Nel momento in cui l'addebito automatico della rata fallisce, Klarna mette in atto un sistema di tentativi ripetuti per recuperare quanto dovuto.
Klarna, al di là delle difficoltà economiche legate alla non puntuale restituzione dei prestiti da parte dei clienti, ha conquistato milioni di utenti con le sue formule Paga in 3 o Paga dopo 30 giorni. Dietro alla semplicità del servizio c'è un meccanismo che, in caso di mancato pagamento, può attivare una serie di effetti giuridici, economici e reputazionali anche molto severi. Il ritardo nel saldare una rata non si esaurisce con una notifica: può trasformarsi in segnalazioni negative, blocchi del servizio, recupero crediti e addirittura in azioni giudiziarie.
Il mancato saldo di una rata comporta il blocco dell'account Klarna. Non sarà più possibile utilizzare il servizio per nuovi acquisti né nel circuito dell'e-commerce né tramite l'app. Anche se si salda la rata scaduta, l'azienda può comunque limitare o sospendere l'accesso a funzionalità aggiuntive per un tempo indefinito. In sostanza, la fiducia accordata al cliente viene sospesa, e ogni altro acquisto dovrà passare da una nuova valutazione interna di affidabilità.
Il mancato pagamento non si esaurisce con l'addebito saltato. Klarna può applicare commissioni di ritardo, che variano in base alla normativa del Paese. In Italia questi costi sono contenuti entro certi limiti legali, ma possono sommarsi nel caso in cui più rate risultino insolute. Le somme non saldate vengono in automatico trasferite alle rate successive o trasformate in un saldo unico immediato.
Nel caso in cui il cliente non risponda ai solleciti e non regolarizzi la sua posizione, Klarna può affidare la gestione del credito a una società di recupero crediti. Significa che il debitore inizierà a ricevere telefonate, sms, email e lettere formali da parte di operatori terzi, incaricati di recuperare l'importo.
Quando il credito viene trasferito a un'agenzia esterna, si sommano al debito originale anche le spese di gestione e i costi sostenuti da Klarna per il recupero. In molti casi il debitore è costretto a saldare anche le commissioni richieste dall'intermediario, aggravando così il totale dovuto.
Se il debito non viene saldato e l'intervento dell'agenzia risulta infruttuoso, Klarna può scegliere di avviare un'azione legale. In Italia, questo processo si traduce nella richiesta di un decreto ingiuntivo presso il tribunale competente. Se il giudice lo emette, il debitore ha solo 40 giorni per opporsi; in caso contrario, l'ingiunzione diventa esecutiva e può portare al pignoramento dei beni, del conto corrente o di parte dello stipendio.
Quando il mancato pagamento supera certe soglie, Klarna può segnalare l'insolvenza alle centrali rischi come CRIF. Una volta segnalati, si diventa cattivi pagatori, un'etichetta che rimane visibile per anni nei sistemi consultati da tutte le banche e gli istituti finanziari. Anche se il debito viene saldato, la traccia rimane e con essa le difficoltà a ottenere credito.
La segnalazione come debitore moroso comporta che nessuna banca concederà facilmente un prestito, una carta di credito o un mutuo a chi ha una macchia nel proprio storico creditizio. Anche le richieste per semplici finanziamenti online possono essere respinte e rendere difficile l'acquisto a rate di qualsiasi bene o servizio, dai mobili alle auto, fino ai dispositivi elettronici.