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Forze dell'ordine e militari, età pensionabile non si alzerà e importi pensioni più alti in emendamenti Manovra Finanziaria 2026

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Aumenta l'età pensionabile per il personale di Forze Armate e militari nella prima bozza della Manovra Finanziaria 2026 ma piovono emendamenti per bloccare tutto e aumentare le pensioni finali

Le discussioni sulla Manovra Finanziaria 2026 ha acceso il dibattito nazionale sui requisiti pensionistici delle Forze dell’ordine e dei militari. Le proposte contenute nella manovra sono state oggetto di grande attenzione da parte di operatori, sindacati e forze politiche. Il tema tocca la vita di migliaia di donne e uomini in divisa, con effetti diretti sul ricambio generazionale e sul riconoscimento del valore sociale di un lavoro particolarmente impegnativo.

La discussione parlamentare e la pressione esercitata dalle associazioni di categoria hanno portato alla presentazione di numerosi emendamenti volti a mitigare l’impatto delle nuove misure, soprattutto in termini di innalzamento dell’età pensionabile e calcolo dell’assegno previdenziale. 

La prima bozza della Manovra 2026: aumento dell’età pensionabile per forze dell’ordine e militari

La prima versione della manovra finanziaria per il 2026 ha introdotto novità rilevanti per il personale di polizia, militari e Vigili del Fuoco. In particolare, il disegno di legge depositato in Senato ha previsto un incremento dei requisiti anagrafici necessari per l’accesso alla pensione di vecchiaia. La proposta nasce dalla necessità di allineare il sistema pensionistico dei comparti Difesa e Sicurezza all’evoluzione demografica, tenendo conto delle esigenze di sostenibilità finanziaria dello Stato.

Secondo il testo iniziale:

  • Dal 1° gennaio 2027, l’età pensionabile sarebbe stata aumentata di 4 mesi rispetto alle soglie attuali;
  • Dal 2028, l’incremento sarebbe arrivato a 6 mesi complessivi rispetto alla situazione precedente, per effetto combinato dell’adeguamento specifico del comparto e dell’aumento legato alla speranza di vita;
  • Il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, ad esempio, per i dirigenti generali della polizia (tradizionalmente fissato a 65 anni) avrebbe dovuto salire progressivamente, così come per le qualifiche o gradi inferiori (tra i 60 e i 63 anni);
  • Veniva inoltre previsto che le finestre di pensionamento anticipato fossero adeguate parallelamente.
Tale impostazione si fondava su due principi: la necessità di uniformare progressivamente le tutele previdenziali del settore rispetto agli altri lavoratori e il tentativo di contenere le uscite dal servizio attese per gli anni successivi, considerate le elevate spese pubbliche. Nonostante le giustificazioni tecniche fornite dal Ministero dell’Economia, il malcontento dei sindacati e la pressione dell’opinione pubblica sono emersi con forza sin dalla presentazione della bozza.

Le reazioni e le richieste di modifica del comparto Difesa e Sicurezza

La reazione delle organizzazioni sindacali rappresentative di poliziotti, militari e vigili del fuoco non si è fatta attendere. Sin dai primi giorni di discussione, è emersa una netta opposizione all’incremento dell’età anagrafica, considerato una penalizzazione ulteriore per chi svolge mansioni ad alto rischio e responsabilità.

I sindacati hanno sottolineato che la misura avrebbe inciso negativamente sulla qualità del servizio, inasprendo le già difficili condizioni operative di chi, quotidianamente, si occupa della sicurezza dei cittadini.

Le principali richieste avanzate dal comparto sono state:

  • Cancellazione dell’aumento dei requisiti pensionistici per le categorie della Difesa e Sicurezza;
  • Previsione di rinnovi contrattuali, maggiori risorse per le indennità e il salario;
  • Avvio di un piano di assunzioni straordinarie, necessario a compensare i numerosi pensionamenti previsti nei prossimi anni.
La pressione dei sindacati è stata sostenuta anche da incontri con esponenti parlamentari di diverse forze politiche (tra cui Partito Democratico e Forza Italia) e da rassicurazioni pubbliche dei Ministri competenti come Matteo Piantedosi e Guido Crosetto. Questi ultimi hanno annunciato la volontà di reperire nuove risorse e di accompagnare la discussione parlamentare con ulteriori confronti.

L’allarme lanciato dalle forze dell’ordine ha avuto una forte eco all’interno della maggioranza, considerata la sensibilità verso un elettorato tradizionalmente vicino agli operatori in divisa. 

Gli emendamenti: stop all’aumento dell’età pensionabile e nuove proposte per pensioni più alte

Dal confronto tra governo, sindacati e Parlamento sono emersi numerosi emendamenti con l’obiettivo specifico di congelare o rimodulare l’aumento dei requisiti anagrafici previsti inizialmente. Le proposte in esame mirano a lasciare inalterata l’età pensionabile per operatori di polizia, militari e vigili del fuoco, riconoscendo la natura particolarmente gravosa della professione.

Tra le principali proposte di modifica figurano:

  • Blocco integrale della misura che avrebbe portato ad un incremento di tre/sei mesi l’età necessaria per la pensione, restituendo il quadro vigente fino al 2026;
  • Rinvio dell’adeguamento alla sola speranza di vita, escludendo l’aggiunta dei mesi previsti per coloro che hanno già soglie inferiori rispetto all’Assicurazione Generale Obbligatoria;
  • Previsioni specifiche per l’esclusione dal nuovo regime degli operatori impegnati in attività particolarmente usuranti, sulla base di elenchi e parametri già individuati nella normativa vigente.
Accanto al tema dell’età, un altro filone di richiesta di modifica riguarda l’aumento dell’importo degli assegni previdenziali. Alcuni emendamenti suggeriscono:
  • Un ritocco al coefficiente di calcolo (utilizzato per le pensioni di poliziotti, carabinieri, finanzieri), puntando ad aumentare la percentuale di retribuzione utile nella determinazione dell’assegno mensile;
  • L’introduzione di meccanismi di detassazione di premi e straordinari, con effetti positivi sia sulla busta paga, sia sulle basi imponibili considerate per la previdenza futura.

I meccanismi di calcolo degli assegni previdenziali: come potrebbero cambiare con gli emendamenti

Gli emendamenti presentati non si limitano a bloccare l’aumento dell’età pensionabile: attenzione particolare viene riservata al meccanismo di calcolo delle pensioni. Attualmente, il sistema previdenziale per forze di polizia e militari si basa su parametri di riferimento fissati dal d.lgs. 66/2010 (per le Forze armate) e dalla normativa INPS per gli altri comparti, con variazioni in base all’anzianità e alla contribuzione.

Le proposte di modifica puntano soprattutto su due direttrici:

  • Incrementare il coefficiente utile al calcolo della pensione, così da allineare, o quasi, la pensione dei nuovi pensionati alle aliquote più generose di chi è già in quiescenza;
  • Introdurre criteri risarcitori per le mansioni più rischiose, inserendo scatti aggiuntivi o rivalutazioni della quota di pensione maturata per ogni anno oltre una certa soglia di servizio in operatività.
In termini pratici, questi eventuali aggiustamenti potrebbero determinare:
Parametro attuale Parametro emendato
Coefficiente standard 2,44 per ogni anno oltre il 15º Possibile innalzamento a 2,6-2,8 per mansioni operative
Riferimento alla retribuzione media dell’ultimo quinquennio Includere anche premi e straordinari detassati

Iter parlamentare ed equilibri politici attorno alla Manovra

Il percorso parlamentare della Manovra 2026 si è rivelato particolarmente complesso, condizionato dall’elevato numero di emendamenti (oltre 5.700) e dalla necessità di mantenere invariati i saldi di finanza pubblica. Le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, hanno avanzato modifiche sostanziali sui temi chiave, in particolare IRPEF, pensioni e investimenti infrastrutturali, contribuendo ad allungare i tempi della discussione.

Il Governo, consapevole della sensibilità della materia e dell’impatto sull’opinione pubblica, ha espresso la volontà di trovare soluzioni condivise che non compromettano l’equilibrio macroeconomico. La tenuta della maggioranza è stata messa alla prova dalle tensioni su punti diversi, tra cui proprio l’adeguamento dei requisiti pensionistici delle forze dell’ordine e dei militari.

Fino all’approvazione definitiva della manovra:

  • I testi degli emendamenti sono oggetto di approfondita valutazione sia presso la Commissione Bilancio sia in incontri informali tra i gruppi;
  • L’obiettivo dichiarato è giungere all’approvazione entro il 31 dicembre, lasciando comunque aperta la possibilità di ulteriori correzioni tecniche.

 



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