaico in Italia

L'evoluzione della normativa nazionale registra passi avanti negli ultimi anni, pur restando alcune criticità. La definizione di agrivoltaico trova fondamento nelle linee guida ministeriali e nei requisiti di accesso agli incentivi previsti dal PNRR e dai programmi europei, che premiano:

  • Installazioni con moduli elevati e soluzioni innovative che garantiscano la continuità delle attività agricole
  • Utilizzo di strutture mobili e rimovibili per favorire la reversibilità degli impianti
  • Monitoraggio costante della coesistenza agrivoltaica tramite sensori avanzati
Le imprese agricole possono accedere a contributi in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili e tariffe incentivanti su energia prodotta e immessa in rete. Tuttavia, persistono barriere non tecnologiche, come l'iter autorizzativo ancora lungo e complesso – spesso aggravato da pareri discordanti tra le soprintendenze e variazioni regionali nella classificazione delle aree idonee.

Alcuni decreti emanati a livello regionale e nazionale pongono limiti all'installazione di impianti a terra anche su aree marginali o inquinate, ostacolando il pieno utilizzo del potenziale agrivoltaico nazionale. Le associazioni di settore chiedono un quadro regolatorio più uniforme e definizioni chiare a favore dell'innovazione ben progettata, nella prospettiva di una transizione energetica inclusiva e sostenibile.



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