L'agrivoltaico in Italia si configura come un settore in forte crescita tra innovazione tecnologica e sostenibilità. Modelli, benefici economici e ambientali, dati e previsioni.
L'agrivoltaico sta riscrivendo le regole della sostenibilità nel settore primario italiano. Il connubio tra agricoltura e produzione di energia rinnovabile solare dimostra la capacità del Paese di innovare senza tralasciare la protezione delle risorse naturali. La doppia funzione produttiva dei terreni si integra con strategie di resilienza climatica e transizione energetica, rispondendo alle domande di competitività e tutela ambientale.
I dati più recenti fotografano un comparto in rapida espansione, sostenuto da importanti investimenti pubblici e privati, e in grado di apportare vantaggi tanto agli imprenditori agricoli quanto all'intera filiera produttiva. Tuttavia, permangono sfide significative: dai limiti normativi alle complessità autorizzative, passando per la necessità di una maggiore uniformità nelle regole regionali e nazionali. L'Italia si trova di fronte all'opportunità di trasformare le difficoltà in occasioni di crescita, massimizzando i benefici di una soluzione che combina efficienza, innovazione e coesione territoriale.
L'agrivoltaico rappresenta una sinergia avanzata tra sistemi di coltivazione e produzione di energia solare. A differenza dei tradizionali impianti fotovoltaici a terra, questa soluzione prevede l'installazione di pannelli solari su strutture elevate o integrate tra le file delle colture. L'altezza e la configurazione dei moduli consentono il normale svolgimento delle operazioni agricole e zootecniche, garantendo il passaggio dei macchinari e la coesistenza di attività produttive, limitando così il consumo di suolo agrario.
In Italia sono diffusi due principali modelli applicativi:
L'evidenza sperimentale dimostra un impatto eccellente sulle rese agricole: per la vite si registrano incrementi produttivi del 15-30%, orticole e insalate toccano un +10%, le colture foraggere salgono fino al 40%. Le simulazioni effettuate su mais, sorgo e soia rilevano rese equiparabili o superiori rispetto alla piena esposizione solare, soprattutto durante periodi siccitosi.
Tra i vantaggi primari per la gestione idrica spiccano:
I benefici ambientali si accompagnano a ricadute competitive per le aziende agricole, grazie alla possibilità di diversificare il reddito e incrementare la resilienza alle crisi idriche e climatiche. L'approccio multifunzionale offre, infine, opportunità di occupazione qualificata e di coinvolgimento per i giovani, specialmente nelle aree rurali.
Secondo uno studio commissionato dall'Associazione italiana agrivoltaico sostenibile e realizzato da Althesys, il valore economico generato per l'Italia dall'agrivoltaico viene stimato in 11,8 miliardi di euro sull'arco di vita degli impianti (2025-2059). Tale cifra comprende il valore aggiunto di 6,6 miliardi, benefici trasversali per l'economia nazionale (2,9 miliardi) e impatti ambientali valutati in 2,3 miliardi di euro.
Gli effetti sull'occupazione sono altrettanto significativi. Lo stesso studio stima oltre 19.000 posti di lavoro stabili nelle attività legate alla progettazione, installazione e gestione degli impianti, con ricadute anche nell'indotto delle filiere tecnologiche e agricole. La possibilità di integrare il reddito attraverso la vendita dell'energia o mediante l'affitto dei terreni rappresenta per molte aziende una leva per aumentare la competitività e gli investimenti produttivi.
La catena di valore coinvolge numerosi stakeholder: imprese agricole, aziende tecnologiche, ingegneri, agronomi, fornitori di servizi energetici e istituti finanziari. Di particolare rilievo è la capacità di generare valore condiviso tra i territori, facilitando la collaborazione tra diversi soggetti e stimolando l'innovazione nelle attività agricole tradizionali.
Le statistiche raccolte negli ultimi anni indicano un netto incremento delle autorizzazioni rilasciate per i progetti agrivoltaici. Nel 2024 la Commissione PNRR PNIEC del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha espresso 304 pareri di Valutazione di Impatto Ambientale, di cui 153 riguardavano impianti agrivoltaici – più del 50% del totale – e il 78% ha ricevuto riscontri positivi.
La tabella mostra la distribuzione dei pareri VIA per le principali tecnologie:
|
Tecnologia |
Numero Pareri VIA |
% Positivi |
|
Agrivoltaico |
153 |
78% |
|
Fotovoltaico a terra |
76 |
n.d. |
|
Eolico |
46 |
n.d. |
L'interesse degli operatori è stato confermato anche dal bando PNRR. Nel 2024 sono state presentate 643 richieste di finanziamento per una potenza complessiva superiore a 1,7 GW, prevalentemente da Sud e Isole. I fondi disponibili, pari a 1,1 miliardi di euro, sono finalizzati a installare almeno 1,04 GW di capacità entro giugno 2026, con una produzione attesa di almeno 1.300 GWh/anno.
Nel frattempo cresce anche il numero e la potenza dei progetti sviluppati: nei primi nove mesi del 2025 sono stati raggiunti 11,5 GW di progetti agrivoltaici – di cui 1,4 GW elevati – confermando il dinamismo e la capacità d'innovazione del settore. Tra i modelli più diffusi spiccano le configurazioni interfilari, che rappresentano circa il 90% delle nuove installazioni autorizzate.
L'evoluzione della normativa nazionale registra passi avanti negli ultimi anni, pur restando alcune criticità. La definizione di agrivoltaico trova fondamento nelle linee guida ministeriali e nei requisiti di accesso agli incentivi previsti dal PNRR e dai programmi europei, che premiano:
Alcuni decreti emanati a livello regionale e nazionale pongono limiti all'installazione di impianti a terra anche su aree marginali o inquinate, ostacolando il pieno utilizzo del potenziale agrivoltaico nazionale. Le associazioni di settore chiedono un quadro regolatorio più uniforme e definizioni chiare a favore dell'innovazione ben progettata, nella prospettiva di una transizione energetica inclusiva e sostenibile.