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Bonus edilizi e detrazioni case tagliate o cancellate nel 2026: la richiesta di modifiche e di farli continuare dalle imprese

di Marianna Quatraro pubblicato il
richieste Bonus edilizi non tagliarli

Come si avviano a cambiare i bonus edilizi nel 2026 e le richieste delle associazioni di settore per evitare ulteriori riduzioni

Nell’ultimo biennio il comparto dell’edilizia residenziale ha attraversato profondi mutamenti a seguito della progressiva revisione degli incentivi fiscali, in risposta alle direttive europee e alla necessità di contenere la spesa pubblica.

Il sistema italiano delle agevolazioni, articolato soprattutto tramite detrazioni per ristrutturazione, riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico, è stato al centro di numerose modifiche normative e le recenti manovre approvate hanno ridefinito aliquote, massimali e platea di beneficiari delle principali misure, in un quadro che, seppur ancora orientato al sostegno dell’efficientamento del patrimonio immobiliare esistente, tende alla progressiva riduzione delle percentuali detraibili e all’eliminazione di alcune agevolazioni ritenute non più prioritarie.

I bonus edilizi in vigore nel 2025: tipologie, aliquote e requisiti

Le principali detrazioni edilizie attive quest'anno 2025 sono:

  • Bonus ristrutturazioni: consente una detrazione IRPEF pari al 50% delle spese sostenute per interventi su prime case, fino a un tetto di 96.000 euro per unità immobiliare. Per altre tipologie di immobili, l’aliquota si riduce al 36%, con limite di spesa a 48.000 euro. Le detrazioni sono ripartite in 10 quote annuali.
  • Superbonus: la percentuale scende al 65% ed è riservata a chi ha presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA) o la richiesta di titolo abilitativo entro il 15 ottobre 2024. Il beneficio si applica a specifiche fattispecie, tra cui interventi su condomini, edifici composti da 2 a 4 unità e alcune associazioni no profit.
  • Ecobonus: per interventi volti al miglioramento dell’efficienza energetica, la detrazione è del 50% per le abitazioni principali e del 36% per altri immobili. Sono escluse le caldaie a combustibili fossili.
  • Sismabonus: per la messa in sicurezza contro il rischio sismico, si distingue tra interventi nelle aree terremotate (ancora al 110%) e nel resto d’Italia (65% o inferiori, secondo i requisiti). Da gennaio 2025 le percentuali scendono progressivamente, con aliquote ancora maggiorate solo per gli interventi su abitazioni principali.
  • Bonus barriere architettoniche: detrazione del 75% fino a fine 2025 per interventi su scale, rampe, ascensori e dispositivi per la mobilità.
  • Bonus mobili: detrazione del 50% su una spesa massima di 5.000 euro per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata, vincolati a una ristrutturazione iniziata dopo il 1° gennaio 2024.
  • Bonus elettrodomestici 2025: nuovo contributo fino al 30% (tetto di 100/200 euro, con limiti ISEE), per elettrodomestici di classe energetica B o superiore, prodotti in UE, previa dimostrazione di corretta dismissione del vecchio apparecchio e subordinato a specifico decreto attuativo.

Le modifiche previste dal 2026: riduzioni, tagli e fine agevolazioni

Per il prossimo 2026 sono state già decise revisioni dei bonus, con ulteriori riduzioni delle percentuali di detrazione, come di seguito indicato:
  • Bonus ristrutturazioni ed ecobonus: la detrazione scende al 36% per le prime case, e al 30% per altri immobili, con tetto massimo di 48.000 euro. Le detrazioni, inoltre, sono sempre ripartite in 10 rate annuali. Dal 2028 si prevede un ulteriore ridimensionamento dell’aliquota al 30%.
  • Superbonus: termina il regime speciale; restano in vigore solo le detrazioni sulle spese già sostenute negli anni precedenti.
  • Sismabonus: le aliquote si riducono, restando del 36% per le abitazioni principali e del 30% per gli altri casi. Gli interventi in zone sismiche privilegiate terminano con il 2026.
  • Bonus mobili: non viene prorogato, con la conseguente scomparsa della detrazione per acquisto di arredi ed elettrodomestici legati a lavori di ristrutturazione.
  • Bonus barriere architettoniche: accorpato nel bonus ristrutturazioni con la stessa aliquota ridotta.

Le richieste e le posizioni delle associazioni di categoria su bonus e detrazioni

Le principali rappresentanze di settore hanno proposto misure correttive alla riduzione delle detrazioni e al depotenziamento degli incentivi. Tra le richieste più significative si registrano quelle di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), FederlegnoArredo e Assoclima:
  • Mantenere una detrazione significativa per ristrutturazioni ed efficientamento, riconfermando almeno le aliquote 2025 del 50% per la prima casa e del 36% per seconde case e altri immobili anche negli anni successivi, per evitare il rischio di “blocco” delle attività e della domanda.
  • Stabilizzare e rendere strutturale il bonus mobili, ritenuto essenziale per garantire la continuità delle filiere, sostenere l’industria nazionale e incentivare il rinnovo del parco arredi in ottica green e di sicurezza (ad esempio, tramite la promozione di materiali sostenibili e sistemi a basso consumo).
  • Reintrodurre e rendere permanente il bonus destinato ai sistemi di climatizzazione efficienti e pompe di calore, elemento centrale per il processo di transizione energetica e per il raggiungimento dei target europei sulle emissioni. Assoclima in particolare sottolinea come le recenti esclusioni penalizzino gli investimenti in tecnologie innovative.
  • Semplificare gli iter amministrativi e aumentare la rapidità dei chiarimenti normativi da parte dell’Agenzia delle Entrate, accompagnando la riduzione progressiva delle detrazioni con misure di transizione che diano certezza ai cittadini e agli operatori.

Il ruolo strategico dei bonus mobili ed elettrodomestici nel sostegno all’edilizia

Con particolare riferimento al bonus mobili ed elettrodomestici legato a lavori di ristrutturazione, ha rivestito un ruolo chiave non solo per le famiglie ma anche per numerose filiere industriali. Il bonus mobili in particolare:
  • Ha sostenuto la domanda interna grazie alla possibilità di integrare l’acquisto di prodotti made in Italy con la riqualificazione dell’abitazione, creando un effetto moltiplicatore sull’indotto.
  • Ha favorito l’upgrade del parco elettrodomestici verso classi energetiche migliori, in coerenza con le strategie di efficientamento richieste dall’UE e con la riduzione dell’impatto ambientale domestico.
  • Ha permesso una maggiore pianificazione degli investimenti da parte dei nuclei familiari e delle aziende fornitrici, anche attraverso la stabilità delle aliquote negli ultimi anni.
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