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Quanti soldi servirebbero in manovra finanziaria per pensioni, Irpef, rottamazione, bonus edilizi, Isee, premi e quanti ce ne sono

di Marianna Quatraro pubblicato il
Quanti soldi servirebbero manovra finanz

Sono poche le risorse economiche realmente disponibili per l'attuazione di tutte le misure che si vorrebbero inserire nella prossima Manovra 2026: le ipotesi e i costi

L’elaborazione della Manovra Finanziaria 2026 rappresenta per l’esecutivo una sfida complessa, in cui si intrecciano aspettative sociali, pressioni economiche e vincoli imposti dall’Unione Europea. Il quadro di riferimento è determinato sia dalla necessità di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie italiane, duramente colpite dall’inflazione e dall’erosione dei salari reali, sia dalla priorità di mantenere la solidità dei conti pubblici.

In tale contesto vengono analizzate le principali misure sul tavolo: dalla riforma dell’Irpef ai nuovi criteri sulla rottamazione dei debiti fiscali, dalla revisione delle pensioni alla proroga dei bonus edilizi, fino alle modifiche dell’ISEE e agli interventi sul welfare aziendale. 

Le risorse disponibili e il ruolo delle banche: quanto manca alle coperture?

La questione delle coperture resta centrale nel processo di predisposizione delle misure finanziarie per il 2026. La Ragioneria dello Stato ha ribadito la necessità di una pianificazione rigorosa, evitando l’aumento del debito e imponendo tagli o risparmi equivalenti a ogni nuova spesa. Tuttavia, le misure più discusse, come la riforma Irpef e la rottamazione quinquies, richiedono risorse ingenti, che superano la disponibilità delle entrate ordinarie.

Per affrontare tale squilibrio, il governo discute:

  • Una possibile partecipazione delle banche, chiamate a contribuire dopo gli elevati profitti degli ultimi anni. La formula vagliata comprende sia un contributo volontario sia una sospensione temporanea delle imposte differite attive (DTA), che potenzialmente potrebbe generare fino a 4 miliardi di euro.
  • La prospettiva di un prelievo sulle operazioni di riacquisto di azioni proprie (buy back), simile a quanto già introdotto in altri Paesi europei. Questa soluzione, però, incontra resistenze nel Ministero dell’Economia per il rischio di effetti indiretti sulla capitalizzazione bancaria.
Secondo le prime simulazioni, le coperture disponibili realmente per la manovra oscillerebbero tra 4 e 5 miliardi di euro, cifra in parte assorbita solo dalla riduzione dell’Irpef. Ne deriva che ogni ulteriore intervento dovrà necessariamente essere coperto da nuove entrate e in questo contesto l’apporto del settore bancario sembrerebbe essenziale. La stima del costo complessivo per le misure della Manovra 2026 sarebbe di circa 16-18miliardi di euro. 

Ci sarebbe anche un tesoretto del valore di 13miliardi di euro che, però, come già stato spiegato, non verrebbe usato per l'attuazione delle misure in discussione nella prossima Manovra 2026 quanto per la riduzione del debito pubblico italiano. 

Riforma Irpef per il ceto medio: caratteristiche, costi stimati e benefici attesi

Tra le proposte più rilevanti in discussione spicca la revisione dell'Irpef, con l’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale per i contribuenti di fascia media. La misura intende ridurre l’aliquota intermedia dal 35% al 33% sui redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, con possibile estensione dello scaglione fino a 60.000 euro annui. Le modifiche prevederebbero, dunque:

  • L’estensione dello scaglione agevolato anche ai redditi fino a 60.000 euro aumenta la platea dei beneficiari, garantendo risparmi crescenti in relazione all’aumentare del reddito.
  • I vantaggi economici previsti oscillano da circa 40 euro annui per chi guadagna 30.000 euro, fino a circa 440 euro per redditi da 50.000 euro, arrivando a 1.440 euro per i redditi da 60.000 euro.
Il costo stimato per le finanze pubbliche di questa operazione varia tra i 2,5 e i 4 miliardi di euro, in funzione della platea effettiva e della soglia fissata per lo scaglione agevolato. Se il beneficio si fermasse ai 50.000 euro, la spesa rimarrebbe più contenuta; ma ampliando la fascia di applicazione a 60.000 euro la copertura richiesta aumenterebbe sensibilmente, mettendo pressione sui limiti disponibili del bilancio statale.

Rottamazione quinquies: i costi e la probabilità di approvazione

Un’altra delle misure di maggior rilievo è la quinta edizione della rottamazione dei debiti fiscali, denominata rottamazione quinquies. L’obiettivo dichiarato è ridurre le cartelle esattoriali ancora da riscuotere agevolando la regolarizzazione per i contribuenti in difficoltà e le caratteristiche sarebbero le seguenti:

  • La misura prevede la possibilità di estinguere debiti accumulati tra il 2000 e il 2023, versando solo il capitale dovuto, senza sanzioni né interessi, in un periodo massimo di 10 anni (120 rate mensili).
  • Per debiti superiori a 50.000 euro viene valutato un acconto immediato del 5% a garanzia della serietà dell’impegno.
  • Per le cartelle di importo inferiore a 5.000 euro si applicherà la cancellazione automatica d’ufficio; non è escluso un eventuale abbassamento della soglia fino a 1.000 euro.
  • Saranno esclusi dalla procedura i ‘rottamatori seriali’, ovvero coloro che hanno già aderito a precedenti sanatorie senza aver poi saldato i propri debiti.
Secondo le prime stime, la misura potrebbe costare circa 5 miliardi di euro e generare entrate tra i 1,5 e i 2 miliardi di euro nel breve periodo, offrendo al contempo un alleggerimento del magazzino crediti inesigibili superiore ai 1.300 miliardi di euro.

L’approvazione della misura appare probabile, ma subordinata all’applicazione di criteri selettivi in grado di garantire equità ed evitare condoni generalizzati.

Pensioni e novità: stima delle risorse per la flessibilità in uscita e le ipotesi più plausibili

Passando alle novità per le pensioni nella prossima Manovra, le proposte più concrete in discussioni sono principalmente:

  • Blocco dell’aumento automatico dei requisiti di età per la pensione di vecchiaia dal 2027 (da 67 a 67 anni e 3 mesi), stimato in circa 300 milioni di euro annui.
  • Rivalutazione pensionistica annua.
  • Introduzione di una forma di pensione anticipata a 64 anni, riservata ai lavoratori con sistema retributivo misto e almeno 25 anni di contributi, a patto di raggiungere un assegno pari ad almeno tre volte l’assegno sociale. Chi non dovesse raggiungere la soglia potrà integrare l’assegno utilizzando il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) convertito in rendita e le eventuali somme accumulate nei fondi pensione complementari.
  • Ricalcolo dell’assegno interamente con il metodo contributivo, con effetto di riduzione sull’importo per i pensionati futuri.
  • Superamento delle “Quote” come Quota 103.
La stima dei costi complessivi per consentire una maggiore flessibilità in uscita ruota intorno ai 2 miliardi di euro all’anno, secondo valutazioni dell’INPS.

Bonus edilizi: proroga al 50%, quanto pesano sul bilancio e possibili scenari

La proroga dei bonus edilizi costituisce un ulteriore elemento di attenzione nel quadro della manovra. Le ipotesi per il 2026 prevedono di mantenere la detrazione al 50% per le ristrutturazioni sulla prima casa fino al 2027, mentre le agevolazioni per le seconde case subirebbero una riduzione (detrazione al 30%).  Per i condomini e la riqualificazione energetica si attende ancora un chiarimento sulle nuove aliquote.

Il costo complessivo dei bonus edilizi comporta un impatto annuale sull’erario stimato tra 5 e 7 miliardi di euro, in base al volume degli interventi autorizzati. Tuttavia, la proroga, secondo le valutazioni del MEF, può essere finanziata solo a condizione che vengano definite clausole più rigide per l’accesso e meccanismi di compensazione tra entrate e uscite fiscali. 

Riforma ISEE 2026: come potrebbe cambiare e quali effetti sulle famiglie

Anche il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è oggetto di revisione, con impatti diretti sull’accesso alle prestazioni sociali e sui criteri di equità distributiva. Le ipotesi più accreditate prevedono la cancellazione della prima casa dal patrimonio immobiliare rilevante ai fini ISEE, nella prospettiva di ampliare la platea di famiglie ammesse ai benefici. 

L’esclusione della prima casa comporterebbe una variazione significativa dell’indicatore per milioni di nuclei familiari, in particolare quelli residenti nelle aree metropolitane dove la proprietà immobiliare pesa maggiormente sul calcolo. Si attendono poi nuovi parametri per la valutazione dei redditi e dei patrimoni mobiliari, insieme a una semplificazione degli adempimenti burocratici per la presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica).

Premi, welfare aziendale e fringe benefit: le modifiche possibili e l’incidenza sulle finanze pubbliche

Le misure per la prossima Manovra 2026 interessano anche il lavoro includendo la revisione dei meccanismi di premialità aziendale e la disciplina dei cosiddetti fringe benefit, strumenti ormai cruciali per la competitività delle imprese e il benessere dei lavoratori, per cui:

  • Potrebbe essere confermata la detassazione di premi di risultato, straordinari e tredicesime per il triennio successivo, con un ampliamento della no tax area per i fringe benefit (ovvero le erogazioni non monetarie come buoni pasto, assicurazioni e rimborsi spese).
  • Si discute inoltre del potenziamento delle forme di welfare aziendale, con incentivi fiscali per favorire i servizi alla persona e la conciliazione tra vita e lavoro.
L’incidenza della nuova disciplina su premi e benefit sul bilancio pubblico dipenderà dal livello delle soglie di esenzione fiscale, ma le proiezioni preliminari indicano una spesa annua compresa tra 500 milioni e 1 miliardo di euro.
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