Cosa cambia per il calcolo contributivo ai fini del raggiungimento della pensione anticipata: la recente sentenza della Cassazione
Per andare in pensione anticipata bisogna maturare i contributivi solo effettivi o si possono considerare anche quelli figurativi? I requisiti richiesti per andare in pensione anticipata ordinaria sono solo contributivi.
E’, infatti, per legge, necessario maturare 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e un anno in più, cioè 42 anni e 10 mesi, per gli uomini. In entrambe i casi non è richiesto alcuno specifico requisito anagrafico.
La domanda che spesso ci si pone è quali contributi concorrono al raggiungimento della pensione anticipata. A fornire una risposta in merito è stata la Corte di Cassazione.
Dal primo gennaio 2012, la pensione anticipata ha sostituito la pensione di anzianità e, se fino al 2011 bisognava maturare almeno 35 anni di contributi solo effettivi, escludendo quelli figurativi derivanti da malattia e disoccupazione, dal primo gennaio 2012, il requisito contributivo è aumentato fino ad arrivare ai 42 anni e 10 mesi di contributi attuali (41 anni e 10 mesi le donne).
Secondo i giudici, la Riforma Fornero sostituendo la pensione di anzianità con la prestazione anticipata, ha previsto criteri contributivi differenti, cancellando il vecchio requisito dei 35 anni di contribuzione e calcolando anche i contributi figurativi.
Insieme a quelli effettivi, possono, infatti, concorrere al raggiungimento dei requisiti richiesti per il pensionamento.
Tra contributi effettivi e figurativi sussistono delle differenze. I primi vengono versati per il lavoro svolto, calcolati in percentuale in base allo stipendio percepito, mentre i secondi non vengono versati dal lavoratore o datore di lavoro ma vengono riconosciuti direttamente dall'Inps nei casi di sospensione o interruzione dell'attività.
Si tratta, per esempio, dei casi di malattia o infortunio, maternità, gravi motivi familiari, congedo parentale o servizio militare. Ma non solo.
I contributi figurativi vengono riconosciuti per garantire ad ogni lavoratore una continuità della copertura previdenziale anche quando non si lavora.