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Quale è il giusto portafoglio di Etf attivi, passivi e tematici su cui investire e avere secondo gli esperti

di Marcello Tansini pubblicato il
Giusto portafoglio di Etf

Evoluzione degli ETF attivi, passivi e tematici, caratteristiche, vantaggi, rischi, possibili strategie di combinazione e modelli pratici di portafoglio secondo i consigli degli esperti.

L'offerta di ETF disponibili per gli investitori italiani vive una trasformazione senza precedenti, segnata dall'espansione dei comparti tra prodotti passivi, soluzioni attive e opportunità tematiche. Le innovazioni nella gestione del risparmio e l'espansione di Borsa Italiana, che vede più di 200 nuovi ETF quotati da inizio anno, hanno profondamente cambiato il modo in cui viene progettato il portafoglio. L'ingresso degli ETF attivi e il boom dei tematici restituiscono un panorama in cui la distinzione netta tra tradizionale fondo passivo e gestione attiva si attenua, favorendo approcci combinati e personalizzati.

In questo contesto, la domanda su quale sia il corretto equilibrio fra strategie di replica del mercato, selezione di nicchie innovative e logiche di stock picking assume una rilevanza crescente. Le esigenze degli investitori spaziano dalla ricerca di efficienza e trasparenza, tipiche degli strumenti indicizzati, all'esplorazione di megatrend o settori emergenti con approcci tematici e formule gestite più dinamiche. Questa evoluzione, ben visibile anche nei portafogli consigliati dai professionisti, pone l'accento sulla necessità di competenza, disciplina e capacità di valutare strumenti con caratteristiche spesso profondamente differenti tra loro.

ETF passivi, attivi e tematici: caratteristiche, vantaggi e limiti secondo gli esperti

Il mercato degli ETF si è progressivamente arricchito, passando dai semplici fondi a replica passiva degli indici generalisti a una gamma che oggi comprende innovative soluzioni attive e tematiche:

  • ETF passivi: replicano fedelmente un benchmark di riferimento, offrendo trasparenza, costi contenuti e ampia diversificazione. Ideali per costruire la "struttura portante" del portafoglio (core), sono apprezzati per la semplicità e l'accessibilità anche da parte della clientela retail.
  • ETF attivi: si distinguono per la gestione discrezionale da parte di un team specializzato, con l'obiettivo di generare un rendimento superiore all'indice di riferimento. La componente attiva trova particolare efficacia nei mercati meno efficienti, come l'obbligazionario emergente o i bond ad alto rendimento, dove l'analisi e la selezione dei singoli titoli possono fare la differenza. I costi risultano generalmente maggiori rispetto ai passivi, ma sono ancora competitivi rispetto ai fondi comuni tradizionali.
  • ETF tematici: consentono di investire su trend strutturali e macrotemi come intelligenza artificiale, cambiamenti climatici, salute e mobilità. Possono essere passivi o attivi, ma spesso comportano livelli più elevati di volatilità e costi superiori rispetto agli ETF generalisti. Gli esperti sottolineano la loro funzione di strumento "satellite" da integrare al portafoglio in modo marginale.
Gli specialisti concordano sulla necessità di equilibrio tra i diversi tipi di ETF, identificando nei passivi il cuore della strategia, nei tematici una possibile leva di diversificazione e negli attivi un'opzione per affrontare segmenti di mercato complessi. Una selezione attenta, la conoscenza approfondita della metodologia degli indici sottostanti e un'analisi trasparente dei costi sono elementi chiave per evitare sovrapposizioni e inefficienze.

Come scegliere e combinare ETF attivi, passivi e tematici nel portafoglio

La costruzione di una strategia vincente richiede una valutazione globale delle esigenze personali, degli obiettivi di rendimento e della propensione al rischio. Le migliori prassi raccomandate dai professionisti si articolano in alcuni passaggi:

  • Definire il profilo di rischio e l'orizzonte temporale: La scelta della composizione tra ETF passivi, attivi e tematici dipende dalla tolleranza alle oscillazioni dei mercati e dalla durata dell'investimento.
  • Costruire un nucleo centrale solido: L'allocazione maggiore dovrebbe essere orientata verso ETF passivi ampi e liquidi che replicano indici globali o regionali, garantendo diversificazione geografica e settoriale.
  • Allocare “satelliti” tematici: Una piccola quota, di solito tra il 5%-15%, può essere destinata a ETF che cavalcano trend specifici o tematismi a forte potenziale di crescita, ricordando che sono caratterizzati da maggiore rischio e spesso da un elevato “tasso di mortalità”.
  • Integrare ETF attivi in mercati complessi: In segmenti obbligazionari, high yield o mercati con bassa trasparenza, l'impiego mirato di ETF gestiti può aggiungere valore e consente una maggiore adattabilità alle condizioni di mercato.
Il corretto bilanciamento richiede inoltre una periodica revisione della composizione (ribilanciamento) e attenzione a costi totali, liquidità e spread. La conoscenza approfondita degli indici, la lettura accurata delle schede informative e, talvolta, la consulenza di professionisti del settore, rappresentano fattori determinanti per il successo di una strategia multi-ETF.

Macrotrend, settori tematici ed errori da evitare nella selezione degli ETF

L'approccio tematico permette di allineare il portafoglio con le grandi trasformazioni della società e dell'economia. Macrotrend come digitalizzazione, transizione energetica, cambiamenti demografici e salute influenzano la nascita di nuovi comparti, inclusi quelli legati alle energie rinnovabili, cyber security, AI o mobilità elettrica:

  • Valutare la purezza tematica: Un aspetto centrale nell'investimento tematico è l'analisi della reale esposizione del fondo al trend dichiarato, verificando che le società presenti generino effettivamente ricavi significativi dal tema trattato.
  • Diversificare tra tematiche e nel tempo: L'avvicinamento a un solo comparto tematico espone a elevata volatilità e rischio specifico. È preferibile diluire l'allocazione su diversi macrotrend e mantenere una logica di investimento costante, evitando il market timing.
  • Attenzione ai costi e al tasso di sopravvivenza: Gli ETF tematici comportano spesso costi superiori rispetto ai prodotti generalisti e un'alta incidenza di chiusure nel medio termine. È necessario monitorare sia le commissioni che la storia di successo degli strumenti prescelti.
  • Analisi dell'indice sottostante: Analizzare la metodologia del benchmark replica è essenziale per comprendere il potenziale e i limiti dell'investimento, così da verificare arche tipici di gestione attiva mascherata.
Evitare improvvisazioni, ragionando a partire dagli obiettivi strategici più ampi del portafoglio, aiuta a ridurre errori ricorrenti come la concentrazione settoriale, la rincorsa ai trend del momento o la sottovalutazione dei rischi di illiquidità.

I modelli di portafoglio ETF più efficaci: idee pratiche e strategie lazy

L'interesse crescente verso portafogli “lazy” si fonda sulla ricerca di semplicità, efficienza e contenimento dei costi. Le strategie lazy si basano su un portafoglio diversificato, ribilanciato periodicamente, che privilegia la stabilità e richiede minima manutenzione:

Modello

Composizione

Three-Fund Portfolio

Azioni USA, Azioni internazionali e Obbligazioni; massima diversificazione con tre ETF core.

Coffeehouse Portfolio

Sette asset class tra azioni large, small, REIT, internazionali e obbligazioni (breve e lungo termine).

Permanent Portfolio

25% ciascuno in azioni, obbligazioni lunghe, oro e liquidità; adatto a periodi di incertezza macroeconomica.

Core Four Portfolio

Azioni USA, internazionali, obbligazioni e REIT; enfatizza la diversificazione settoriale.

Questi modelli condividono l'approccio quantitativo e la propensione a ridurre la soggettività e il market timing. I dati storici indicano che i portafogli passivi rigorosamente diversificati, anche con pochi strumenti selezionati tra ETF azionari globali e obbligazionari, tendono a generare risultati soddisfacenti dopo diversi anni, spesso superando la media dei gestori attivi soprattutto grazie a costi ridotti e assenza di errori comportamentali.

La personalizzazione della strategia personale rimane però fondamentale, adattando il peso di ciascun asset class a età, condizioni patrimoniali, tolleranza al rischio e obiettivi. Ad esempio, investitori giovani e propensi al rischio possono privilegiare la quota azionaria, chi prossimo al ritiro privilegerà stabilità e liquidità.

ETF di liquidità e strumenti alternativi: ruolo e funzione in portafoglio

Gli ETF monetari, noti anche come "ETF liquidità", rappresentano una soluzione operativa per gestire posizioni temporanee o difensive nella strategia complessiva. Questi strumenti replicano indici di mercato monetario o obbligazionari a brevissimo termine e sono utilizzati in particolare nei seguenti casi:

  • Parcheggio temporaneo dei capitali, aspettando momenti più propizi per l'investimento sui mercati.
  • Protezione del capitale in presenza di forti incertezze economiche o necessità di disinvestimento rapido senza sopportare rilevanti oscillazioni di valore.
  • Diversificazione contro il rischio di credito legato agli intermediari, poiché il patrimonio dell'ETF rappresenta un bene separato rispetto alla solidità della banca depositaria.
Rappresentano una valida alternativa ai conti deposito per investitori con esigenze di breve periodo, ma richiedono comunque attenzione ai costi totali (commissioni e spread), che possono incidere sensibilmente sui rendimenti realizzati. È consigliato mantenerli in portafoglio solo per il tempo strettamente necessario e valutare attentamente l'idoneità rispetto all'obiettivo specifico.