Martedì 25 novembre saranno messe in asta due nuove emissioni di BTP indicizzati all'inflazione europea. Caratteristiche, rendimenti, rischi, opportunità e dettagli sulle procedure di partecipazione.
L'attenzione degli investitori si concentra sull'asta pubblica di due titoli di Stato indicizzati all'inflazione europea, promossa dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) per il 25 novembre 2025. Questi strumenti rappresentano una risposta concreta alle esigenze di tutela del potere d'acquisto in fase di instabilità nel livello dei prezzi e incertezza sui mercati.
Non si tratta semplicemente di nuovi collocamenti: l'offerta si rivolge sia a investitori istituzionali sia a risparmiatori privati che ricercano stabilità e remunerazione reale. L'opportunità si distingue dal panorama dei titoli a tasso fisso poiché la rivalutazione legata all'andamento dei prezzi consente di mitigare il rischio di erosione del capitale. In un contesto di volatilità dell'inflazione nell'Eurozona, la proposta del Tesoro assume una rilevanza particolare per chi punta a una gestione del portafoglio orientata al valore reale e alla diversificazione.
I due strumenti in offerta dal Tesoro presentano peculiarità ben definite sotto il profilo della durata, delle cedole e dell'ammontare destinato al collocamento:
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Denominazione |
Scadenza |
Cedola annuale |
Ammontare nominale |
Codice ISIN |
Data regolamento |
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BTP€i agosto 2031 |
15 agosto 2031 |
1,10% |
750 mln - 1 mld € (+150 mln supplementare) |
IT0005657348 |
27 novembre 2025 |
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BTP€i maggio 2039 |
15 maggio 2039 |
2,40% |
1,25 - 1,5 mld € (+225 mln supplementare) |
IT0005547812 |
27 novembre 2025 |
Il BTP€i con scadenza agosto 2031 arriva alla settima tranche dopo l'emissione a giugno 2025, presentando una cedola annuale relativamente contenuta ma rafforzata dalla rivalutazione secondo l'indice dei prezzi armonizzato al consumo senza tabacchi (HICP ex tobacco). L'emissione più longeva, il titolo maggio 2039, offre una cedola superiore, riflettendo l'orizzonte temporale di investimento più ampio e il maggior livello di rischio assunto dall'investitore. Le date di pagamento delle prossime cedole sono il 15 febbraio e il 15 maggio 2026 rispettivamente, mentre l'intero importo massimo di emissione è fissato a 2,5 miliardi di euro.
L'asta prevede inoltre la possibilità di un collocamento supplementare (150 milioni e 225 milioni di euro rispettivamente): possono accedervi gli operatori partecipanti all'asta ordinaria, allargando la platea dei beneficiari e contribuendo alla liquidità dei titoli sul mercato secondario. La scelta di due scadenze così differenziate risponde alle diverse strategie di gestione del portafoglio e dimostra la volontà del Tesoro di dare impulso al risparmio privato e istituzionale.
I Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all'inflazione dell'Eurozona sono progettati per offrire protezione reale contro la perdita di potere d'acquisto. Il funzionamento si basa su due meccanismi chiave:
Sono strumenti che beneficiano naturalmente dei rialzi dei prezzi all'interno dell'area euro, superando la copertura rispetto all'inflazione domestica nel caso in cui la crescita dei prezzi europea risulti superiore a quella italiana. Questo implica che la loro efficacia come strumento di protezione aumenta in caso di divergenza favorevole dell'inflazione europea.
I rendimenti reali offerti dai titoli indicizzati all'inflazione sono espressione diretta della loro struttura: al tasso cedolare si aggiunge la rivalutazione periodica dovuta all'andamento dell'HICP. Al momento dell'asta, ad esempio, il BTP€i maggio 2039 offriva di recente un rendimento reale attorno all'1,96%, a fronte di una cedola fissa del 2,4%. A confronto, il BTP a tasso fisso con scadenza 2039 quotava un rendimento netto del 3,82%. Il differenziale, noto come "breakeven inflation", segnala il tasso d'inflazione annuo incorporato dal mercato nelle sue aspettative per i prossimi 15 anni (attorno all'1,86%).
Questi dati consentono di comprendere che l'investimento in titoli indicizzati è conveniente laddove l'inflazione reale futura superi le attese di oggi: se la crescita dei prezzi nell'Eurozona risultasse superiore rispetto alle previsioni impresse nel mercato, il rendimento effettivo degli strumenti indicizzati sorpasserebbe quello delle obbligazioni a tasso fisso. Va però considerato che il rischio di pagare un sovrapprezzo all'acquisto è reale: il prezzo di emissione include sia i dietimi interessi maturati sia la rivalutazione accumulata dal titolo dalla data iniziale, che, per il BTP del 2039, raggiungeva un +6,066% al momento della più recente asta.
La valutazione finale sulla convenienza rispetto a un titolo tradizionale richiede pertanto non solo l'analisi delle cedole e scadenze, ma anche una riflessione sulle aspettative d'inflazione e sulle proprie strategie patrimoniali.
Il processo per accedere all'asta dei titoli di Stato segue regole trasparenti e tempistiche precise fissate dal MEF. Di seguito, i punti salienti del calendario e delle modalità operative:
La decisione di inserire nel proprio portafoglio titoli indicizzati all'inflazione dell'Eurozona passa per un'attenta valutazione dei benefici e degli svantaggi di questi strumenti: