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Debiti marito o moglie, anche in separazione dei beni l'altro coniuge deve pagare in determinati casi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Debiti marito moglie separazione beni

Quali sono i casi in cui, per legge, un ex coniuge deve pagare i debiti dell'altro pur se si è in separazione dei beni

La gestione dei debiti nel contesto matrimoniale rappresenta una delle questioni più complesse e controverse del diritto di famiglia italiano. L’assetto scelto dai coniugi per regolare i loro rapporti patrimoniali, quale la comunione o la separazione dei beni, determina in misura rilevante chi sia effettivamente obbligato al pagamento dei debiti contratti prima, durante o dopo la vita coniugale. 

Separazione dei beni e comunione dei beni: definizioni e differenze chiave

Nel diritto italiano si distinguono due principali regimi patrimoniali tra coniugi: comunione legale dei beni e separazione dei beni. Con la comunione legale, i beni acquistati durante il matrimonio appartengono ad entrambi i coniugi in parti eguali, indipendentemente da chi effettua effettivamente l’acquisto. Restano esclusi i beni posseduti ante-matrimonio, quelli ricevuti per donazione o successione ed altri previsti dalla norma.

Per riassumere:

  • Comunione dei beni: comporta la condivisione sia dei beni sia delle obbligazioni contratte nell’interesse familiare durante il matrimonio. Di conseguenza, entrambi i coniugi sono responsabili per i debiti comuni, anche se contratti da uno solo. Questa condivisione può esporre ciascun coniuge a rischi patrimoniali derivanti dall’agire economico dell’altro.
  • Separazione dei beni: secondo quanto previsto dall’art. 215 c.c., ciascun coniuge mantiene la titolarità esclusiva dei beni acquistati prima e durante il matrimonio a proprio nome. I debiti rimangono, di regola, a carico dell’intestatario. Il patrimonio resta personale e individualmente gestito, ciò limita la responsabilità verso i creditori all’esclusivo titolare del debito.

Debiti contratti prima, durante e dopo il matrimonio: chi è responsabile?

Le obbligazioni possono essere sorte in tre differenti momenti rispetto al matrimonio e la disciplina della responsabilità varia in modo significativo:
  • Debiti pre-matrimoniali: soggiacciono a regole specifiche in funzione del regime patrimoniale scelto.
  • Debiti contratti durante il matrimonio: possono coinvolgere entrambi i coniugi o soltanto chi li ha assunti, a seconda dell’utilità familiare e del tipo di regime.
  • Debiti post-separazione o post-divorzio: in linea generale restano di competenza individuale.

Debiti durante la comunione e la separazione dei beni

Se il debito viene contratto nel corso del matrimonio, occorre distinguere:
  • Comunione dei beni: tutti i debiti assunti nell’interesse della famiglia sono di regola comuni, anche se stipulati da un solo coniuge. I creditori possono aggredire l’intero patrimonio comune e, residuale, fino al 50% dei beni personali se necessario.
  • Separazione dei beni: ciascun coniuge risponde solo delle obbligazioni assunte individualmente. Tuttavia, le spese essenziali per la famiglia (come affitto, bollette, spese sanitarie o scolastiche per i figli) possono comportare una responsabilità solidale, anche in regime di autonomia patrimoniale.

Quando l'ex coniuge risponde dei debiti: le eccezioni in separazione dei beni

Nonostante il principio dell’autonomia patrimoniale in separazione dei beni, la normativa e la giurisprudenza individuano alcuni casi in cui l’ex coniuge può essere chiamato a rispondere di debiti contratte dall'altro coniuge anche in separazione dei beni. Nel panorama giuridico italiano, la principale eccezione si fonda sull’obbligo di solidarietà familiare, soprattutto per debiti contratti a favore della famiglia.

Il Codice Civile stabilisce il dovere di contribuzione ai bisogni familiari. Se un coniuge contrae un finanziamento o una obbligazione necessaria per esigenze domestiche, il creditore può agire anche verso l’altro, in via solidale e sussidiaria.

Esempi tipici includono: spese per la salute dei figli, affitto della casa familiare, acquisto di beni indispensabili alla famiglia. È irrilevante che il debito sia stato contratto dal solo marito o dalla sola moglie: se ricorre l’interesse familiare, la responsabilità è duplice.

In assenza di utilità per la famiglia, l’ex coniuge in separazione dei beni non può essere chiamato in causa. Il principio di personalità delle obbligazioni resta comunque preminente: debiti voluttuari o non connessi a bisogni familiari restano personali.

Altre eccezioni sono rappresentate dall’aver svolto le funzioni di garante o coobbligato su contratti sottoscritti dal coniuge, o da espliciti accordi che estendono la solidarietà debitoria. Ancora, in caso di conto cointestato con saldo negativo e firma di entrambi i coniugi, la banca è legittimata a chiedere il pagamento integrale a ciascun intestatario per l’intero ammontare.

Caso Responsabilità in separazione dei beni
Debiti personali pre-matrimoniali Solo il debitore
Debiti a favore della famiglia Entrambi i coniugi (solidale)
Obbligazione con garanzia o coobbligazione Entrambi se firmatari/gareanti
Debiti post-separazione Solo il debitore

Strategie di tutela patrimoniale e legale in caso di debiti dell’ex coniuge

Per preservare il proprio patrimonio in presenza di debiti contratti dall’ex coniuge, dopo la scelta della separazione dei beni, esistono diverse strategie e accorgimenti legali:

  • Optare per la separazione dei beni già in costanza di matrimonio mediante atto notarile, per limitare le possibilità di aggredibilità dei propri beni.
  • Evitare la firma di coobbligazioni o garanzie per debiti del partner.
  • Documentare chiaramente la proprietà dei beni, conservando attestazioni e ricevute che dimostrino la titolarità esclusiva (utile in caso di procedure esecutive o divisioni patrimoniali).
  • Stipulare accordi di separazione dettagliati che regolino la gestione di conti cointestati e di eventuali debiti pregressi.
  • Consultare esperti legali in caso di situazioni di possibile contenzioso, per valutare rimedi quali il sequestro conservativo di somme o la richiesta di revisione dei patti di divisione.
  • Valutare strumenti come trust o fondi patrimoniali, nell’osservanza delle normative vigenti, che consentono di destinare il patrimonio al soddisfacimento delle esigenze familiari e ne limitano l'aggressione da parte di terzi nei limiti di legge.
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