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Opzione donna 2026 potenziata, nuovo sistema in manovra finanziaria. I beneficiari e come funzionerebbe

di Marianna Quatraro pubblicato il
Opzione donna 2026 potenziata manovra

Si va verso un ritorno di Opzione donna per tutte le lavoratrici e uscite a 58 e 59 anni: le ipotesi per la nuova Manovra Finanziaria 2026

L’Opzione Donna rappresenta una delle misure di flessibilità pensionistica pensata specificamente per le lavoratrici in Italia, consentendo un’uscita anticipata dal lavoro rispetto ai requisiti ordinari richiesti dal regime di vecchiaia.

Nel corso degli anni, questa forma pensionistica è stata oggetto di varie revisioni e proroghe, riflettendo le trasformazioni del mercato del lavoro e della struttura demografica nazionale. La nuova Manovra finanziaria 2026 pone nuovamente l’attenzione sul sistema pensionistico, con l’obiettivo di adattare le regole di accesso ai tempi attuali.

L'Opzione Donna secondo la normativa attuale: funzionamento e criteri di accesso

Attualmente, Opzione Donna permette a determinate lavoratrici di richiedere il prepensionamento con requisiti agevolati. La misura è stata prorogata fino al 2025 solo per le seguenti categorie di donne:

  • Caregiver che assistono il coniuge o un parente con handicap grave, convivente da almeno sei mesi;
  • Lavoratrici con invalidità civile pari o superiore al 74%;
  • Dipendenti (o licenziate) provenienti da aziende in crisi, certificate mediante la partecipazione a tavoli ministeriali.
I requisiti contributivi fissati prevedono 35 anni di anzianità, non raggiungibili con cumulo tra diverse gestioni, e un’età minima anagrafica di 61 anni. Esistono però riduzioni per le madri: un anno in meno per chi ha un figlio e due anni in meno per chi ne ha almeno due, nonché per lavoratrici licenziate da imprese in crisi (59 anni). 

Le finestre di decorrenza della pensione sono di 12 mesi per dipendenti e 18 per autonome. La prestazione pensionistica ottenuta attraverso questo canale è calcolata integralmente secondo il metodo contributivo, tipicamente meno favorevole rispetto al retributivo–misto. Vi sono inoltre regole particolari per i comparti Scuola e AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale), con finestre annuali uniche. 

Limiti e criticità dell'Opzione Donna attuale: analisi dei dati e utilizzo reale

L'attuale assetto di Opzione Donna 2025 interessa una platea di beneficiarie piuttosto ristretta. Diverse analisi, supportate dai dati INPS e dalle osservazioni degli enti sindacali, hanno evidenziato alcune limitazioni significative:

  • Accesso limitato a specifiche condizioni personali e lavorative, che esclude gran parte delle potenziali interessate;
  • Penalizzazione economica dovuta al calcolo integralmente contributivo dell’assegno, spesso ridotto rispetto ai metodi precedenti più vantaggiosi;
  • Impossibilità di cumulo contributivo, che penalizza le carriere caratterizzate da discontinuità e frammentazione, situazione frequente tra le donne;
  • Iter burocratico articolato, soprattutto per chi deve dimostrare la propria appartenenza alle categorie tutelate.
A livello numerico, le domande di pensionamento presentate ogni anno risultano contenute rispetto alle attese, segno che i vincoli attuali ne riducono l’efficacia come strumento di flessibilità, in particolare per lavoratrici con profili contributivi irregolari o provenienti dal settore privato.

Le modifiche previste: Opzione Donna potenziata nella manovra finanziaria 2026

Proprio per modificare l'opzione donna e renderla più ‘attrattiva’ per le lavoratrici, all’interno della Manovra 2026, il governo valuta un ritorno della misura ai vecchi requisiti, per ampliare le platea di donne potenzialmente interessate e ridurre le penalizzazioni per le interessate. I principali cambiamenti ipotizzati riguardano:

  • Estensione della platea includendo una gamma più ampia di lavoratrici, non soltanto le attuali categorie protette;
  • Requisiti contributivi e anagrafici più flessibili, con la possibilità di ridurre ulteriormente le soglie di età di nuovo fino a 58 e 59 anni;
  • Valorizzazione dei periodi di cura familiare attraverso il riconoscimento di contributi figurativi aggiuntivi, in linea con quanto richiesto dalle parti sociali;
  • Potenziale introduzione di incentivi legati alla previdenza complementare, per favorire il raggiungimento della soglia minima dell’assegno previsto dalla modalità contributiva.
Altre proposte in discussione prevedono una rimodulazione dell’entità delle penalità sull’assegno pensionistico e un ampliamento dell’ammissibilità del cumulo contributivo tra diverse casse previdenziali. 

I principali beneficiari: chi potrà accedere all'Opzione Donna rafforzata

Il rafforzamento descritto per l'opzione donna mira a coinvolgere una platea più ampia di lavoratrici:

  • Pensionande con carriere discontinue e storie di lavoro frammentate, anche a causa di responsabilità di cura;
  • Lavoratrici del settore privato e pubblico, con attenzione a quelle impiegate in mansioni faticose o con orari atipici;
  • Madri di più figli e caregiver che nel nuovo schema godrebbero di una valorizzazione maggiore dei periodi dedicati all’assistenza familiare;
  • Pensionande escluse da altre formule di prepensionamento (come APE Sociale e Quota 103), ma che maturano i requisiti grazie ai nuovi conteggi degli anni di contribuzione, anche figurativa.
Inoltre, si potrebbero prevedere soglie ISEE per accessi agevolati o incentivi in particolari condizioni reddituali.