Tutto comincia in modo apparentemente innocuo. Un utente si reca in un punto vendita per chiedere informazioni su tariffe migliori.
In un Paese in cui l’energia è sempre più digitalizzata, accade qualcosa di paradossale: migliaia di cittadini scoprono, a posteriori, di aver cambiato gestore della luce senza saperlo. Sembra impossibile, eppure succede. Ed è molto più frequente di quanto si possa immaginare. Secondo un’analisi condotta da Octopus Energy, ogni mese oltre mille persone in Italia finiscono inconsapevolmente vittime di un sistema perverso e ben rodato che sfrutta i meccanismi della liberalizzazione del mercato e le falle di controllo nei processi di attivazione.
Tutto comincia in modo apparentemente innocuo. Un utente si reca in un punto vendita per chiedere informazioni su tariffe migliori. È una scena quotidiana, familiare, quasi banale. Ma dietro al banco, a volte, non si trova un consulente onesto bensì un venditore spregiudicato, motivato da incentivi economici ad attivare contratti intestati a persone che, di fatto, non hanno mai espresso alcun consenso reale. Il punto vendita, infatti, acquisisce i dati personali del cliente (anagrafica, codice POD, eventualmente documenti), compila i moduli online con le credenziali di accesso ai portali digitali e imposta un’email fittizia affinché le comunicazioni restino nascoste al vero intestatario. E così, con pochi clic, il cambio fornitore è servito.
Octopus Energy è un operatore digitale che offre una procedura di adesione semplificata: bastano il numero identificativo del contatore e pochi dati per attivare un nuovo contratto. Non viene richiesto alcun documento firmato a mano, né un’autenticazione a due fattori. Questa agilità, nata per facilitare la concorrenza e migliorare l’esperienza utente, si è rivelata un’arma a doppio taglio, che consente a soggetti senza scrupoli di portare a termine una migrazione non autorizzata in pochissimi minuti.
Il trucco sta tutto nel tempismo. Dopo un solo mese, il venditore effettua un secondo passaggio, riportando il cliente al suo fornitore originale, sempre come “nuovo cliente”, così da ottenere altri incentivi. Il risultato è che la persona coinvolta resta per un solo ciclo di fatturazione con il gestore “intermedio”, senza ricevere alcuna comunicazione né bolletta. In molti casi, i pagamenti sono impostati tramite bollettino postale: il documento arriva sull’email fittizia, non viene pagato, e il cliente finisce in una lista nera di morosi, spesso senza neanche sapere perché.
Il danno non è solo finanziario. Il cittadino si ritrova segnalato come cattivo pagatore, una condizione che può compromettere la possibilità di ottenere un finanziamento, stipulare un contratto telefonico, o cambiare nuovamente gestore in futuro. Tutto ciò accade senza colpe, senza consapevolezza e senza difese, fino a quando arriva una chiamata da un’agenzia di recupero crediti.
I truffati non sono scelti a caso. Secondo quanto emerso dalle analisi di Octopus e da numerose segnalazioni pervenute ad associazioni di tutela dei consumatori, le vittime ideali sono spesso anziani o persone poco avvezze all’uso delle tecnologie. Over 65, con scarsa dimestichezza con la posta elettronica e nessun accesso abituale a portali digitali, questi utenti non sono in grado di intercettare i segnali del passaggio. Il fatto che il nuovo gestore comunichi solo via email non fa che aggravare la situazione: i messaggi di conferma, la bolletta, i reminder di pagamento finiscono in un indirizzo fittizio, mentre il vero intestatario continua a vivere nella totale inconsapevolezza.
È solo quando arriva una segnalazione da un recupero crediti o si tenta di accendere un prestito che la verità emerge: qualcuno ha utilizzato i dati personali per attivare un contratto mai richiesto. A quel punto, le prove sono difficili da reperire: il fornitore afferma di avere un contratto valido, il venditore non è più rintracciabile, e l’intero sistema sembra aver perso la memoria dell’abuso.
Un primo segnale d’allarme è l’assenza di bollette per un mese. Chiunque abbia notato un “buco” nel ciclo di fatturazione dovrebbe immediatamente controllare la situazione. Un secondo segnale, ancora più concreto, può essere rilevato accedendo al Portale dei Consumi di ARERA, dove è possibile visualizzare, attraverso un grafico temporale, tutti i fornitori che si sono succeduti per un determinato codice POD. Se lì compare un operatore sconosciuto anche solo per 30 giorni, la truffa è quasi certa.
Difendersi non è semplice, ma è possibile. Innanzitutto occorre essere vigili. Non lasciare mai documenti personali o dati sensibili a chiunque prometta “offerte più convenienti”. Evitare i punti vendita improvvisati o che propongono “sconti miracolosi” senza trasparenza. Quando si chiede un preventivo, è fondamentale non fornire mai il codice POD né firmare nulla, se non si è davvero convinti e informati. E soprattutto, bisogna pretendere sempre una copia del contratto e una verifica immediata dell’intestatario dell’email di registrazione.
Nel caso in cui il danno sia già avvenuto, è necessario inviare un reclamo formale al gestore energetico coinvolto e, se non si riceve risposta entro 40 giorni, rivolgersi al Servizio Conciliazione dell’Arera, un organismo gratuito e imparziale che tutela il consumatore nei confronti dei fornitori di energia.
Parallelamente, può essere utile verificare con le centrali rischi (come il CRIF) se si è stati iscritti in blacklist. In quel caso, una volta ottenuta la documentazione che dimostra l’estraneità ai fatti, si potrà procedere con una richiesta di rettifica e cancellazione.
Lato istituzionale, sarebbe opportuno che le aziende energetiche come Octopus introdussero un secondo livello di verifica, ad esempio con un SMS obbligatorio sul numero di telefono inserito in fase di registrazione, anche solo come notifica informativa. Non impedirebbe totalmente il fenomeno, ma costituirebbe una barriera in più. Inoltre, servirebbe una normativa più stringente sulla responsabilità dei punti vendita e sull’utilizzo illecito dei dati personali, oggi troppo spesso ignorata o difficilmente sanzionabile.