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Il datore di lavoro può chiedere di programmare i permessi legge 104 a livello settimanale o mensile? E' legale?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Permessi legge 104

C'è un delicato equilibrio tra le esigenze produttive dell'azienda e i diritti assistenziali del lavoratore in relazione ai permessi legge 104.

Il tema della programmazione dei permessi lavorativi concessi in base alla legge 104 del 1992, che tutela i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave o che ne sono essi stessi affetti, è oggetto di interpretazioni giuridiche e sentenze.

La questione fondamentale è se l'azienda possa richiedere una programmazione settimanale o mensile dei permessi e in che misura tale richiesta sia compatibile con i diritti del lavoratore. Approfondiamo la questione:

  • Permessi legge 104, il datore può chiedere la programmazione?
  • Normativa in vigore sulla programmazione dei permessi legge 104

Permessi legge 104, il datore può chiedere la programmazione?

La legge 104 del 1992 concede ai lavoratori che assistono un familiare con disabilità grave il diritto a tre giorni di permesso retribuito al mese, che possono essere utilizzati anche frazionati in ore. Questo diritto tutela i lavoratori che si trovano nella condizione di dover bilanciare la vita lavorativa con le esigenze di assistenza, in quanto permette una certa flessibilità nell'uso del tempo.

Secondo l'interpretazione generale della normativa, il lavoratore non è obbligato a pianificare con largo anticipo l'uso di questi permessi. Ma il datore di lavoro ha il diritto di richiedere una comunicazione anticipata per poter meglio organizzare il lavoro all'interno dell'azienda. È qui che si inserisce la questione della programmazione settimanale o mensile.

In linea generale, la programmazione anticipata dei permessi 104 può essere richiesta dal datore di lavoro per garantire un'adeguata organizzazione del lavoro. La Corte di Cassazione, con la sentenza 175 del 2005, ha affermato che le necessità del lavoratore e quelle organizzative dell'azienda devono essere bilanciate senza che una prevalga sull'altra.

In pratica il datore di lavoro può richiedere una pianificazione anticipata dei giorni in cui il lavoratore intende usufruire dei permessi, ma non può vincolare il dipendente a rispettare una programmazione se vi sono esigenze improvvise di assistenza.

In altre parole, la richiesta di una pianificazione settimanale o mensile è lecita, ma deve essere accompagnata da una flessibilità sufficiente a permettere al lavoratore di cambiare i giorni di permesso in caso di necessità urgenti legate all’assistenza del familiare disabile. Questo diritto è sancito sia dalla giurisprudenza che da circolari interpretative, come la circolare 13 del 2010 del Dipartimento Funzione Pubblica, che specifica come sia importante trovare un equilibrio tra le esigenze produttive dell'azienda e quelle assistenziali del lavoratore.

Normativa in vigore sulla programmazione dei permessi legge 104

Un punto chiave nella gestione dei permessi legge 104 riguarda le urgenze. Il lavoratore ha il diritto di modificare la programmazione dei giorni di permesso anche con breve preavviso, qualora emergano necessità improvvise legate all'assistenza del familiare. In queste situazioni, il datore di lavoro deve accettare la modifica, a condizione che il lavoratore comunichi il cambiamento e fornisca una dichiarazione che giustifichi l’urgenza.

Questa flessibilità garantisce che i lavoratori possano davvero usufruire dei permessi 104 nel modo in cui la legge prevede ossia per far fronte a situazioni di assistenza spesso imprevedibili.

In alcuni contesti, la programmazione dei permessi può essere regolata da accordi aziendali o da disposizioni specifiche all'interno dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Questi accordi possono stabilire delle modalità operative per facilitare l'organizzazione del lavoro, prevedendo, ad esempio, la richiesta di comunicare la fruizione dei permessi con un certo anticipo, ma sempre nel rispetto delle normative generali e della necessaria flessibilità.

Ci sono anche CCNL che possono specificare le tempistiche e le modalità di programmazione dei permessi, stabilendo regole più dettagliate rispetto a quelle generali. In questi casi, il lavoratore è tenuto a rispettare quanto stabilito dal contratto collettivo, purché non si violino i principi fondamentali di tutela garantiti dalla Legge 10

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