Le abitazioni di nuova costruzione hanno registrato un aumento nelle vendite con una crescita del 46% nel quarto trimestre del 2024.
Il mercato immobiliare italiano ha vissuto nel biennio 2024-2025 una fase di assestamento dinamico, segnato da un aumento delle compravendite e da una crescita contenuta ma diffusa dei prezzi. Non si è assistito a un vero boom, ma a una graduale e costante ripresa alimentata in parte dalla discesa dei tassi sui mutui, in parte dall'interesse per il mercato del nuovo.
Il Rapporto residenziale 2024 dell'Agenzia delle entrate, in collaborazione con Abi, delinea un quadro aggiornato e strutturato di questa evoluzione. A livello nazionale, le transazioni immobiliari registrate hanno superato le 719.000 unità, con un aumento dell'1,3% rispetto al 2023. In parallelo, il volume d'affari ha raggiunto i 114 miliardi di euro, grazie a un rialzo medio dei prezzi pari al 3,2%, che ha contribuito ad ampliare la spesa media per unità venduta. Approfondiamo in questo articolo:
Le differenze geografiche restano però marcate. Nelle Isole la media non supera i 111.000 euro, mentre nel Centro Italia si toccano punte medie di 185.800 euro. Le grandi città, come previsto, fanno storia a sé. Milano conferma il suo primato, con una media di 413.900 euro per alloggio, in netto aumento rispetto all'anno precedente. Roma si attesta a 261.300 euro, preceduta però da Firenze, che supera i 281.900 euro.
Anche la superficie media delle abitazioni compravendute varia sensibilmente: se nel dato nazionale si mantiene intorno ai 106 metri quadrati, nelle metropoli si riduce sensibilmente, con 80,9 metri quadrati a Milano e 93,6 a Roma, mentre nei comuni delle province si resta spesso sopra i 100 metri. Interessante notare come in molte aree metropolitane la crescita delle compravendite sia stata trainata più dai comuni dell'hinterland che dai capoluoghi: a Milano, ad esempio, oltre 42.000 compravendite si sono registrate nella provincia, contro le 24.000 del capoluogo.
Il profilo degli acquirenti di immobili nel 2024 è sempre più variegato, ma con alcune tendenze nette. Secondo i dati forniti dall'Agenzia delle entrate, il 47,4% delle compravendite è stato effettuato da acquirenti di età pari o inferiore ai 34 anni, segnale di un mercato sempre più attrattivo per i giovani, specie nelle aree urbane dove l'accesso alla proprietà resta uno degli obiettivi principali.
Nella fascia compresa tra i 31 e i 40 anni si registra anche la quota più alta di accesso al mutuo, con un'incidenza che supera il 38%, mentre nelle classi d'età più avanzate la propensione al pagamento in contanti aumenta. La fascia tra i 60 e gli 80 anni, il 44% dei venditori, è composta perlopiù da proprietari consolidati che dismettono immobili per ristrutturare la propria posizione finanziaria o per esigenze legate alla successione familiare.
Le vendite di nuda proprietà, al contrario di quanto spesso si crede, non sono in crescita: nel 2024 sono diminuite del 3,3% a livello nazionale, a dimostrazione del fatto che non rappresentano una strategia largamente adottata, ma piuttosto un'eccezione. A livello territoriale, Roma e Milano detengono le percentuali più alte di nuda proprietà (rispettivamente 4,4% e 4,1%), ma sempre all'interno di un quadro molto contenuto rispetto al totale.
La componente finanziaria torna a giocare un ruolo centrale nel sostenere la dinamica delle compravendite. Dopo la brusca frenata del 2023, l'anno successivo ha visto un recupero della domanda di mutui, anche grazie a una stabilizzazione dei tassi. La percentuale di acquisti sostenuti da un mutuo nel 2024 è salita al 41,7%, con un incremento di 1,6 punti rispetto all'anno precedente. Rimaniamo però ancora sotto la media del quinquennio pre-pandemico, quando si viaggiava oltre il 50%. L'importo medio erogato a livello nazionale è stato di 134.800 euro, in aumento di oltre 4.000 euro rispetto al 2023. A Milano si sono toccati i 252.600 euro, con un balzo annuo di 27.000 euro, mentre a Roma la cifra media è stata 184.600 euro, con un aumento di 7.700 euro. Il tasso medio applicato si è attestato al 3,6% per contratti stipulati nel 2024, con una durata media di 25,3 anni e una rata media mensile di 677 euro.