Nel sistema previdenziale italiano, l’apertura della partita IVA rappresenta un passaggio rilevante per qualunque lavoratore autonomo o professionista. Tuttavia, la normativa prevede specifiche situazioni in cui è consentito attivare una posizione fiscale senza essere immediatamente gravati dall’obbligo di versamento dei contributi.
L’obbligo di versamento dei contributi: regole generali e categorie coinvolte
Il principio generale impone che, con l’apertura di una partita IVA, si debba aderire a una gestione previdenziale. La scelta dipende dall’attività esercitata: artigiani e commercianti sono iscritti alla Gestione IVS dell’INPS, mentre i professionisti ordinistici devono versare nella cassa di appartenenza, e chi non rientra in tali categorie si rivolge alla Gestione Separata.
- Artigiani e commercianti: obbligo di contributi fissi annui, a prescindere dal reddito, con importi che variano ogni anno secondo la normativa vigente. Questo vincolo permane anche in assenza di fatturato se non sussistono cause di sospensione dell’attività.
- Professionisti iscritti a ordini: devono versare alla propria cassa professionale secondo i regolamenti di settore, anche nel caso di attività non esclusiva.
- Professionisti senza albo: hanno l’obbligo di versare i contributi alla Gestione Separata unicamente in corrispondenza di redditi effettivamente conseguiti, non essendo previsto un minimo di contribuzione.
L’avvio della partita IVA implica pertanto, nella maggior parte dei casi, una contribuzione obbligatoria immediata, volta a garantire diritti previdenziali futuri. Esistono tuttavia eccezioni e condizioni specifiche nelle quali l’obbligo può essere escluso o differito.
Apertura della partita IVA per i lavoratori dipendenti: casi di esonero dall’INPS
I lavoratori subordinati full time che decidono di avviare un’attività autonoma possono non pagare i contributi aggiuntivi. Il principio che regola tale fattispecie poggia sulla prevalenza e sull’esclusività dell’impiego principale: se il lavoro subordinato è a tempo pieno e rappresenta la principale fonte reddituale, il lavoratore non deve versare ulteriori contributi per l’attività marginale avviata con partita IVA nella Gestione artigiani e commercianti.
Per entrare nel dettaglio, le condizioni che devono essere rispettate includono:
- Contratto di lavoro subordinato a tempo pieno (solitamente almeno 38-40 ore settimanali), con oneri pensionistici già assolti dal datore di lavoro;
- L’attività autonoma svolta deve essere registrata come commerciale o artigianale presso la Camera di Commercio e non deve rappresentare la principale fonte di reddito né essere identica alla mansione svolta come dipendente.
In questi casi
l’esonero contributivo è automatico: non serve fare richiesta all’INPS, basta che in caso di verifica si dimostri l’esistenza del rapporto dipendente full time, ed è facile provarlo, in base al regolare contratto di lavoro in corso.
Partita IVA senza versare contributi: professionisti senza albo e senza redditi
Un'altra eccezione riguarda i lavoratori autonomi che esercitano una professione senza albo, come consulenti informatici, copywriter, esperti di marketing, fotografi, tra gli altri, e la relazione tra obbligo contributivo e reddito prodotto. Questi soggetti sono tenuti all’iscrizione presso la Gestione Separata dell’INPS, ma con regole differenti rispetto agli artigiani e commercianti:
- I contributi previdenziali sono dovuti solo se, nell’anno fiscale, vengono effettivamente generati compensi da attività abituale e non occasionale.
- Fino all’importo di 5.000 euro annui di reddito, non sussiste obbligo di iscrizione alla Gestione Separata e non bisogna versare contributi. Oltre la soglia, scatta l’iscrizione e l’impegno contributivo proporzionale.
- Non c’è obbligo di versamento minimo: in assenza di compensi o se il reddito non raggiunge quella soglia, non si maturano né debiti contributivi né diritti pensionistici.
Esonero per chi ha già contribuzione estera: le regole per i ritorni dall’estero
I soggetti che rientrano in Italia dopo aver maturato contribuzioni previdenziali in un paese estero, in forza di accordi internazionali o bilateralità tra Stati, possono richiedere l’esonero dai versamenti INPS per attività svolte temporaneamente sul territorio nazionale. Tale eccezione si applica a:
- Chi prosegue la propria iscrizione al regime previdenziale del paese estero di provenienza;
- Coloro che hanno già cumulate annualità in un ordinamento estero e desiderano evitare il doppio versamento di contributi.
La validità dell’esonero dipende dalla presenza di convenzioni e dalla presentazione di una domanda formale all’INPS, accompagnata dalla documentazione che attesti la posizione contributiva straniera e il rispetto delle condizioni stabilite dagli accordi tra gli Stati.
Pensione e partita IVA: quando i pensionati non pagano i contributi
Anche i pensionati che aprono una partita Iva non devono sempre versare contributi previdenziali. Tale possibilità vale, in particolare, nei seguenti casi:
- Pensione di vecchiaia e attività d’impresa (artigiani o commercianti): l’obbligo del versamento dei contributi minimi fissi decade, restando solo quello proporzionale ai redditi eventualmente conseguiti e con una riduzione dell’aliquota contributiva (in misura pari al 50% circa).
- Pensione da cassa professionale: possono non dover versare doppi contributi se la cassa di riferimento esclude il cumulo – aspetto che va sempre verificato presso il proprio ente.
- Pensionati iscritti alla Gestione Separata: è necessario sottostare alle regole specifiche in vigore, che possono prevedere aliquote ridotte o totale esonero a seconda della normativa interna della gestione o del tipo di pensione percepita.
Le prestazioni occasionali e i limiti all’obbligo contributivo
Le
prestazioni occasionali rappresentano attività di natura saltuaria, svolte senza organizzazione stabile e continuativa, che consentono di evitare l’obbligo dell’apertura della partita IVA e della contestuale iscrizione a una gestione previdenziale, purché siano rispettati stringenti limiti economici e temporali:
- Durata massima: 30 giorni con lo stesso committente nell’anno solare.
- Compenso annuale per singolo committente: non oltre 5.000 euro.
- Assenza di abitualità o organizzazione sistematica dell’attività lavorativa.
Solo quando le prestazioni occasionali superano i parametri appena riportati o assumono carattere continuativo, alloca scatta l’obbligo di apertura della partita IVA con relativi
versamenti contributivi previsti dalla legge.
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