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Due Btp indicizzati all'inflazione in asta martedì 25 novembre: rendimenti, caratteristiche, durata. Convengono o no?

di Marcello Tansini pubblicato il
Asta martedì 25 novembre

Martedì 25 novembre saranno messe in asta due nuove emissioni di BTP indicizzati all'inflazione europea. Caratteristiche, rendimenti, rischi, opportunità e dettagli sulle procedure di partecipazione.

L'attenzione degli investitori si concentra sull'asta pubblica di due titoli di Stato indicizzati all'inflazione europea, promossa dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) per il 25 novembre 2025. Questi strumenti rappresentano una risposta concreta alle esigenze di tutela del potere d'acquisto in fase di instabilità nel livello dei prezzi e incertezza sui mercati.

Non si tratta semplicemente di nuovi collocamenti: l'offerta si rivolge sia a investitori istituzionali sia a risparmiatori privati che ricercano stabilità e remunerazione reale. L'opportunità si distingue dal panorama dei titoli a tasso fisso poiché la rivalutazione legata all'andamento dei prezzi consente di mitigare il rischio di erosione del capitale. In un contesto di volatilità dell'inflazione nell'Eurozona, la proposta del Tesoro assume una rilevanza particolare per chi punta a una gestione del portafoglio orientata al valore reale e alla diversificazione.

Le caratteristiche dei due BTP indicizzati all'inflazione europea: scadenze, cedole e ammontare

I due strumenti in offerta dal Tesoro presentano peculiarità ben definite sotto il profilo della durata, delle cedole e dell'ammontare destinato al collocamento:

Denominazione

Scadenza

Cedola annuale

Ammontare nominale

Codice ISIN

Data regolamento

BTP€i agosto 2031

15 agosto 2031

1,10%

750 mln - 1 mld € (+150 mln supplementare)

IT0005657348

27 novembre 2025

BTP€i maggio 2039

15 maggio 2039

2,40%

1,25 - 1,5 mld € (+225 mln supplementare)

IT0005547812

27 novembre 2025

Il BTP€i con scadenza agosto 2031 arriva alla settima tranche dopo l'emissione a giugno 2025, presentando una cedola annuale relativamente contenuta ma rafforzata dalla rivalutazione secondo l'indice dei prezzi armonizzato al consumo senza tabacchi (HICP ex tobacco). L'emissione più longeva, il titolo maggio 2039, offre una cedola superiore, riflettendo l'orizzonte temporale di investimento più ampio e il maggior livello di rischio assunto dall'investitore. Le date di pagamento delle prossime cedole sono il 15 febbraio e il 15 maggio 2026 rispettivamente, mentre l'intero importo massimo di emissione è fissato a 2,5 miliardi di euro.

L'asta prevede inoltre la possibilità di un collocamento supplementare (150 milioni e 225 milioni di euro rispettivamente): possono accedervi gli operatori partecipanti all'asta ordinaria, allargando la platea dei beneficiari e contribuendo alla liquidità dei titoli sul mercato secondario. La scelta di due scadenze così differenziate risponde alle diverse strategie di gestione del portafoglio e dimostra la volontà del Tesoro di dare impulso al risparmio privato e istituzionale.

Come funzionano i BTP€i: protezione dall'inflazione e meccanismi di rivalutazione

I Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all'inflazione dell'Eurozona sono progettati per offrire protezione reale contro la perdita di potere d'acquisto. Il funzionamento si basa su due meccanismi chiave:

  • Indicizzazione della cedola: L'importo della cedola viene adeguato semestralmente in base alla variazione dell'indice HICP ex tabacco determinato da Eurostat. Non si tratta di una cedola fissa in valore assoluto, ma sempre rapportata all'inflazione europea del periodo.
  • Rivalutazione del capitale: A scadenza, oltre agli interessi, il capitale investito viene rivalutato integralmente secondo la variazione accumulata dell'indice HICP rispetto al valore iniziale all'emissione. Questo comporta che il capitale restituito è superiore a quello nominale in caso di inflazione positiva nel periodo di riferimento.
Un aspetto rilevante rispetto ai titoli a indicizzazione italiana, come i BTP Italia, riguarda la modalità di rivalutazione: mentre per il BTP Italia la rivalutazione sul capitale è riconosciuta periodicamente, nei BTP€i essa avviene integralmente solo a scadenza. Questo li rende particolarmente adatti per chi pianifica investimenti di medio-lungo termine con l'obiettivo specifico di preservare il valore reale del risparmio sull'orizzonte temporale prescelto.

Sono strumenti che beneficiano naturalmente dei rialzi dei prezzi all'interno dell'area euro, superando la copertura rispetto all'inflazione domestica nel caso in cui la crescita dei prezzi europea risulti superiore a quella italiana. Questo implica che la loro efficacia come strumento di protezione aumenta in caso di divergenza favorevole dell'inflazione europea.

Rendimento atteso e confronto con i tradizionali BTP a tasso fisso

I rendimenti reali offerti dai titoli indicizzati all'inflazione sono espressione diretta della loro struttura: al tasso cedolare si aggiunge la rivalutazione periodica dovuta all'andamento dell'HICP. Al momento dell'asta, ad esempio, il BTP€i maggio 2039 offriva di recente un rendimento reale attorno all'1,96%, a fronte di una cedola fissa del 2,4%. A confronto, il BTP a tasso fisso con scadenza 2039 quotava un rendimento netto del 3,82%. Il differenziale, noto come "breakeven inflation", segnala il tasso d'inflazione annuo incorporato dal mercato nelle sue aspettative per i prossimi 15 anni (attorno all'1,86%).

Questi dati consentono di comprendere che l'investimento in titoli indicizzati è conveniente laddove l'inflazione reale futura superi le attese di oggi: se la crescita dei prezzi nell'Eurozona risultasse superiore rispetto alle previsioni impresse nel mercato, il rendimento effettivo degli strumenti indicizzati sorpasserebbe quello delle obbligazioni a tasso fisso. Va però considerato che il rischio di pagare un sovrapprezzo all'acquisto è reale: il prezzo di emissione include sia i dietimi interessi maturati sia la rivalutazione accumulata dal titolo dalla data iniziale, che, per il BTP del 2039, raggiungeva un +6,066% al momento della più recente asta.

La valutazione finale sulla convenienza rispetto a un titolo tradizionale richiede pertanto non solo l'analisi delle cedole e scadenze, ma anche una riflessione sulle aspettative d'inflazione e sulle proprie strategie patrimoniali.

Come partecipare all'asta: calendario, modalità e regolamento per gli investitori

Il processo per accedere all'asta dei titoli di Stato segue regole trasparenti e tempistiche precise fissate dal MEF. Di seguito, i punti salienti del calendario e delle modalità operative:

  • Termine per le prenotazioni: Gli ordini da parte del pubblico vanno presentati entro il 24 novembre tramite banche, intermediari finanziari o piattaforme di trading autorizzate.
  • Chiusura asta ordinaria: L'asta si conclude alle 11:00 del 25 novembre, momento in cui viene determinato il prezzo di aggiudicazione.
  • Asta supplementare: Riservata agli operatori che hanno partecipato all'asta principale, si svolge entro il 26 novembre alle 15:30.
  • Regolamento delle sottoscrizioni: La data per il regolamento è fissata al 27 novembre 2025: solo allora i titoli saranno effettivamente accreditati ai partecipanti.
  • Procedura d'asta: Si applica il metodo marginale a prezzo discrezionale, secondo le disposizioni del MEF e le normative vigenti in materia di emissione titoli di Stato (circolare MEF n. 28514/1997).
Questo sistema garantisce un accesso equo sia per piccoli risparmiatori sia per operatori istituzionali. L'assenza di limiti minimi di sottoscrizione favorisce la diffusione dei titoli anche a chi desidera investire importi contenuti, mentre le modalità completamente digitali semplificano la partecipazione e la gestione amministrativa.

Convengono i BTP indicizzati in asta? Vantaggi, rischi e profili di investimento

La decisione di inserire nel proprio portafoglio titoli indicizzati all'inflazione dell'Eurozona passa per un'attenta valutazione dei benefici e degli svantaggi di questi strumenti:

  • Protezione dal rischio inflattivo: L'aggancio all'indice HICP europeo permette di difendere il valore del capitale investito anche in presenza di rialzi superiori alle attese nei prezzi di beni e servizi.
  • Rivalutazione del capitale: A differenza dei titoli tradizionali, il capitale finale rimborsato è incrementato percentualmente secondo la dinamica reale dei prezzi nell'area euro.
  • Diversificazione di portafoglio: Gli investimenti in titoli indicizzati consentono di ridurre l'esposizione a rischi specifici di inflazione domestica e di tasso.
Tra le possibili criticità si segnalano:
  • Rischio inflazione inferiore alle attese: Se la dinamica dei prezzi risultasse più debole rispetto alle stime, il rendimento totale potrebbe rivelarsi inferiore a quello dei corrispondenti titoli a tasso fisso.
  • Acquisto a prezzo superiore rispetto al nominale: La presenza di rivalutazione maturata e dietimi porta talvolta a un esborso iniziale superiore a 100, con conseguente minor rendimento effettivo per chi entra successivamente all'emissione originaria.
  • Durata residua e volatilità dei prezzi di mercato: Titoli con scadenze lunghe risultano più sensibili alle variazioni dell'inflazione attesa e alle condizioni di mercato.
Questi strumenti si rivelano idonei per investitori con orizzonte temporale di medio-lungo periodo e per chi attribuisce priorità alla protezione dall'erosione del potere d'acquisto piuttosto che alla massimizzazione del rendimento immediato. Sono soluzioni apprezzate specialmente in fasi di incertezza sui prezzi e rientrano in una corretta strategia di diversificazione patrimoniale, a patto di tenere conto delle proprie aspettative di inflazione futura e delle condizioni di ingresso, anche in relazione al prezzo di mercato.


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