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Le partite Iva più controllate dall'Agenzia delle Entrate, settori e attività in base rapporto Corte dei Conti 2025

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Dall'edilizia agli studi medici e legali ad attività come bare e gelaterie: ecco quali sono i settori dove i professionisti con Partita Iva vengono maggiormente controllati

Il quadro normativo e operativo delle verifiche fiscali sulle partite IVA ha registrato, negli anni recenti, una significativa evoluzione, in linea con le direttive del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le priorità indicate dalla Corte dei Conti nel report di rendiconto 2024. 

Gli obiettivi dichiarati dall’Agenzia sono molteplici: contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, ristabilire condizioni di equità tra le diverse categorie economiche e monitorare le dinamiche sospette in capo ai soggetti con partita IVA. L’attenzione è orientata in particolare verso quelle attività che manifestano indicatori di rischio fiscale elevato.

L’Agenzia delle Entrate usa un insieme articolato di indicatori quantitativi e qualitativi per identificare i soggetti passibili di controllo. Fra questi, assumono rilevanza le discrepanze tra il reddito dichiarato e i flussi finanziari tracciabili, la presenza di precedenti violazioni, l’emersione di performance atipiche rispetto agli standard del settore e le segnalazioni da parte di soggetti terzi.

  • Incoerenza tra volume d’affari e margini dichiarati
  • Frequenti passaggi tra regimi fiscali agevolati
  • Utilizzo reiterato di conti esteri o movimentazioni di denaro non giustificate
  • Anomalie nella distribuzione territoriale dei ricavi
  • Omessa tenuta o irregolare compilazione della documentazione obbligatoria
L’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA) rappresenta un ulteriore filtro per la selezione delle attività da sottoporre a verifica perchè permettono un confronto oggettivo tra i contribuenti e le performance di settore.

Settori e categorie di attività più soggette alle verifiche dell’Agenzia delle Entrate

Secondo i dati diffusi dalla Guardia di Finanza e dal rendiconto 2024 della Corte dei Conti, i settori nel mirino degli accertamenti comprendono:

  • Bar, pasticcerie e ristorazione: caratterizzati da margini dichiarati spesso inferiori alle medie di categoria
  • Taxi e trasporti privati
  • Discoteche e locali di intrattenimento
  • Officine meccaniche e carrozzerie
  • le imprese del settore edile con controlli che riguardano il 5,1% e interessano le attività dalle costruzioni e dell’intonacatura, rivestimento, tinteggiatura ed altri lavori di completamento
  • idraulici ed elettricisti
  • Studi professionali: includendo figure come avvocati, dentisti, commercialisti, ingegneri
  • Stabilimenti balneari, con differenze marcate nei redditi dichiarati tra le varie regioni
Le rilevazioni statistiche evidenziano come le aziende con elevata rotazione del personale e le attività che adottano frequentemente i regimi forfettari costituiscano target privilegiati di indagine.

Il fenomeno delle partite IVA apri e chiudi appare in crescita nell’ambito edilizio e nei comparti legati alle agevolazioni fiscali.

Analisi delle differenze territoriali dei redditi dichiarati e implicazioni nei controlli settoriali

Un aspetto oggetto di particolare rilievo è rappresentato dalle disparità di reddito riscontrate tra regioni e province, elemento che suggerisce un approccio differenziato alla pianificazione dei controlli.

Le tabelle elaborate dalla Guardia di Finanza e dalla Corte dei Conti nel 2024 riportano, ad esempio, che un bar a Roma dichiara mediamente 9.412 euro, contro i 20.573 euro di Milano: analoghe discrepanze si osservano per stabilimenti balneari e discoteche.

Attività/Località Reddito medio dichiarato (€)
Bar - Roma 9.412
Bar - Milano 20.573
Stabilimento balneare - Rimini 29.841
Stabilimento balneare - Lignano Sabbiadoro 270.302
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