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Quali sono i valori minimi di reddito per ogni settore per accedere al concordato preventivo biennale fiscale 2024?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Esempi valori minimi di reddito

Il Ministero dell’Economia ha introdotto i nuovi valori minimi settoriali per il concordato preventivo biennale 2024.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato nuovi parametri per il concordato preventivo biennale fiscale con il decreto del 14 giugno 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno successivo. Questo provvedimento stabilisce i valori minimi di reddito per vari settori, al di sotto dei quali non è previsto un accordo fiscale. Ecco tutti i dettagli:

  • Quali sono i valori minimi di reddito 2024
  • Esempi concreti di valori minimi di reddito

Quali sono i valori minimi di reddito 2024

Il Ministero dell’Economia ha introdotto i nuovi valori minimi settoriali per il concordato preventivo biennale. Il decreto definisce le linee guida per calcolare la proposta fiscale destinata ai potenziali interessati al patto, tenendo conto delle specifiche tecniche indicate nell’allegato. Qui viene spiegata che la proposta di reddito per i contribuenti deve rispettare i valori di riferimento minimi settoriali. Questi valori sono determinati considerando diversi fattori:

rettifiche derivanti dagli indicatori Isa;

  • storico reddituale triennale del contribuente;
  • rivalutazioni basate su proiezioni macroeconomiche.
Il documento specifica che, per ogni settore di attività, viene analizzata la distribuzione della spesa media per dipendente. Come valore minimo di riferimento settoriale viene preso in considerazione il primo quartile della distribuzione, al netto dei contributi previdenziali. Se il reddito definito dai passaggi metodologici sopra menzionati risulta inferiore al livello settoriale di riferimento della spesa per lavoro dipendente, viene utilizzato questo valore minimo.

Il principio alla base del decreto è che la proposta di reddito per un’impresa o un professionista non può essere inferiore allo stipendio che questi corrispondono o corrisponderebbero ai propri dipendenti. Questo approccio si ispira a quanto previsto per il calcolo del contributo IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) dovuto da artigiani e commercianti. Il contributo IVS si basa su un livello minimo retributivo, calcolato sul minimale giornaliero di retribuzione utilizzato per determinare i contributi per gli operai dei settori artigianato e commercio.

Con questa normativa, il Ministero dell’Economia mira a garantire che le proposte di reddito siano realistiche e congruenti con i costi effettivi sostenuti dalle imprese, evitando che le dichiarazioni fiscali siano sottostimate.

Esempi concreti di valori minimi di reddito

Al vertice dei minimi settoriali nel contesto del concordato preventivo biennale fiscale spiccano le farmacie e le attività finanziarie e assicurative, con un valore fissato a 25.912 euro. Segue l'attività di noleggio di macchinari e attrezzature per l'edilizia, che ha un minimo di 24.143 euro. Le imprese che forniscono energia elettrica, gas, acqua, vapore e aria condizionata, insieme alla gestione delle reti fognarie e delle attività di risanamento, hanno un minimo settoriale di 23.478 euro.

Tra i settori con i minimi più bassi troviamo le tintorie e lavanderie, con 16.871 euro, e le imprese che fabbricano articoli da viaggio, borse, e prodotti di selleria, con 17.366 euro. Anche le aziende che costruiscono e riparano protesi dentarie (17.281 euro) e i servizi di acconciatura (13.435 euro) sono tra quelli con i valori minimi più bassi.

Per quanto riguarda le professioni, i settori con i valori minimi più elevati includono i servizi di informazione e comunicazione, con 25.139 euro, i ricercatori di mercato e sondaggisti, con 24.724 euro, e i servizi linguistici e organizzazione di convegni e fiere, con 23.566 euro.

Le professioni con i minimi settoriali più bassi includono gli psicologi, con 16.599 euro, i veterinari, con 15.158 euro, e gli studi medici e laboratori di analisi, con 14.450 euro.

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