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L'evasione fiscale si è ridotta negli ultimi anni, ma rimane alta. Quali tasse si evadono di più e altri dati da Banca d'Italia

di Marianna Quatraro pubblicato il
evasione fiscale ridotta rimane alta

Cala, e anche di molto, l'evasione fiscale in Italia ma resta sempre un fenomeno molto diffuso: cosa riportano gli ultimi dati di Bankitalia

La tendenza all’evasione fiscale in Italia ha registrato nell’ultimo decennio una significativa riduzione, seppur i livelli assoluti rimangano elevati nel confronto europeo. Stando ai dati più aggiornati, il cosiddetto tax gap, vale a dire il divario tra quanto teoricamente dovuto dai contribuenti e quanto effettivamente incassato dall’Erario, si assesta sugli 82 miliardi di euro nel 2021, rispetto ai 108 miliardi del 2017. Il calo è dovuto sia al rafforzamento dei controlli sia all’impulso delle innovazioni digitali come la fatturazione elettronica. 

Gli ultimi dati sull'evasione fiscale

L’analisi delle tendenze recenti conferma una contrazione progressiva dell’evasione. Secondo gli ultimi dati resi noti da Bankitalia, negli ultimi anni si è registrata nel complesso una riduzione dell’evasione fiscale, sia in valore assoluto sia in termini percentuali. Essa era infatti 97 miliardi nel 2017 e ha subito una contrazione nell’ordine di 25 miliardi. Anche in termini relativi, la propensione all’evasione è scesa di quasi 6 punti percentuali, dal 21% del 2017.

Tra il 2017 e il 2021, dunque, il valore annuo dell’evasione fiscale e contributiva è diminuito di 2r miliardi, trainato da una riduzione significativa sull’IVA (da 35,6 a 17,8 miliardi) e dalla crescita della propensione all’adempimento, che si attesta su livelli mai raggiunti dal 2010. Il tax gap è calato dal 21% al 15% nell’arco di quattro anni.

Permangono però marcate divergenze regionali:

  • Il 58% dei debiti fiscali si concentra tra Centro e Sud Italia, per un valore di circa 739 miliardi di euro dal 2000 al 2024.
  • Lazio, Campania e Lombardia sono le regioni con i debiti pro-capite più elevati: nel Lazio l’importo medio supera i 39.000 euro per residente.
  • In termini assoluti, la Lombardia presenta la maggiore quota di imposte non riscosse a causa della presenza di numerosi grandi gruppi aziendali.
Regione Debito pro-capite (€) Debito generale (mln €)
Lazio 39.673 226.720
Campania 27.264 152.510
Lombardia 25.904 259.350
Molise 20.469 5.920
Marche 20.078 29.770
In media, la propensione all’evasione è più accentuata nel Mezzogiorno e in alcune aree del Centro, mentre le regioni settentrionali si contraddistinguono per una maggiore aderenza fiscale.

Chi evade di più e come: tipologie di contribuenti e le tasse più evase

I dati dimostrano che la maggior parte delle somme non riscosse dallo Stato è ascrivibile alle società di capitali, Spa, Srl, consorzi e cooperative, responsabili di oltre il 64% del totale dell’arretrato fiscale, con circa 822 miliardi di euro non versati dal 2000 a inizio 2025. Seguono persone fisiche senza attività economica (23,5%) e le categorie di piccoli imprenditori e autonomi (12,2%). Inoltre:

  • Le grandi aziende accumulano debiti fiscali più consistenti pur costituendo una minoranza rispetto al totale delle posizioni aperte, poiché rappresentano spesso multinazionali, gruppi bancari e imprese con complesse strategie fiscali.
  • Le evasioni più frequenti sono riconducibili a pratiche come la falsa dichiarazione dei redditi, l’omessa fatturazione, il trasferimento fittizio di residenza all’estero, e il ricorso ai crediti d’imposta inesistenti.
  • Il fenomeno della cosiddetta “evasione con consenso”, ossia l’accordo implicito tra fornitore e cliente per non emettere fattura o scontrino, è presente soprattutto nel tessuto delle piccole attività professionali e commerciali.
Tra le tasse più evase spicca certamente l’IRPEF dei lavoratori autonomi, che si attesta come l’imposta su cui si registra il maggior deficit, con un tax gap che nel 2021 ha toccato il 66,8%: significa che due terzi dell’IRPEF dovuta da autonomi e imprese individuali non viene versata, per un valore superiore ai 29 miliardi di euro. A seguire ci sono:
  • L’IVA, che rappresenta il secondo tributo per entità evasa: quasi 18 miliardi di euro mancanti, pari a quasi il 14% del teorico dovuto.
  • Le tasse locali sugli immobili (IMU) e sui servizi (TARI), che hanno una quota evasa media del 21,4%. Questi tributi, pur essendo più facilmente controllabili, restano pesantemente esposti all’insolvenza, specie nei casi delle cosiddette “case fantasma”.
  • L’IRES per le persone giuridiche e i contributi previdenziali, il cui mancato pagamento penalizza gravemente la sostenibilità dei sistemi assistenziali.
Nella tabella seguente una sintesi dei principali tributi oggetto di evasione (dati 2021):
Tributo Quota evasa (mln €) Tax gap (%)
IRPEF Autonomi 29.000 66,8
IVA 17.800 13,8
IMU/TARI 5.000+ 21,4

Il ruolo di Bankitalia e gli altri dati emersi

Bankitalia, attraverso studi periodici e interventi tecnico-scientifici, contribuisce a monitorare e interpretare il fenomeno, fornendo supporto sia alle strategie di contrasto sia agli organi normativi. L’istituto ha confermato la progressiva riduzione dell’evasione fiscale, attribuendone il merito all’integrazione dei sistemi informativi nazionali e alla digitalizzazione dei processi come la trasmissione telematica dei corrispettivi e le dichiarazioni precompilate.

L'impiego della fatturazione elettronica, secondo le analisi di Bankitalia, è allineato ai migliori standard europei. E' emerso che se, infatti, la Spagna si contraddistingue per l’ampiezza delle informazioni raccolte, l’Italia è una delle poche amministrazioni che, insieme ad essa, spicca per l’utilizzo dei dati dei sistemi di fatturazione elettronica.