Servirebbe una vera e propria riforma dell’Isee per renderne il calcolo più equo e giusto: ecco cosa potrebbe cambiare e perché ora è considerato iniquo
Perché sta diventando urgente una riforma dell’Isee per renderlo più equo? La Manovra Finanziaria 2024 ha eliminato calcolo dell’Isee i Btp e gli altri Titoli di Stato, i Buoni fruttiferi e i Libretti Postali fino a 50mila euro.
La misura che non è mai entrata in vigore lo scorso anno e solo ora, dopo la firma del Dpcm di qualche settimana fa e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la misura può diventare operativa. Eppure si tratta di una novità che, a detta di molti, può far diventare iniquo il calcolo dell’Isee.
Il ragionamento è il seguente: se un soggetto ha 10mila, 20mila, 30mila, 40mila e fino a 50mila da investire e non ha, dunque, necessità di tenere i soldi sul proprio corrente per sostenere le spese quotidiane e mensili, significa che sono i cosiddetti ‘soldi in più’ che chi riesce ad accumulare mette da parte e investe a piacimento.
Ma ciò significa che non si tratta di persone che versano in difficoltà economiche e hanno bisogno di avere le misure di aiuto, i bonus e le prestazioni agevolate cui l’Isee permette di accedere.
In ogni caso, considerando la normativa attuale, chi ha già rinnovato l’Isee per il 2025, dovrà fare una nuova DSU, la Dichiarazione Sostitutiva Unica, per aggiornare la certificazione di quest’anno con le nuove regole.
L’iniquità dell’Isee dipende anche dal fatto che basta superare le diverse soglie previste anche di un solo euro per perdere completamente un eventuale beneficio o agevolazione.
Questo rischio spinge molti a dichiarare meno redditi o comunque trovare altri escamotage per rimanere entro determinati limiti Isee.
L’Isee dovrebbe essere del tutto rivisto, introducendo un’unica misura di sostegno del reddito di importo decrescente all’aumentare dell’Isee e prevedendo maggiorazioni per le famiglie con figli.
Si dovrebbe, dunque, passare al quoziente familiare di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi, ma anche anni, annunciato già un bel po' di tempo proprio in sostituzione dell’Isee, e anche in quest'ottica anche l'esclusione di Btp e buoni postali potrebbero essere considerati giusti.
Il quoziente familiare è un metodo di calcolo della ricchezza delle famiglie italiane che si basa sul reddito familiare complessivo di tutti i componenti di ogni nucleo familiare, per cui l’imposta si calcola sul reddito non solo in base ai guadagni individuali, ma anche in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Si ottiene, infatti, dividendo il reddito complessivo del nucleo familiare per il numero dei suoi componenti in base a dei coefficienti, a differenza dell’Isee, che considera i redditi e gli altri patrimoni dei singoli che rientrano nel nucleo familiare. Ciò significa agevolare le famiglie numerose, con diversi componenti a carico, rispetto a coppie che vivono da sole, senza figli e altri familiari a carico, e single.
Inoltre, bisognerebbe considerare i redditi presi al netto e non al lordo delle tasse, per non agevolare gli autonomi rientranti nella flat tax.