Un sistema fiscale ottimale sarebbe a due aliquote al 23% e al 35% ma al momento impossibile: le attuali posizioni del viceministro Leo
L’evoluzione dell’imposizione fiscale sulle persone fisiche è uno dei temi più dibattuti nella politica economica italiana. Negli ultimi anni, la discussione si è riaccesa grazie agli interventi e alle analisi del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. La riforma Irpef si trova oggi di fronte a un bivio tra esigenze di semplificazione, input derivanti dal contesto economico, limiti di bilancio pubblico e necessità di salvaguardare l’equità.
Il dibattito sul sistema fiscale a due aliquote Irpef proposto da Maurizio Leo ruota attorno a un modello improntato su chiarezza e linearità: la proposta tecnica prevedeva un’imposta unica al 23% per i redditi più bassi e una seconda, al 35%, per quelli più elevati.
Secondo Leo, tale impostazione garantirebbe una maggiore semplicità sia per i cittadini contribuenti che per gli organi dell’amministrazione finanziaria, superando la frammentazione degli attuali scaglioni.
Questo sistema, tuttavia, per ora rimane una prospettiva ideale difficile da attuare nell’immediato a causa delle attuali condizioni economico-finanziarie e delle scarse risorse e dei vincoli stringenti sulla spesa pubblica ma permetterebbe:
Le anticipazioni sulla Manovra 2026 disegnano, invece, una direzione chiara per la politica fiscale italiana, con interventi circoscritti sulla fascia di reddito tra 28mila e 50mila euro attraverso una riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33%.
L'intento della proposta di riduzione dell'Irpef 2026 è quello di salvaguardare i redditi intermedi, incrementando il potere di acquisto e la capacità di spesa delle famiglie a fronte delle sfide inflazionistiche e delle difficoltà di bilancio statale.
Scaglioni 2025 | Aliquota |
Sotto 28.000 € | 23% |
28.000 - 50.000 € | 35% |
Oltre 50.000 € | 43% |
La proposta, per la Manovra 2026, prevede l’abbassamento al 33% per lo scaglione centrale, con benefici stimati fino a 440 euro annui. Secondo le simulazioni, il vantaggio fiscale cresce con il reddito all’interno dello stesso scaglione: chi percepisce 30mila euro risparmierebbe circa 40 euro l’anno, chi arriva a 40mila euro otterrebbe un beneficio di circa 240 euro, raggiungendo la soglia massima per chi si colloca a 50mila euro.
Questo cambiamento interesserà circa 13,6 milioni di contribuenti e ha l’obiettivo di portare maggiore equità nel sistema, stimolando i consumi e incentivando la fedeltà fiscale.
La revisione delle aliquote si concentra direttamente sulla fascia di popolazione identificata come “ceto medio”, individuata nei redditi compresi tra 28mila e 50mila euro lordi. Secondo i dati, proprio questa categoria contribuisce in maniera sostanziale al gettito Irpef nazionale e costituisce la parte più vulnerabile agli effetti delle scelte fiscali.