Quali sono le novità per le pensioni anticipate che si prospettano nel 2025 tra la quota 41 e la nuova quota 104
Quali sono le novità per le pensioni anticipate che si prospettano nel 2025? Dopo tanti annunci relativi ad una riforma delle pensioni strutturale che si attendeva già quest’anno, le ultime notizie sembrano non prospettare nulla di buono in tal senso neppure per il prossimo anno.
Nonostante le intenzioni del governo Meloni di voler rivedere le attuali leggi pensionistiche, nella prima bozza del Def (Documento di Economia e Finanza) presentata non c’è alcun accenno a novità per le pensioni concrete in arrivo. E ci si chiede cosa potrebbe cambiare l’anno prossimo.
Si tratta di una misura che andrebbe a sostituire la quota 103 ma ‘peggiorativa’ rispetto a quest’ultima, perché prevederebbe un aumento del requisito anagrafico. Per andare in pensione prima con la quota 104 sarebbe necessari, infatti, raggiungere 63 anni di età e almeno 41 anni di contributi.
Al momento non c’è alcuna certezza sul debutto della quota 104 al posto della quota 103 il prossimo anno, per cui non resta che attendere per capire effettivamente cosa si farà.
Stesso discorso vale per la quota 41, ultimamente di nuovo rilanciata.
Si tratta di un sistema già proposto tempo fa dalla Lega, che permettere a tutti di andare in pensione solo con 41 anni di contributi e indipendentemente dal requisito anagrafico.
Secondo le stime, la misura richiederebbe, però, costi elevati, per cui c’è molta incertezza su quale sarà la decisione finale in merito.
Tutto dipenderà, infatti, dalle risorse economiche che saranno a disposizione del governo al momento della definizione delle misure per la prossima Manovra Finanziaria.
Le altre misure di cui si sta nuovamente parlando relativamente alle novità per le pensioni nel 2025 riguardano l’ape socialel e l’opzione donna.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, quasi certamente l’opzione donna sarà cancellata, considerando che non ha riscosso particolare successo soprattutto nell’ultimo anno, mentre resta da capire se ci saranno le risorse per confermare l’ape sociale che, altrimenti, verrebbe anch’essa eliminata.