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Decreto Irpef e Ires: le novità e cosa cambia per cittadini, lavorarori e professionisti per il 2025-2026

di Marianna Quatraro pubblicato il
Decreto irpef 2025 approvato a novembre

Il Decreto IRPEF-IRES approvato per il 2025-2026 ridisegna struttura delle imposte su redditi, detrazioni, fiscalità d'impresa, successioni e fiscalità internazionale, introducendo semplificazioni e nuove regole per lavoratori e professionisti.

Il recente intervento legislativo del Consiglio dei Ministri ha dato via libera, a novembre 2025, alle disposizioni integrative e correttive sulle imposte relative a persone fisiche e società. Questa evoluzione, parte dell’attuazione della Legge 111 del 2023, porta una revisione complessiva alle normative su IRPEF (imposta sui redditi delle persone fisiche) e IRES (imposta sui redditi delle società ed enti), oltre a toccare temi come imposte indirette, fiscalità internazionale, successioni, donazioni e lo Statuto del Contribuente. Il nuovo quadro normativo punta a semplificare il sistema e a favorire maggiore chiarezza, equità e coerenza tra le diverse tipologie di contribuenti

Le principali novità introdotte dal decreto IRPEF-IRES 2025-2026

Il provvedimento legislativo varato introduce numerose innovazioni destinate a riscrivere in modo profondo diversi ambiti. Tra le novità più rilevanti si segnalano:

  • Ridefinizione dei familiari fiscalmente rilevanti: vengono ampliate le categorie ammesse alle detrazioni, includendo non soltanto i figli ma anche coniuge non separato, genitori conviventi e altri familiari equiparati secondo l’art. 433 c.c.
  • Riformulazione delle detrazioni IRPEF: la normativa chiarisce e aggiorna i limiti di reddito e la separazione tra status di familiare e condizione di carico fiscale.
  • Revisione della disciplina sui redditi da lavoro: sia per dipendenti che per autonomi, sono previste semplificazioni, maggiore trasparenza e uniformità nella tassazione. Si rafforzano le esclusioni dal reddito imponibile di alcuni benefit aziendali e rimborsi spesa adeguatamente documentati.
  • Estensione della neutralità fiscale nelle operazioni straordinarie tra professionisti e studi associati, riducendo le distorsioni nelle aggregazioni e nelle operazioni societarie.
  • Semplificazioni per il regime forfetario: dal 2025, i rimborsi spesa analiticamente addebitati dai professionisti in regime forfetario non concorreranno più alla determinazione del reddito imponibile.
  • Nuovi paradigmi per la fiscalità d’impresa: la cosiddetta "derivazione rafforzata" viene estesa alle micro-imprese, e sono ridefinite le regole per il riporto delle perdite, gli errori contabili e le operazioni di riallineamento dei valori fiscali e contabili.
  • Modifiche alle imposte indirette, in particolare successioni, donazioni e registro, con più trasparenza sul calcolo delle basi imponibili.
  • Interpelli probatori e complessi: l’obbligo di versamento di un contributo, a pena di inammissibilità, è ora riservato solo alle istanze su casi particolarmente articolati, in un’ottica di efficienza e selettività amministrativa.
Il decreto affronta anche la fiscalità internazionale, i regimi di adempimento collaborativo e adeguamenti alla normativa europea, rendendo il contesto normativo più coordinato e aggiornato alle esigenze contemporanee.

Ridefinizione dei familiari a carico e modifiche sulle detrazioni IRPEF

Uno degli aspetti più incisivi riguarda la nuova delimitazione dei soggetti che possono essere considerati "familiari a carico" ai fini delle detrazioni d’imposta. Il testo normativo ha infatti riscritto il riferimento all’articolo 12 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), estendendo la platea ai:

  • figli, compresi quelli nati fuori dal matrimonio, adottivi, affidati o affiliati;
  • coniuge non separato e convivente del coniuge deceduto;
  • genitori, adottanti, generi, nuore, suoceri, fratelli e sorelle che convivano o siano titolari di assegni alimentari non giudiziali, secondo quanto riportato all’art. 433 c.c.
L’intervento distingue in modo più nitido tra la qualifica di familiare e i requisiti per essere fiscalmente a carico, che continuano a essere legati a specifici limiti di reddito annuo. Ne deriva un sistema di detrazioni più inclusivo e coerente, che offre maggiore protezione sociale e uniformità applicativa.
Oltre all’ampliamento della platea, il decreto chiarisce che i familiari privi dei requisiti per le detrazioni restano rilevanti ai fini di altre norme fiscali che richiamano tale qualifica, rafforzando così la certezza del diritto e la corretta applicazione dei benefici tributari.

Riforma del reddito da lavoro dipendente e autonomo: semplificazioni e nuove esclusioni

Nel settore del lavoro dipendente e autonomo, la normativa ha perseguito una logica di semplificazione e razionalizzazione. L’ambito di esclusione dal reddito imponibile viene ampliato, riguardando, tra l’altro:

  • indennità assicurative per rischio di non autosufficienza o gravi patologie, estese anche ai familiari a carico;
  • compensi in natura ottenuti per finalità di welfare aziendale, come mobilità sostenibile, assistenza sanitaria e previdenza complementare, sempre che rispettino i limiti normativi;
  • rimborsi spese documentati per trasferte e mobilità dei dipendenti;
  • strenne natalizie fino a un determinato valore, non concorrono più al reddito imponibile entro i limiti di legge.
Per i lavoratori autonomi viene introdotto il principio di onnicomprensività del reddito, simile a quanto già previsto per i dipendenti: tutte le somme percepite, a qualsiasi titolo, concorrono a formare il reddito, dedotte solo le spese effettive sostenute nel periodo di imposta, con il principio di cassa ancora confermato come modalità generale di imputazione temporale. Rilevanti le esclusioni dal reddito delle somme rimborsate analiticamente dal committente e la neutralità dei rimborsi spesa per i forfetari dal 2025. Vengono inoltre definite nuove regole per ammortamenti, deducibilità dei costi e trattamento delle plusvalenze/minusvalenze da beni strumentali e partecipazioni.

Novità per i professionisti: aggregazioni, rimborsi spese e neutralità fiscale

L’atteso intervento normativo ha portato rilevanti evoluzioni circa la determinazione del reddito e le aggregazioni tra professionisti. In particolare:

  • Neutralità fiscale: tutte le operazioni straordinarie tra studi associati e società tra professionisti (conferimenti, fusioni, scissioni, trasformazioni) vengono equiparate a quelle d’impresa quanto a regime fiscale, ottenendo una piena neutralità su plusvalenze e minusvalenze.
  • Rimborsi spese: dal 2025 i lavoratori autonomi e i forfetari non vedono più concorrere alla formazione del reddito imponibile le somme puntualmente riaddebitate al committente per conto di incarichi svolti, superando le criticità del passato e armonizzando il trattamento fiscale tra ordinari e forfetari.
  • Ammortamenti e beni immateriali: viene introdotta la riduzione del periodo di ammortamento, ad esempio per le spese di acquisizione della clientela (ridotto a 5 anni), favorendo una gestione più equa e trasparente degli avviamenti professionali.
Queste misure, insieme all’ampliamento delle tipologie di aggregazione e alle nuove modalità di determinazione del reddito secondo il criterio di onnicomprensività, sono state particolarmente apprezzate dalla categoria, agevolando la crescita professionale e la competitività degli studi.

Interventi sulla fiscalità d’impresa: derivazione rafforzata, errori contabili e riporto delle perdite

Sul fronte delle società ed enti commerciali, il decreto si contraddistingue per una serie di misure orientate a rafforzare la trasparenza e ridurre distorsioni nei valori fiscali e contabili:

  • Derivazione rafforzata: le micro-imprese che optano per la redazione del bilancio in forma abbreviata accedono ora ai vantaggi della derivazione rafforzata, avvicinando il profilo fiscale a quello civilistico anche per realtà minori.
  • Correzione degli errori contabili: la nuova disciplina consente di regolarizzare rapidamente errori non rilevanti ai fini delle imposte sui redditi, entro la chiusura del bilancio successivo. Ne risultano esclusi gli errori rilevanti, che restano soggetti a regolarizzazione con dichiarazioni integrative.
  • Riporto delle perdite: vengono rivisti i criteri di utilizzo e riporto, specie in caso di operazioni straordinarie societarie, permettendo una maggiore efficienza nelle riorganizzazioni aziendali tramite fusioni, scissioni e conferimenti.
  • Allineamento valori: nuove opzioni permettono l’affrancamento dei maggiori valori iscritti a bilancio attraverso imposta sostitutiva agevolata, semplificando la gestione degli elementi patrimoniali in evoluzione.
Il risultato è un sistema d’impresa più armonizzato con la contabilità e più competitivo rispetto a dinamiche europee.

La nuova disciplina delle imposte su successioni, donazioni e registro

Le modifiche introdotte sulle imposte indirette rivedono alcuni elementi chiave relativi a successioni, donazioni e imposta di registro:

  • più chiarezza circa la base imponibile da applicare sulle rendite e pensioni, con il rinvio diretto a decreti ministeriali specifici;
  • semplificazione del calcolo relativo alla tassazione delle aree edificabili ricevute in donazione, individuando il "prezzo d’acquisto" per coerenza con le logiche valorizzative recenti;
  • adeguamento delle norme per allineare la fiscalità indiretta alle recenti innovazioni normative e agli standard europei.
L’insieme di questi interventi garantisce maggiore uniformità e trasparenza, riducendo il rischio di contenziosi e interpretazioni difformi nei passaggi generazionali di beni e aziende, e permettendo una pianificazione fiscale più affidabile.

Interpelli complessi e Statuto dei diritti del contribuente: cosa cambia

Le modifiche allo Statuto del Contribuente si concentrano sul fronte degli interpelli, strumenti di dialogo e certezza giuridica tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. Tra le principali innovazioni:

  • Istanza d’interpello “complessa”: l’obbligo di pagamento di un contributo viene limitato esclusivamente alle fattispecie di particolare complessità, identificando criteri chiari e oggettivi. In questo modo, si ottimizzano le risorse amministrative e si riduce la burocrazia per le casistiche ordinarie.
  • Termini procedurali: viene fissato un termine unico di 60 giorni sia per le osservazioni al progetto di provvedimento dell’Amministrazione sia per l’accesso ai documenti nel fascicolo, superando le incertezze interpretative presenti in precedenza.
Si punta così a favorire la trasparenza, la sollecitudine e un miglior equilibrio nei rapporti tra fisco e contribuenti.

Fiscalità internazionale, adempimenti collaborativi e regimi speciali

La riforma si è soffermata anche sugli aspetti relativi alla fiscalità internazionale e ai regimi cooperativi. Tra i punti principali:

  • precisione sulle reciprocità nelle convenzioni bilaterali: sospensione automatica delle disposizioni quando uno Stato partner ne interrompe l’applicazione;
  • proroga al 30 settembre 2026 per la presentazione delle certificazioni relative al Tax Control Framework, ampliando la finestra temporale di adeguamento per le aziende che hanno richiesto l’ingresso nel regime di adempimento collaborativo;
  • aggiornamenti per assicurare l’omogeneità normativa rispetto ai regimi speciali, consolidando l’aderenza ai principi OCSE ed UE.
Questi aggiustamenti mirano a rendere l’Italia ancora più coerente con la disciplina fiscale internazionale, semplificando gli adempimenti e assicurando equità tra operatori nazionali e globali.


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