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Quali sono i supermercati che guadagnano di più? Ricavi e utili record registrati nell'ultimo anno

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Differenziazione, format innovativi e fi

Le catene di supermercati sono tra le realtà economiche più redditizie e solide del Paese. Ecco ricavi e utili.

Il mondo della grande distribuzione organizzata ha vissuto un'accelerazione imponente in termini di fatturato, utile operativo e redditività del capitale investito. Alcune insegne sono riuscite a ottenere risultati record, superando le aspettative degli analisti e consolidando la presenza sul territorio nazionale.

Conad, con un fatturato che ha toccato i 21,1 miliardi di euro, si conferma uno dei protagonisti del settore. La crescita rispetto all'anno precedente è stata del 4,5%, a testimonianza della capacità del gruppo di intercettare nuove fasce di clientela anche attraverso i format alternativi come TuDay e PetStore, sempre più diffusi nelle aree urbane. Il gruppo Selex, forte di una galassia di marchi locali tra cui Famila, A&O, Il Gigante e altri, ha raggiunto una quota di mercato del 15,4%, addirittura superiore a quella della stessa Conad.

A completare il podio delle grandi catene italiane, si posiziona Esselunga, che pur non raggiungendo i volumi di vendita delle prime due insegne, continua a primeggiare per efficienza operativa, margini elevati e un indice di soddisfazione della clientela tra i più alti secondo i recenti sondaggi condotti da Altroconsumo. Andiamo oltre e vediamo:

  • Chi guadagna di più tra utili netti e redditività del capitale investito
  • Differenziazione, format innovativi e fidelizzazione

Chi guadagna di più tra utili netti e redditività del capitale investito

Il parametro che misura il successo economico di un'impresa non è solo il fatturato, ma anche e soprattutto la capacità di generare profitto rispetto al capitale investito. Sotto questo profilo, l'insegna che nel 2024 ha stupito maggiormente è Eurospin che ha raggiunto una redditività del capitale investito del 20,2%, ponendosi al di sopra dei principali competitor. Questo risultato è frutto di un modello di business iper-razionalizzato, basato su un numero ridotto di referenze, una logistica ottimizzata e una forte leva sul prezzo.

Subito dopo si colloca Lillo-MD, con un rendimento del 16,5%, seguita da Lidl Italia, che si attesta al 12,9%, comunque molto competitivo considerando il posizionamento più ampio e la struttura aziendale di respiro internazionale. Lidl continua a investire nel nostro Paese per ampliare la rete di punti vendita soprattutto nel Nord Italia, dove ha registrato un aumento del 60% nelle vendite in quattro anni.

Anche Esselunga, pur con una quota di mercato nazionale più contenuta, continua a generare utili consistenti grazie alla gestione diretta e alla selezione qualitativa dei propri fornitori. È il classico esempio di modello integrato, in cui qualità e margini camminano fianco a fianco. Nel 2024, ha mantenuto uno dei migliori Ebitda del settore, frutto di una gestione attenta e di una clientela fidelizzata.

Infine è interessante osservare come alcune insegne internazionali, come Aldi, stiano investendo anche nel mercato europeo. In particolare, Aldi ha annunciato nel Regno Unito un piano di investimenti da 1,4 miliardi di sterline per l'apertura di nuovi punti vendita e l'implementazione delle infrastrutture logistiche, segno che la battaglia per il primato nella GDO non si gioca solo sul presente, ma guarda con determinazione al futuro.

Differenziazione, format innovativi e fidelizzazione

Dietro ai numeri da record si celano strategie che vanno ben oltre l'ampliamento della rete vendita. In primo luogo, molte insegne hanno lavorato per diversificare l'offerta, puntando su format nuovi, più flessibili e adatti alle mutate abitudini di consumo. È il caso di Conad, che con il format TuDay ha intercettato le esigenze di una clientela urbana giovane, attenta alla praticità e alla sostenibilità. Ma è anche il caso di Selex, che grazie alla pluralità dei suoi marchi riesce a parlare linguaggi differenti in base al territorio.

In secondo luogo, l'investimento sulla digitalizzazione ha giocato un ruolo chiave. Le app per la spesa online, le raccolte punti digitali, i programmi fedeltà personalizzati hanno rafforzato il legame tra insegna e cliente. Esselunga ha saputo fare della customer loyalty uno dei suoi principali asset strategici, premiando la frequenza e la qualità dell'acquisto.

Un altro elemento è stato l'adattamento rapido ai mutamenti inflattivi. Le catene che hanno saputo modulare l'offerta, inserendo più prodotti a marchio del distributore e riducendo i costi superflui, sono quelle che hanno guadagnato quote di mercato.

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