Nonostante le incertezze, il mercato offre alcune opportunità interessanti per chi vuole investire in obbligazioni.
Negli ultimi mesi, il mercato delle obbligazioni ha vissuto un periodo turbolento, segnato da forti oscillazioni dei tassi di interesse e dall'incertezza economica globale. Dopo il crollo delle quotazioni obbligazionarie tra il 2022 e il 2023, a causa delle politiche restrittive delle banche centrali per contrastare l'inflazione, si è assistito a un lento recupero dei prezzi. L'attuale contesto di mercato rimane incerto, con gli investitori che si chiedono se sia il momento giusto per acquistare nuove obbligazioni o se sia più prudente rimanere in attesa.
Il comportamento della Banca centrale europea e della Federal reserve gioca un ruolo chiave in questo scenario. Dopo una fase di rialzi aggressivi dei tassi per raffreddare l'economia e contenere l'inflazione, alcuni segnali indicano che il ciclo di strette monetarie potrebbe essere giunto alla fine. Ma il timore che l'inflazione possa riprendere slancio, soprattutto a causa dell'aumento della spesa pubblica e delle tensioni geopolitiche, rende incerta la direzione futura dei rendimenti obbligazionari.
Con questo scenario in continua evoluzione, gli investitori si trovano di fronte a un bivio: conviene acquistare obbligazioni ora o è meglio aspettare? E per chi ha già investito in bond, quali sono le strategie più efficaci per gestire il portafoglio?
Le obbligazioni a breve termine sono un'opzione per limitare l'esposizione alla volatilità dei tassi di interesse. I titoli con scadenza inferiore ai cinque anni sono meno sensibili alle oscillazioni del mercato e offrono un rendimento competitivo con un rischio ridotto.
Le obbligazioni corporate di aziende solide sono un'altra alternativa da considerare. Alcune multinazionali con rating elevato, come Apple, Microsoft o Nestlé, emettono bond con rendimenti interessanti e un livello di rischio contenuto. Questi titoli sono un compromesso tra sicurezza e rendimento.
Le obbligazioni sovranazionali emesse dall'Unione europea, dalla Banca europea per gli investimenti e da altre istituzioni internazionali sono un'alternativa ai BTP italiani e ai Bund tedeschi. Questi strumenti, garantiti da più Stati membri, offrono un livello di sicurezza superiore rispetto ai titoli di Stato di un singolo Paese e una tassazione vantaggiosa, equiparata a quella dei titoli di Stato italiani.
Chi ha una visione di lungo periodo può considerare anche obbligazioni indicizzate all'inflazione. Questi strumenti offrono una protezione contro l'erosione del potere d'acquisto e sono utili se l'inflazione dovesse tornare a salire nei prossimi anni.
Per chi ha già investito in obbligazioni, il rialzo dei tassi ha causato una riduzione del valore di mercato dei titoli in portafoglio. In questo contesto servono strategie mirate per ottimizzare il rendimento e proteggere il capitale.
Uno dei primi aspetti da valutare è la duration del portafoglio. La duration misura la sensibilità di un'obbligazione alle variazioni dei tassi di interesse: più è alta, maggiore è l'impatto di un rialzo dei tassi sul valore del titolo. Se il portafoglio è troppo esposto a titoli con lunga durata è opportuno ribilanciarlo, riducendo la duration complessiva e aumentando l'esposizione a obbligazioni a breve scadenza.
Un'altra strategia utile è la diversificazione. Non concentrarsi su un'unica tipologia di bond consente di ridurre il rischio complessivo. Suddividere il capitale tra titoli di Stato, corporate bond, obbligazioni sovranazionali e strumenti indicizzati all'inflazione permette di mitigare l'impatto delle oscillazioni di mercato.
Chi ha obbligazioni in perdita può valutare la possibilità di compensare le minusvalenze con eventuali plusvalenze su altri investimenti. Il sistema fiscale italiano permette di utilizzare le perdite per ridurre il carico fiscale sui guadagni di altre operazioni finanziarie, ottimizzando così il rendimento netto del portafoglio.
Un altro elemento è la liquidità. Alcune obbligazioni, soprattutto quelle emesse da istituzioni sovranazionali, hanno una liquidità inferiore rispetto ai titoli di Stato più tradizionali. Se si prevede di dover liquidare una parte del portafoglio in futuro è importante assicurarsi che i titoli possano essere venduti senza eccessivi impatti sul prezzo.
Infine, è sempre utile monitorare le opportunità di switching, ovvero la possibilità di vendere un'obbligazione meno conveniente per acquistarne una con condizioni più favorevoli.