Aumentare la soglia esentasse dei buoni pasto fino a 10 euro: la nuova proposta in Manovra finanziaria 2026 e gli effetti previsti
Il sistema dei buoni pasto rappresenta una delle principali forme di integrazione al reddito riconosciute ai lavoratori dipendenti. Disciplinati dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir), i ticket mensa sono strumenti ormai consolidati nel panorama del welfare aziendale italiano.
All'interno di un quadro normativo in costante evoluzione per adeguarsi all'andamento dei prezzi e alle esigenze delle imprese, la soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici è stata soggetta a modifiche, con l’obiettivo di bilanciare esigenze di sostegno al potere d’acquisto e sostenibilità per il bilancio pubblico. La manovra finanziaria attualmente in discussione introduce una possibile innovazione: portare il tetto esentasse per i buoni pasto elettronici dagli 8 euro attuali a 10 euro giornalieri.
L’ipotesi di aumentare il tetto di esenzione da 8 a 10 euro per buoni pasto elettronici è attualmente oggetto di esame da parte dei tecnici ministeriali per la definizione della prossima Manovra Finanziaria 2026.
L’obiettivo della misura consiste nell’offrire un sostegno concreto ai redditi dei lavoratori attraverso strumenti di remunerazione aggiuntiva non soggetti a prelievo fiscale e contributivo fino al nuovo limite. In particolare, la nuova soglia riguarderebbe esclusivamente i buoni pasto erogati in formato elettronico, tecnologia che continua ad ampliarsi rispetto ai tradizionali titoli cartacei. Precisiamo che la soglia per i buoni pasto cartacei rimane ferma a 4 euro.
Come l'aumento dell'importo dei buoni pasto a 10 euro si otterebbero:
L’attribuzione è consentita sia ai dipendenti a tempo indeterminato che determinato, e in alcuni casi ai collaboratori assimilati ai lavoratori subordinati, che hanno diritto alla pausa pranzo. Per l'aspetto fiscale:
Dall’altro, le aziende hanno la facoltà di dedurre integralmente il costo dei buoni pasto dal reddito d’impresa, ottimizzando la gestione delle risorse. Si rileva quindi una duplice funzione:
L’incremento della soglia di esenzione fiscale potrebbe generare effetti positivi a più livelli. In primo luogo, consentirebbe ai beneficiari di ricevere un importo superiore giornaliero senza oneri aggiuntivi né trattenute, migliorando la capacità di spesa. A livello macroeconomico, la misura stimola i consumi nel comparto alimentare, sostenendo la domanda presso ristoranti e supermercati convenzionati.
Uno studio condotto dalla SDA Bocconi stima che il settore dei buoni pasto generi già oggi oltre 400 milioni di euro di entrate IVA e rappresenti lo 0,75% del PIL nazionale.
L’ampliamento della soglia esente potrebbe favorire ulteriormente il settore, sostenendo occupazione, valore aggiunto e gettito fiscale indiretto. Dal punto di vista sociale, la detassazione sul valore erogato rafforza il welfare aziendale e contrasta la perdita di potere d’acquisto dovuta a inflazione e aumento dei beni alimentari.
| Effetti previsti | Breve termine | Lungo termine |
| Reddito netto lavoratori | Incremento immediato | Stabile aumento potere d’acquisto |
| Consumi settore ristorazione | Crescita dei volumi | Consolidamento domanda |
| Imprese | Deducibilità più ampia | Effetto su retention/attrazione talenti |