Cosa e come potrebbero ancora cambiare alcune misure della Manovra Finanziaria 2026 dopo le ultime audizioni parlamentari: le prossime discussioni
La nuova Manovra Finanziaria segna una tappa determinante per la politica economica italiana del 2026. L'obiettivo principale resta il rispetto degli impegni presi a livello europeo, in particolare la riduzione del deficit sotto il 3% del PIL, come previsto dal Documento Programmatico di Finanza Pubblica. Il provvedimento mira a gestire una platea ampia di interventi su fisco, previdenza, sostegno alle famiglie e incentivi all'economia, muovendosi però in un quadro di risorse limitate.
L’iter consueto prevede la prima lettura in Senato e successivamente il passaggio alla Camera, con tempistiche serrate: il testo dovrà essere approvato entro il 31 dicembre per entrare in vigore dal 1° gennaio 2026. Nel corso delle audizioni parlamentari è emerso un confronto acceso tra governo, alleati e opposizioni, dando luogo a proposte emendative che tengono conto delle esigenze di famiglie, lavoratori, imprese e del rispetto degli equilibri di bilancio pubblico.
La discussione parlamentare sulla Manovra Finanziaria 2026 è stata preceduta dalle audizioni di riferimento dei principali soggetti istituzionali. Bankitalia ha evidenziato la necessità di mantenere una linea prudente nella gestione dei conti pubblici, sottolineando l’importanza della credibilità di bilancio, pur riconoscendo la valenza degli interventi su ceto medio e natalità. Il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ha espresso attenzione alle misure sul lavoro e sugli incentivi alla produttività, ma ha chiesto correzioni per evitare squilibri tra le diverse categorie di lavoratori e rafforzare l’equità nei trattamenti previdenziali.
L’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio), nel suo ruolo di sorveglianza tecnica, ha sollevato dubbi sulla copertura finanziaria di alcune misure chiave, specie per quanto riguarda le nuove modalità di rivalutazione delle pensioni e il taglio IRPEF, invitando a evitare effetti “una tantum” che potrebbero generare squilibri nel medio termine.
La Corte dei Conti si è soffermata sugli effetti delle sanatorie fiscali, come la rottamazione quinquies, segnalando possibili rischi di arretramento nella lotta all’evasione se la pace fiscale diventasse strutturale invece che episodica. L’organo consultivo ha inoltre raccomandato attenzione ai processi di razionalizzazione della spesa pubblica, soprattutto per i ministeri.
L’Istat ha presentato dati aggiornati sulle condizioni socio-economiche delle famiglie, rimarcando l’urgenza di interventi mirati sulla povertà e la necessità di misurare, con criteri più equi, i requisiti per le agevolazioni ISEE.
Nel complesso, le audizioni hanno contribuito a rendere più trasparente il dibattito politico, mettendo l’accento su alcune criticità di copertura e proponendo soluzioni selettive su pensioni, fisco e sostegno alle fasce deboli.
La Manovra Finanziaria 2026 prevede un pacchetto di novità rilevanti per cittadini, imprese e professionisti. Di particolare rilievo risulta l’intervento sull’IRPEF con la riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% per la fascia di reddito tra 28.000 e 50.000 euro, garantendo un alleggerimento fiscale per il ceto medio. Non mancano, però, limiti di accesso e la sterilizzazione per redditi eccedenti i 200.000 euro. Sul piano della pace fiscale, la rottamazione quinquies prevede la possibilità di sanare debiti dal 2000 al 2023 senza interessi né sanzioni, con versamenti anche in rate bimestrali fino a nove anni.
Tra le altre misure chiave:
| Importo pensione | Rivalutazione prevista (%) |
| Fino a 4 volte il minimo | 100% |
| Tra 4 e 5 volte il minimo | 90% |
| Oltre 5 volte il minimo | 75% |
Secondo le ultime previsioni, il tasso di perequazione potrebbe aggirarsi intorno all’1,4%, con aumenti più significativi sulle fasce pensionistiche più basse. Tuttavia, il sistema a scaglioni ha suscitato critiche da parte di alcune associazioni e della Corte dei Conti.
Riguardo alle pensioni anticipate, la discussione riguarda la sterilizzazione graduale dell’aumento automatico della soglia contributiva previsto per il 2027 (fino a 43 anni e 1 mese per gli uomini, 42 anni e 1 mese per le donne). L’esecutivo punta a un incremento di 1 mese nel 2027 e 2 mesi nel 2028, evitando uno scatto unico da 3 mesi. L’Ape Sociale dovrebbe essere prorogata, mentre la Quota 103 è a rischio esclusione. Il confronto resta aperto per la proroga dell’Opzione Donna, con richieste di ampliamento delle categorie beneficiarie e di miglioramento delle condizioni economiche rispetto al passato.
Sul fronte dei tributi non riscossi e controversie pendenti, la manovra introduce ancora la formula della rottamazione quinquies. La misura, sostenuta da una parte della maggioranza, prevede la possibilità di estinguere i debiti fiscali pregressi senza sanzioni né interessi, fino a 9 anni, esclusivamente per i contribuenti che hanno presentato regolarmente le dichiarazioni. Sono, però, emerse:
Osservazioni puntuali sono state dedicate alla rottamazione quinquies, con il timore che la reiterazione di sanatorie possa erodere il gettito futuro e creare attese distorsive, mentre la Lega, dal canto suo, rilancia su una possibile ulteriore allargamento della misura.
Le principali richieste in discussione riguardano:
Tra le ipotesi in discussione figura un’ulteriore proroga della formula Opzione Donna con criteri agevolati per lavoratrici madri o caregiver, cosi come la revisione selettiva delle soglie contributive per la pensione anticipata, in modo da non penalizzare chi ha iniziato a lavorare in giovane età. Si valuta anche una rimodulazione graduale dell’adeguamento all’aspettativa di vita, per contenere l’impatto sui conti pubblici.
Per la rottamazione quinquies, potrebbero essere o allargate di nuovo un pò le maglie, o introdotte restrizioni sulle possibilità di accesso a rateizzazioni ulteriori in caso di irregolarità nei pagamenti precedenti o criteri più selettivi per i debiti originati da controlli sostanziali. Nel comparto fiscale, si lavora a ulteriori differenziazioni sulle aliquote IRPEF, tenendo conto delle esigenze di famiglie numerose e dei territori a maggiore disagio economico. Previsti, inoltre,