La Legge di Bilancio ha previsto un rafforzamento delle misure contro l'evasione fiscale, in particolare per contrastare le aperture e chiusure rapide di partite Iva.
Molto spesso si sente parlare di imprenditori che chiudono l'attività dopo 2-3 anni con l'obiettivo di pagare meno tasse. Così come delle cosiddette partite Iva apri e chiudi pensando che si possano evitare i controlli. C
Eppure, chiudere una partita Iva dopo pochi anni non implica automaticamente un minor rischio di controlli da parte dell'Agenzia delle entrate. In realtà, il fenomeno delle cosiddette partite Iva apri e chiudi è uno degli aspetti su cui l'Agenzia delle entrate ha intensificato i controlli negli ultimi anni. Approfondiamo la questione:
In pratica, chiudere la partita Iva dopo pochi anni non riduce il rischio di controlli, anzi potrebbe attirare l'attenzione dell'Agenzia delle entrate, che monitora attentamente queste situazioni per prevenire comportamenti evasivi. Anzi, l'attenzione è anche sulle partite Iva apri e chiudi con tanto di sanzioni aggravate nel caso di irregolarità. È quindi importante gestire la partita Iva con trasparenza sia durante la sua attività che al momento della chiusura.
La prescrizione è il termine entro il quale l'Agenzia delle entrate può effettuare controlli e richiedere eventuali pagamenti o rettifiche delle dichiarazioni fiscali. In genere, il termine di prescrizione è di 5 anni dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Significa che l'Agenzia delle entrate ha fino a 5 anni per effettuare controlli e contestare eventuali irregolarità. Se il contribuente non ha presentato la dichiarazione dei redditi, il termine di prescrizione si estende a 7 anni.
Chiudere la partita Iva non interrompe automaticamente la decorrenza dei termini di prescrizione. Anche dopo la chiusura, l'Agenzia delle entrate può effettuare controlli retroattivi su tutti i periodi d'imposta ancora soggetti a prescrizione. Ad esempio se si chiude una partita Iva nel 2024, le Entrate potrebbero ancora effettuare controlli sui redditi dichiarati (o non dichiarati) fino al 2029, o addirittura fino al 2031 in caso di omissione della dichiarazione.
Il rischio di controlli fiscali non diminuisce con la chiusura anticipata della partita Iva. Anzi, se l'Agenzia delle entrate rileva anomalie, il contribuente potrebbe essere sottoposto a verifiche anche dopo la chiusura dell'attività. Di conseguenza, fatture, ricevute, e qualsiasi altro documento che attesti le operazioni svolte durante il periodo di attività della partita Iva. Prima di chiudere la partita Iva è utile fare un controllo delle dichiarazioni fiscali per assicurarsi che non ci siano errori o omissioni.
Per avere la certezza di agire nel rispetto della legge, soprattutto se si intende chiudere la partita Iva dopo un breve periodo di attività, non trascurare la possibilità di rivolgersi a un consulente fiscale.