Secondo i dati di ANIA, nel primo trimestre del 2025 le polizze unit linked hanno raggiunto una raccolta premi di 8,59 miliardi di euro.
Il 2025 si sta confermando come l'anno del rilancio delle polizze unit linked, strumenti assicurativi che per alcuni anni avevano subito una flessione nella raccolta a causa della maggiore preferenza degli italiani per le polizze di ramo I, più conservative e legate alle gestioni separate.
La nuova fase dei mercati finanziari, caratterizzata da tassi di interesse più stabili, da una ritrovata fiducia nella crescita dei mercati azionari e da una maggiore attenzione alla diversificazione degli investimenti, ha riportato questi prodotti sotto i riflettori, grazie alla loro capacità di offrire rendimenti potenzialmente superiori rispetto ai tradizionali strumenti garantiti, pur trasferendo sull'assicurato il rischio legato all'andamento dei mercati. Vediamo meglio:
Queste polizze di ramo III investono i premi raccolti in fondi comuni di investimento, SICAV e comparti multi-asset, offrendo rendimenti legati all'andamento dei mercati finanziari. A differenza delle polizze di ramo I, il rischio finanziario è in capo all'assicurato, che può guadagnare o perdere capitale a seconda dell'andamento degli strumenti sottostanti. Nonostante questo, la maggiore trasparenza informativa introdotta negli ultimi anni e la diffusione di KID dettagliati hanno permesso agli investitori di prendere decisioni più consapevoli, aumentando la fiducia in questo tipo di prodotti.
Le performance lorde dei fondi interni alle unit linked possono essere anche interessanti, ma vengono erose dai costi di gestione, che in questi prodotti risultano più elevati rispetto agli investimenti diretti in fondi o ETF.
Un esempio è la polizza My Vision di CNP Unicredit Vita, che presenta un rendimento annuo lordo previsto del 2,6% su un orizzonte di cinque anni, ma che si riduce a circa 0,9% netto a causa di costi annui pari all'1,7%. Nonostante le buone prospettive di rendimento lordo, l'incidenza dei costi può compromettere la reale convenienza dell'investimento.
Uno studio congiunto di Ivass e Banca d'Italia ha rilevato che le polizze unit linked possono avere differenziali di costo che vanno da 0,5 a 2,5 punti percentuali annui rispetto agli stessi fondi acquistati sui mercati finanziari.
In ogni caso, il Key Information Document resta lo strumento per comprendere i costi effettivi, i rischi dichiarati e gli scenari di rendimento previsti.