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Pensione a 64 anni nel 2026 con TFR chi potrebbe accedere e chi converrebbe. Nuovi squilibri e diseguaglianze

di Marianna Quatraro pubblicato il
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A chi potrebbe realmente convenire andare in pensione prima a 64 anni di età utilizzando il Tfr: potrebbero crearsi diversi squilibri tra categorie di persone

Il 2026 si prospetta come un anno complesso per quanto riguarda le eventuali novità per le pensioni, segnato da proposte di flessibilità che potrebbero modificare limiti anagrafici e criteri di accesso all’uscita dal mondo del lavoro.

Una delle ipotesi maggiormente discusse è la possibilità di andare in pensione a 64 anni, usufruendo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) come strumento integrativo per raggiungere soglie reddituali minime richieste. 

La pensione anticipata a 64 anni con Tfr: caratteristiche e requisiti

La discussione normativa più attuale ruota attorno all’introduzione della possibilità di andare un pensione a 64 anni di età con almeno 25 anni di contributi e l'utilizzo del Tfr, che potrebbe essere utilizzato non solo come indennità liquidata alla fine del rapporto di lavoro, ma come componente integrativa per raggiungere la soglia reddituale minima necessaria a beneficiare dell’uscita anticipata.

L'uso del Tfr permetterebbe di aumentare il valore dell’assegno, offrendo un supporto concreto soprattutto a chi rischia di percepire trattamenti pensionistici modesti.

Le caratteristiche del nuovo sistema pensionistico sarebbero:

  • Modalità di impiego: Il conferimento può avvenire tramite adesione a fondi pensione negoziali o aperti, oppure mediante conversione diretta in rendita temporanea. Le regole tecniche varieranno a seconda delle scelte normative e delle piattaforme di gestione, con impatti diversi a livello fiscale.
  • Vantaggi: Uno dei principali benefici è il rafforzamento della sicurezza finanziaria per chi ha avuto carriere discontinue, compensando periodi di mancati versamenti contributivi. Inoltre, la fiscalità agevolata può rendere il conferimento più conveniente rispetto alla liquidazione immediata.
  • Criticità: Permangono rischi di depauperamento del capitale maturato nel TFR, specialmente in presenza di investimenti poco redditizi nei fondi pensione o in caso di frequenti cambi di lavoro. Inoltre, la scelta di destinare il TFR al supporto della pensione può ridurre la liquidità nell’immediato, penalizzando chi contava sul versamento per affrontare spese straordinarie o necessità famigliari. Infine, la disparità nella capacità di accumulo penalizza chi ha avuto retribuzioni basse o interruzioni lavorative, creando potenziali diseguaglianze.
Modalità Pro Contro
Fondo pensione Maggiore rendita, fiscalità agevolata Rischio rendimento basso
Rendita temporanea Accesso rapido all’integrazione Liquidità ridotta a breve termine

Chi può accedere e chi trae effettivo beneficio: nuovi squilibri e diseguaglianze

L’accessibilità alla pensione anticipata a 64 anni con l’utilizzo del TFR dipenderà da una pluralità di fattori. I criteri d’accesso prevedono l’ingresso preferenziale per coloro che hanno una carriera continuativa e per chi percepisce importi maggiori. Per chi ha avuto rapporti saltuari, differenze di genere nella partecipazione al mercato del lavoro o periodi di disoccupazione, la convenienza resta limitata.
Il beneficio maggiore sarebbe per i soggetti in grado di integrare una pensione potenzialmente penalizzata, grazie al TFR accumulato.

Inoltre, l’introduzione di questa modalità di uscita anticipata potrebbe generare nuovi squilibri e diseguaglianze, come:

  • Disparità di genere: I dati INPS evidenziano che le pensionate ricevono mediamente assegni inferiori del 34% rispetto alla controparte maschile, soprattutto a causa di carriere più brevi e salari più bassi. Lo stesso disallineamento si riverbera nella possibilità di accumulare TFR sufficiente.
  • Squilibri territoriali: Le aree meno industrializzate, con minore capacità occupazionale e alta incidenza di lavoro informale, sono penalizzate nella possibilità di accumulare anni contributivi, peggiorando l’accessibilità alla misura proposta e ampliando la forbice tra Nord e Sud.
  • Incremento delle diseguaglianze sociali: I redditi medio-bassi rischiano di restare esclusi dall’uscita anticipata, mentre profili professionali più elevati o contratti continuativi continueranno a beneficiare di formule più vantaggiose, potenziando una polarizzazione già ampia nel mercato del lavoro italiano.
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